Biden e Trump dominano il Super Tuesday, Haley vince il Vermont

Donald Trump e Joe Biden sbancano e vincono a valanga nel Super Tuesday, la maxi tornata delle primarie USA con 15 Stati e un territorio americano, ipotecando la nomination e quindi il rematch nelle elezioni di novembre. Ma entrambi vedono confermate le proprie vulnerabilità.
Nikki Haley, la rivale repubblicana del tycoon, gli impedisce lo 'strike' strappandogli a sorpresa il liberal Vermont, secondo successo dopo la capitale. E per ora non molla, continuando ad attrarre uno zoccolo duro di elettori moderati o indipendenti che nelle elezioni generali potrebbero compromettere le chance di vittoria di Trump, soprattutto in alcuni stati in bilico.
Anche il leader democratico perde un round e naufraga nei caucus delle isole Samoa, dove perde contro uno sconosciuto candidato locale, l'imprenditore Jason Palmer. Egli ha inoltre dovuto fare i conti con il voto di protesta arabo-americano per la guerra tra Israele e Hamas. La questione israelo-palestinese è stata sentita in particolare in Minnesota dove, nonostante una campagna organizzata frettolosamente e dal budget basso, il movimento che si oppone alla posizione di Biden riguardo a Israele ha raccolto più di 45.000 voti dopo che oltre il 95% delle schede era stato scrutinato secondo quanto riporta il New York Times. Il dato dimostra come l’insoddisfazione verso la posizione dell’attuale presidente statunitense sul conflitto in corso in Medio Oriente è diffusa ben oltre la popolazione musulmana e ha incontrato il favore anche di progressisti e giovani elettori.
Riguardo ai voti di protesta in Minnesota, il portavoce della campagna di Biden ha dichiarato che «il presidente crede che far sentire la propria voce e partecipare nel processo democratico sia fondamentale per definire chi siamo in quanto americani. Biden condivide l’obiettivo di mettere fine alla violenza e instaurare un periodo di pace permanente in Medio Oriente e sta lavorando instancabilmente a tal fine».
Insoddisfazione verso la politica di Biden è comunque emersa anche in altri Stati. In Nord Carolina, il 12% dei votanti ha espresso «nessuna preferenza», mentre in Massachusetts a esprimersi così è stato il 9% dei votanti.
Per il resto il Super Tuesday va come previsto, con Trump e Biden che fanno incetta della quasi totalità dei delegati in palio, circa un terzo di quelli complessivi. Compresi i bottini più ricchi, quelli di California e Texas, i due Stati più popolosi del Paese.
Prima che fossero annunciati tutti i risultati, Donald Trump ha pronunciato in diretta tv il suo discorso vittoria da Mar-a-Lago, dove domenica ha incontrato anche Elon Musk e altri finanziatori repubblicani, a caccia di soldi per la sua campagna ma forse anche per pagare i quasi 500 milioni di sanzioni per gli asset gonfiati. «Negli ultimi tre anni il nostro Paese ha preso una dura batosta», ha detto il tycoon che ha insistito su come la nazione stia andando verso il caos a causa di Biden. Trump ha quindi denunciato la mancanza di sicurezza alle frontiere, la politica cinese e il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan. Egli ha poi sottolineato come la crisi in Ucraina e quella in Medio Oriente sarebbero state evitate se lui avesse vinto nel 2020. Egli ha infine abbordato uno dei suoi temi cardine: l’immigrazione. Facendo riferimento alla situazione alla frontiera, ha definito i migranti «criminali violenti e assassini». Riguardo al trionfo nel Super Tuesday, il tycoon si è limitato a dire che «è stata una giornata fantastica». Egli ha inoltre profetizzato che il partito repubblicano «sarà presto riunito», aumentando la pressione affinché Haley lasci la corsa.
Biden gli ha risposto duramente ma solo con un comunicato della sua campagna: Trump «è determinato a distruggere la nostra democrazia, a strappare le libertà fondamentali come la possibilità per le donne di prendere le proprie decisioni in materia sanitaria e ad approvare un altro round di miliardi di dollari in tagli fiscali per i ricchi. Farà e dirà qualsiasi cosa per tornare al potere».
Anche la Haley ha preferito affidarsi a una nota per replicare al tycoon, sostenendo che «l'unità non si raggiunge dicendo semplicemente “siamo uniti”. Resta un ampio gruppo di elettori repubblicani profondamente preoccupati da Trump e questa non è l'unità di cui il nostro partito ha bisogno per avere successo. Affrontare queste preoccupazioni renderà il partito e l'America migliori». Ora Haley dovrà decidere se continuare o meno la gara, anche se non ha alcuna speranza di raggiungere il quorum per la nomination. Dopo il Super Tuesday, comunque, sa di poter contare su un patrimonio di voti che veleggia mediamente intorno al 20% (anche nello Stato in bilico del North Carolina), superando il 30% in Virginia, Colorado, Minnesota, e sfiorando il 40% in alcuni Stati, come in Massachusetts. Quel che basta per far perdere Trump il 5 novembre.