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Biden sente Netanyahu: «Urgente una tregua a Gaza»

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Biden sente Netanyahu: «Urgente una tregua a Gaza»
Red. Online
22.08.2024 06:29
21:57
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I negoziatori al Cairo, si tratta sull'asse Filadelfia

Il segnale che i colloqui per l'accordo tra Israele e Hamas non sono a un punto morto è arrivato in serata, quando è trapelato che il team negoziale guidato dal capo del Mossad David Barnea è arrivato al Cairo.

Per due giorni, dopo la partenza del segretario americano Antony Blinken da Tel Aviv, si è seriamente temuto che la trattativa si fosse di nuovo arenata per via dell'irrigidimento delle diverse posizioni mandando all'aria quella che gli Stati Uniti hanno definito "l'ultima chance" per fermare la guerra nella Striscia e riportare a casa gli ostaggi.

Ora i rappresentanti di Israele, Egitto e Stati Uniti cercano un compromesso sui corridoi Filadelfia, compreso il valico di Rafah, e Netzarim, che avevano portato allo stallo. Hamas, riferiscono fonti egiziane, avrebbe adesso aperto alla presenza di una forza internazionale sulle due lingue di terra, quella al confine con l'Egitto e quella che spacca a metà la Striscia di Gaza.

Finora il premier Benyamin Netanyahu ha escluso il ritiro delle truppe dai due corridoi, nonostante avesse assicurato a Blinken il sì al progetto ponte degli USA per arrivare all'accordo. Dall'altra parte, Yahya Sinwar ha posto la sua "linea rossa": nessuna intesa se prima l'esercito israeliano (IDF) non lascia completamente la Striscia e soprattutto Netzarim e Filadelfia.

Sullo stallo è intervenuto di persona il presidente americano Joe Biden che mercoledì sera ha telefonato al premier esortandolo a essere "flessibile" e avvertendo con toni molto duri - secondo un funzionario statunitense - che al round del Cairo dovranno essere rimossi gli ultimi ostacoli all'accordo.

Nella capitale egiziana, il direttore del Mossad Barnea, il capo dello Shin Bet Ronan Bar e il generale dell'ala strategica dell'IDF Eliezer Toledano - secondo indiscrezioni - presenteranno una mappa aggiornata con la posizione finale di Israele riguardo le truppe lungo l'asse Filadelfia.

Fonti di Walla hanno riferito che la mappa include una "certa ulteriore riduzione dell'entità delle forze dell'IDF", ma mostra il dispiegamento lungo l'intera lunghezza della zona cuscinetto.

In vista del vertice previsto per domenica, i mediatori saranno al lavoro anche per scardinare la forte irritazione dell'Egitto per il piano di Israele che vorrebbe costruire otto torri di osservazione lungo l'asse. Come compromesso, ha riferito la tv Channel 12, gli Stati Uniti hanno offerto a Netanyahu di accontentarsi di sole due torri: Il Cairo ha rifiutato.

Allo stesso tempo, Washington e i mediatori di Doha starebbero facendo forti pressioni su Sinwar per portare i suoi rappresentati al tavolo delle trattative, disertato da Hamas la settimana scorsa.

Il capo delle milizie islamiste, secondo fonti arabe, sta conducendo il suo gioco su due fronti. Per un verso si aspetta che l'Iran e Hezbollah allarghino il fronte della guerra togliendo truppe israeliane da Gaza. Mentre sull'altro versante avrebbe chiesto "garanzie sulla sua sicurezza e la certezza che Israele non sia messo in grado di continuare la guerra dopo la fine della prima o della seconda fase dell'accordo".

Sinwar vuole che Hamas sopravviva a Gaza come movimento di "resistenza" militare ma non intende prendere su di sé la parte politica, dice Ynet. E sarebbe pronto ad aprire le porte all'Autorità nazionale palestinese (ANP) o a un'altra entità palestinese guidata da Muhammad Dahlan per gestire l'amministrazione.

