Germania

Berlino: «Puntiamo ad aumentare i respingimenti»

Lo ha detto la ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, intervenendo al dibattito sulla migrazione al Bundestag, difendendo il pacchetto sicurezza varato dopo l'attentato di Solingen
© EPA/CLEMENS BILAN
Ats
12.09.2024 12:30

L'obiettivo di Berlino è «aumentare i respingimenti». Lo ha detto la ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, intervenendo al dibattito sulla migrazione al Bundestag, difendendo il pacchetto sicurezza varato dopo l'attentato di Solingen.

«Chi riceve la nostra protezione non deve abusarne, altrimenti dovrà lasciare nuovamente il nostro Paese», ha sottolineato Faeser. «Garantiamo una maggiore protezione contro il terrorismo islamico, deportazioni più rigorose dei criminali violenti, divieti di utilizzo dei coltelli e riconoscimento facciale dei criminali», ha spiegato, indicando che le misure mantengono «la promessa fondamentale dello Stato di garantire libertà e sicurezza».

Gli attacchi di matrice islamista «richiedono risposte chiare», ha aggiunto la ministra che, rivolgendosi al leader della Cdu, Friedrich Merz, ha precisato che «in uno Stato libero e aperto non può esistere una sicurezza assoluta».

Dal canto suo, Merz ha proposto al governo di istituire un periodo di prova di tre mesi, a partire da ottobre, per respingere tutti i migranti irregolari dalla Germania. «A breve termine i respingimenti sono l'unico modo efficace per porre fine alla migrazione irregolare verso la Germania. Se per la coalizione» di Olaf Scholz «è così difficile accettarlo, allora propongo di attuarli a partire dal primo ottobre per un periodo iniziale di tre mesi», ha detto Merz in un'intervista al gruppo Funke.

«Dopo questi tre mesi faremo un bilancio. Forse il governo federale capirà che questa è la strada giusta», ha sottolineato. Il leader dei cristiano-democratici - che lunedì aveva abbandonato il tavolo dei negoziati con il governo - si è detto «disponibile» all'invito del ministro delle Finanze, Christian Lindner, a «una discussione a livello di leader» che «possa avvicinare ad un vero cambiamento nella politica di asilo e migrazione. Ribadisco che la misura dei respingimenti deve essere al centro del confronto».

Stando a quanto riportato in anteprima dalla Bild, la Cdu intende presentare una mozione per respingere i migranti alle frontiere. «I respingimenti globali alle frontiere interne tedesche sono legalmente consentiti, sono possibili in pratica e ora sono necessari, vista la situazione attuale», si legge nel documento pubblicato dal tabloid tedesco.

La Germania ha notificato alla Commissione Europea la sua intenzione di introdurre controlli alle frontiere «sulla base dell'articolo 25a (4)» del Codice di Schengen «sulle minacce prevedibili». Lo precisa intanto all'agenzia di stampa italiana ANSA un portavoce dell'esecutivo Ue.

L'articolo 25a prevede che, «qualora vi sia una grave minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro, quest'ultimo può eccezionalmente ripristinare il controllo di frontiera su tutte le frontiere interne o su parti specifiche di esse per un periodo limitato fino a 30 giorni o per la durata prevedibile della grave minaccia, se questa supera i 30 giorni».

La portata e la durata del ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne non deve ad ogni modo «superare quanto strettamente necessario per rispondere alla minaccia grave». Il comma 4 dell'articolo 25a stabilisce poi che «il periodo complessivo di ripristino del controllo di frontiera alle frontiere interne [...] non deve superare i sei mesi». Ma «in presenza di circostanze eccezionali di cui all'articolo 29, tale periodo complessivo può essere esteso fino a un massimo di due anni, conformemente al paragrafo 1 di tale articolo».

Nel frattempo, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha ribadito, durante un'intervista con Talk Radio, che la risposta europea al problema dell'immigrazione non può essere l'abolizione unilaterale dell'accordo di Schengen. Mitsotakis ha commentato la notizia che la Germania si appresta a rafforzare i controlli temporanei alle proprie frontiere per fermare l'immigrazione irregolare.

«La risposta (all'immigrazione) può essere un giusto compromesso sulla sorveglianza dei confini europei», ha dichiarato Mitsotakis, chiarendo: «Non dovremmo gettare la palla nel campo dei Paesi di primo ingresso». Come spiegato dal giornale greco Kathimerini, la mossa di Berlino suscita preoccupazione per un possibile «effetto domino» che porterebbe all'introduzione in altri Stati membri di misure simili per il controllo delle frontiere, e al ritorno dei richiedenti asilo rifiutati dalla Germania nei Paesi europei in cui sono stati registrati originariamente, ovvero Grecia e Italia.

Durante l'intervista Mitsotakis ha anche rivendicato il controllo delle frontiere elleniche effettuato dal suo governo. «La Grecia ha difeso i confini europei nell'Evros ed è stato il primo passo di uno sforzo sistematico per convincere l'intera Ue che se non riusciamo a limitare il numero di persone che attraversano le frontiere non saremo in grado di affrontare la questione dei flussi secondari», ha dichiarato il premier ellenico.