La Conferenza

Berna si schiera con Kiev contro le mine antiuomo

Tra oggi e domani la Confederazione ospita a Losanna la Ukraine Mine Action Conference – Il direttore del Centro per lo sminamento di Ginevra: «Una sfida enorme»
© EPA/SERGEY DOLZHENKO
Matteo Galasso
17.10.2024 06:00

La Confederazione si dimostra, una volta ancora, sensibile nei confronti dell’Ucraina. E tra oggi e domani organizza, proprio in collaborazione con il Governo di Kiev, a Losanna, la Ukraine Mine Action Conference (UMAC2024). L’evento vedrà la partecipazione di rappresentanti governativi, organizzazioni internazionali, ONG, attori del settore privato e del mondo accademico, per affrontare la crescente minaccia delle mine antiuomo in Ucraina, dove gli ordigni esplosivi non rilevati mettono oggi in pericolo migliaia di agricoltori nei campi, causando incidenti mortali o mutilazioni con gravi conseguenze per la sicurezza delle persone e la sopravvivenza dell’economia locale.

Il Paese più contaminato

«Con 139.000 chilometri quadrati di territorio potenzialmente contaminato da mine e ordigni inesplosi - si tratta di una superficie più di tre volte superiore a quella della Svizzera - l’Ucraina è attualmente il Paese più contaminato al mondo», dichiara Tobias Privitelli, neodirettore del Geneva International Centre for Humanitarian Demining (GICHD). «Questo fenomeno rappresenta una sfida enorme, in particolare per la sicurezza dei civili, la protezione dei mezzi di sussistenza e il rispetto dei diritti umani», aggiunge Privitelli, appena rientrato da una missione di una settimana nel Paese da venti mesi in guerra con la Russia.

La conferenza riunirà esperti e decisori provenienti dall’Ucraina e da altri Paesi afflitti dal problema delle mine, oltre a Stati terzi e donatori. L’obiettivo è favorire uno scambio di conoscenze e adattare il sostegno internazionale alle esigenze di un conflitto in continua evoluzione. «Questa conferenza rappresenta un’opportunità unica di coordinamento internazionale, proseguendo il sostegno globale di lungo termine per Kiev, iniziato ben prima del 2022, e si inserisce in una serie di eventi già tenutisi a Lugano, Ginevra e Berlino», afferma Privitelli. Il Governo ucraino si è posto obiettivi ambiziosi: bonificare l’80% delle terre contaminate da mine entro i prossimi dieci anni, e secondo Privitelli «la conferenza può accelerare i progressi in questa direzione. Si tratta di un’opportunità unica, e non è stato facile riunire un gruppo così eterogeneo di attori internazionali».

Il coinvolgimento sul posto

Il GICHD collabora con le autorità ucraine nell’ambito dello sminamento umanitario da oltre un decennio. «Grazie a questa partnership consolidata, abbiamo fornito supporto soprattutto nei quadri normativi e strategici nazionali, contribuendo anche all’elaborazione della strategia nazionale per l’azione contro le mine». L’Ucraina è, infatti, uno dei pochi Paesi in cui il GICHD ha una presenza sul campo, con esperti locali che mappano le aree potenzialmente contaminate e creano un database per la gestione delle informazioni, essenziale per operazioni di sminamento efficaci ed efficienti. «La nostra cooperazione con l’Ucraina è un esempio eccellente di ciò che il Centro può offrire: supporto tecnico, formazione e pianificazione strategica», sottolinea Privitelli, che precisa come, durante la sua recente visita in Ucraiana, sia rimasto colpito dalla cooperazione strategica e operativa tra la comunità nazionale e quella internazionale grazie al supporto scientifico del GICHD.

Sono state adottate anche misure per garantire il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione e prevenzione dei rischi legati alle mine. «Preparare i civili sui pericoli degli ordigni inesplosi è cruciale per mitigare i rischi», afferma Privitelli. L’Ucraina dispone già di un settore di educazione sui rischi delle mine, guidato dal Governo.

Numerose ONG internazionali e locali, come la East Europe Foundation, e agenzie governative, tra cui il Servizio di emergenza statale dell’Ucraina, stanno poi fornendo informazioni salvavita sull’educazione al rischio ai cittadini in tutto il Paese. «Tuttavia - aggiunge Privitelli - permangono sfide di coordinamento, in particolare per raggiungere le comunità vicine alle linee del fronte. C’è bisogno di approcci più mirati, soprattutto nelle aree rurali».

Anni, se non decenni

La Confederazione, con le sue competenze nel settore, rappresenta oggi un attore chiave nel supportare gli sforzi di sminamento in Ucraina. «Oltre al sostegno finanziario - con uno stanziamento di 100 milioni di franchi in quattro anni - la Svizzera mette a disposizione il proprio know-how nella bonifica delle zone contaminate». Questo sostegno permetterà di ripristinare condizioni di lavoro sicure nei territori liberati dalle mine, contribuendo alla ripresa economica e sociale, in particolare nel settore agricolo. Senza dimenticare che sempre la Svizzera è uno dei principali sostenitori del GICHD e supportava l’azione contro le mine in Ucraina già prima dell’invasione del 2022. «La Confederazione collabora strettamente con il Centro, che ha sede a Ginevra. Eventi come l’UMAC, co-organizzato da Svizzera e Ucraina, garantiscono che lo scambio di conoscenze e il supporto siano coordinati in modo efficiente, evitando duplicazioni degli sforzi», afferma Privitelli, secondo cui, «senza sminamento, la ripresa del Paese non potrà mai davvero iniziare dopo la fine del conflitto», pur se «le operazioni di bonifica richiederanno anni, se non decenni, e miliardi di dollari in investimenti».

Per la ricostruzione

Guardando al futuro, il GICHD ha identificato aree chiave su cui concentrare i propri sforzi, in linea con l’attuazione della strategia nazionale ucraina. Le priorità includono operazioni di sminamento più sicure ed efficienti, supporto logistico per la gestione delle informazioni e un coordinamento più radicato. Inoltre, ci sarà una maggiore enfasi sull’educazione ai rischi legati agli ordigni per i civili che convivono con queste minacce. «Ribadiamo, in occasione di questa conferenza, il nostro massimo impegno a lavorare al fianco delle autorità ucraine e della comunità internazionale. Il nostro obiettivo è adottare azioni urgenti per salvare vite oggi e porre le basi per la ricostruzione e lo sviluppo sostenibile domani», conclude il direttore Privitelli.

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