Sinwar potrebbe inoltre aver ricevuto notizie dal Libano che la vendetta del partito di Dio per l'uccisione del comandante Fuad Shukr è alle porte. Tanto che il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che adesso si guarda al fronte nord. Cioè prevenire Hasan Nasrallah sferrando un colpo alle capacità strategiche di Hezbollah con i raid ai magazzini stracolmi di armi, come quello di Nabi Shit e nella zona di Baalbak, e con nuovi colpi notturni.

Tuttavia il fronte principale resta Gaza, con i tank che si stanno spingendo sempre più in profondità nel centro e a sud, le operazioni a Deir Al-Balah e Khan Yunis. Hamas ha dichiarato che 22 persone sono rimaste uccise nelle ultime ore in diverse zone della Striscia. Nella stessa giornata le autopsie sui resti degli ostaggi recuperati nei giorni scorsi a Gaza hanno dimostrato che sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco.

21:14
21:14
Hamas: «Pronti a considerare una forza internazionale per il corridoio Filadelfia»

Hamas sarebbe pronto a prendere in considerazione un compromesso che preveda la presenza di forze internazionali lungo i corridoi Filadelfia e Netzarim, che Israele vuole tenere fuori dalle trattative e dove vuole mantenere proprie truppe, secondo quanto affermano fonti egiziane citate dall'emittente israeliana Channel 12.

19:28
19:28
«I negoziatori israeliani sono partiti per il Cairo»

La squadra negoziale israeliana è partita per il Cairo per i colloqui sull'accordo per il rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito una fonte al "Times of Israel". Il team è guidato dal capo del Mossad David Barnea; con lui il generale Eliezer Toledano, capo della strategia dello Stato maggiore delle Forze armate (Idf).

Da parte loro, fonti aeroportuali egiziane riferiscono dell'"arrivo di una delegazione americana di alto livello al Cairo oggi, giovedì" a bordo di "un aereo privato per una visita in Egitto durante la quale parteciperà agli sforzi negoziali per raggiungere un accordo su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza".

18:43
18:43
«Il ruolo dell'UNRWA è cruciale per il processo di pace»

Il ruolo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) può essere cruciale per «una transizione di successo» verso la pace nel conflitto fra Israele e Palestina. È quanto ha sostenuto il direttore dell'UNRWA Philippe Lazzarini, intervenendo oggi a Santander, in Spagna, a un seminario organizzato dall'Università Internazionale Menendez Pelayo, diretto dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera Josep Borrell.

Espellere l'UNRWA da Gerusalemme e dichiararla un'organizzazione terrorista, come pretende Israele, sarebbe «un pericoloso precedente» e «un attacco non solo all'ONU, ma contro chiunque promuova il rispetto del diritto internazionale o una soluzione pacifica al conflitto» in Medio Oriente, ha rilevato Lazzarini, citato dall'agenzia EFE.

Lo svizzero ha attribuito «la campagna di disinformazione» contro l'agenzia al tentativo di togliere ai palestinesi il proprio status di rifugiati «in maniera unilaterale», per poter «cambiare i parametri per una soluzione politica futura».

Da parte sua, Josep Borrell ha ricordato che, senza l'UNRWA, «la situazione dei palestinesi sarebbe molto peggiore». E ha insistito nel sollecitare un maggiore impegno dei paesi europei perché «il futuro d'Europa si deciderà anche a Gaza».

«Finora ci siamo limitati a pagare assegni di aiuti umanitari», ha criticato Borrell, nel riconoscere che, «purtroppo, sul conflitto in Palestina» l'Unione europea «è troppo divisa per giocare il ruolo che le viene richiesto».

17:52
17:52
«La Jihad palestinese ha in ostaggio 7 israeliani»

Secondo il quotidiano saudita «Asharq al-Awsat», il gruppo terroristico della Jihad islamica palestinese sta ancora tenendo in ostaggio sette israeliani catturati il 7 ottobre.

A ottobre 2023 il leader Ziyad Nakhaleh ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che il gruppo stava trattenendo più di 30 dei 251 ostaggi. Alcuni di loro sono stati rilasciati durante la tregua di una settimana a novembre. Non è chiaro se qualcuno degli ostaggi nelle mani della Jihad sia morto.

