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Berset a Locarno rilancia il cinema svizzero

Il consigliere federale, ministro del Dipartimento dell'interno, dal Palacinema ha parlato della trasformazione del settore della cultura e delle sue sfide
Il consigliere federale Alain Berset al Palacinema di Locarno durante la conferenza stampa di giovedì dedicata al futuro della cultura in Svizzera
Jona Mantovan
04.08.2022 11:12

Il consigliere federale Alain Berset, in visita a Locarno in occasione del Locarno Film Festival, rilancia il cinema svizzero. Nella conferenza stampa di giovedì mattina, nella sala eventi del Palacinema, ha parlato - insieme alla direttrice dell'Ufficio federale della cultura, Carine Bachmann - delle sfide nel settore della cultura e, in particolare, della trasformazione che attende il mondo della produzione audiovisiva, in particolare dopo l'esito positivo della votazione sulla modifica alla legge sul cinema. Un progetto, attualmente in elaborazione, sarà presentato nel corso della primavera dell'anno prossimo e dedicato alla prospettiva di sviluppo dal 2025 al 2028. 

Questi sono i sei punti in cui è articolato il piano sul fronte della cultura da parte della Confederazione:

  1. Flessibilità dei sistemi di promozione
  2. Gestione della trasformazione digitale 
  3. Miglioramento delle condizioni lavorative
  4. Gestione del patrimonio culturale
  5. Sostenibilità
  6. Interazione tra i diversi promotori

«Il nostro cinema ha ottenuto importanti successi ai festival internazionali», ha detto il «ministro» dell'Interno di fronte alla stampa, «penso per esempio alle tre opere presentate a Cannes, oppure ancora alle undici che hanno partecipato alla competizione della Berlinale. Ma non solo: il nostro Paese è stato apprezzato dal pubblico al Festival del cinema di animazione di Annecy», ha ricordato, aggiungendo come «anche i Festival svizzeri registrano un numero importante di presenze».

Il Consigliere federale, poi, vede un futuro radioso per il settore del cinema: «Grazie alla votazione per la modifica alla legge sul cinema, nei prossimi anni investiremo massicciamente nei servizi di streaming, che ne accrescerebbe la sua competitività. Vedo però un'altra tendenza che non si ferma, accelerata dalla pandemia. Vale a dire lo 'svuotamento' delle sale cinematografiche». Il che porta alla riflessione sull'importanza del settore della cultura nella società. «Ma vediamo come molti operatori culturali stiano vivendo una situazione di precarietà».

Ecco perché, in futuro, le istituzioni promotrici «dovranno individuare soluzioni comuni per migliorare le condizioni lavorative, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza sociale. Uno su tre tra coloro che lavorano in questo settore, infatti, non dispone di alcun tipo di previdenza».

Il «ministro» del Dipartimento dell'interno ha parlato anche della parità dei sessi nel mondo della cultura, «soprattutto per quanto riguarda la presenza femminile, in termini di salari e funzioni dirigenziali. Ma ci vuole anche più slancio nel coinvolgimento tra operatori privati e società civile. Va incentivata la cooperazione con gli ambiti della formazione, dell'energia e della pianificazione del territorio». Il consigliere federale, in conclusione, ha poi sottolineato il ruolo cruciale rivestito dagli operatori culturali non professionisti, elogiando l'impegno da loro dimostrato.

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