Intanto, sottolinea il quotidiano, la cooperazione tra Hamas e la Jihad si sarebbe rafforzata dopo l'assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, non solo nella Striscia di Gaza ma anche in Cisgiordania.

Mentre le Brigate al-Quds hanno perso una parte significativa dei loro miliziani in battaglia a Gaza (pare che i ranghi più alti del gruppo siano al sicuro all'estero), il loro arsenale ha subito meno perdite di quello di Hamas nella guerra in corso, sostiene il servizio di «Asharq al-Awsat», citando fonti interne al gruppo terroristico. Il buono stato delle sue scorte militari gli consente di lanciare regolarmente razzi contro Israele, aggiunge il quotidiano.

16:28
16:28
«Trovate borse dell'UNRWA piene di esplosivo a Rafah»

Le truppe dell'esercito israeliano (Idf) hanno trovato esplosivi, armi, giubbotti antiproiettile, e documenti dell'intelligence di Hamas in borse con il simbolo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo rende noto l'Idf, aggiungendo che il materiale è stato individuato durante la perquisizione di una struttura situata vicino ad alcune scuole.

15:29
15:29
Proiettili nei corpi degli ostaggi israeliani recuperati

Proiettili sono stati trovati sui resti di alcuni ostaggi recuperati due giorni fa dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, circostanza che induce l'Idf a ritenere che siano stati assassinati da Hamas durante la prigionia. Lo riferiscono i media israeliani.

Non è stato specificato chi tra gli ostaggi sarebbe stato assassinato. Tuttavia, la madre di Yagev Buchshtab, 35 anni, ha detto all'emittente radio Kan che nel cadavere del figlio sono stati trovati proiettili.

I sei ostaggi i cui resti sono stati trovati dall'esercito israeliano in una parte segreta di un tunnel a Khan Yunis, nel sud della Striscia, sono quelli di Alex Dancyg, 75 anni, Yagev Buchshtav, 35, Chaim Peri, 79, Yoram Metzger, 80, Nadav Popplewell, 51, e Avraham Munder, 79.

07:18
07:18
La portaerei americana Uss Lincoln è arrivata in Medio Oriente

La portaerei americana Uss Abraham Lincoln e i cacciatorpediniere al suo seguito sono arrivati in Medio Oriente, comunicano le forze armate statunitensi.

«Equipaggiata con caccia F-35C e F/A-18 Block III», la Lincoln «è entrata nell'area di responsabilità del Comando centrale» militare degli Stati Uniti, afferma lo stesso Centcom sul suo account X.

Il Pentagono ha dichiarato l'11 agosto che il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin aveva ordinato alla portaerei di «accelerare il suo transito» verso il Medio Oriente, dopo l'aumento dei timori di una grave escalation in seguito alle minacce di ritorsioni contro Israele da parte di Hezbollah e dell'Iran per l'uccisione di leader islamisti.

06:29
06:29
Il punto alle 06.00

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno dieci persone sono morte e diverse altre rimaste ferite in un bombardamento che stanotte ha colpito una casa a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza.

Wafa afferma pure che almeno tre persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito una casa nel campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza. Vittime vengono segnalate anche in quello di Jabalia e a Khan Yunis.

Sarebbero intanto saliti a 11 i morti nel raid delle ultime ore su Beit Lahia, nel nord dell'enclave palestinese. L'agenzia di stampa turca Anadolou riferisce di 13 feriti in un bombardamento notturno sul campo profughi di Nuseirat.

Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso è di almeno 40.223 morti e 92.981 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto pressione sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per  raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Hamas a Gaza durante una telefonata. Lo riferisce la Casa Bianca. «Il  presidente ha sottolineato l'urgenza di chiudere l'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi e ha discusso i  prossimi negoziati al Cairo per rimuovere gli ostacoli rimanenti», ha aggiunto in una dichiarazione. Al colloquio «ha partecipato la vicepresidente Kamala Harris».

Alcune centinaia di manifestanti pro-Gaza sono radunate a Union Park, vicino allo United Center dove si tiene la terza serata della convention democratica Usa. Si dicono arrabbiati per il sostegno dei dem a Israele e molti di loro affermano che non intendono votare per nessuno dei due maggiori candidati alla Casa Bianca.