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Biden: «Spero in un cessate il fuoco a Gaza entro lunedì»

È quanto rivelato dal presidente degli Stati Uniti durante un evento elettorale a New York – Abu Mazen accetta le dimissioni del premier palestinese – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Biden: «Spero in un cessate il fuoco a Gaza entro lunedì»
Red. Online
26.02.2024 06:00
23:50
23:50
Biden: «Spero in un cessate il fuoco a Gaza entro lunedì»

«La mia speranza è che ci sia un cessate il fuoco entro lunedì prossimo» a Gaza: lo ha detto Joe Biden durante un evento elettorale a New York.

23:23
23:23
«Se c'è un accordo, i palestinesi ritorneranno nel nord di Gaza»

Secondo Al Jazeera, ripresa da Haaretz, in base alla bozza di accordo tra i vertici del Mossad e dello Shin Bet con il primo ministro del Qatar e il capo dei servizi segreti egiziani, Israele acconsentirebbe al graduale ritorno dei palestinesi dal nord di Gaza ad eccezione dei giovani che sono «in età di reclutamento».

Secondo le indiscrezioni, Israele accetterebbe di liberare 400 prigionieri palestinesi che scontano condanne per crimini legati al terrorismo, in cambio di 40 donne e anziani in ostaggio. Inoltre Israele avrebbe acconsentito di sospendere i suoi voli sulla Striscia di Gaza, compresi i voli di raccolta di informazioni, per otto ore al giorno.

20:04
20:04
«Ok allo scambio di 5 soldatesse per 15 palestinesi condannati»

I negoziatori israeliani hanno concordato in privato su una proposta americana che vedrebbe il rilascio di cinque donne soldato israeliane per 15 palestinesi condannati per gravi accuse di terrorismo.

Lo scrive il New York Times citando dirigenti a conoscenza degli sforzi di mediazione in corso.

18:53
18:53
In Israele si vota per le amministrative

Milioni di israeliani si recano domani alle urne per le elezioni amministrative mentre da cinque mesi l'esercito è impegnato contro Hamas, decine di località ai confini con Gaza e col Libano si sono svuotate a causa dei combattimenti e nel Paese ci sono oltre 150 mila sfollati.

Per il premier Benyamin Netanyahu e per il suo governo si tratta di un test importante: è la prima tornata elettorale dall'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso in un Paese dove cresce la preoccupazione non solo per la sicurezza personale ma anche per la situazione economica, minata dal crescente costo della vita.

Il premier israeliano arriva a questo appuntamento in una fase di relativa debolezza, col suo partito Likud fotografato dall'ultimo sondaggio con soli 18 seggi sui 120 della Knesset, al secondo posto dopo il partito "Unione nazionale" di Benny Gantz, che ne ottiene 39. Ma gli analisti dell'Istituto israeliano della democrazia (Idi) fanno rilevare che se in passato i candidati alla carica di sindaco cercavano l'appoggio dei maggiori partiti nazionali, adesso è in atto un processo inverso, pure significativo.

Nelle amministrative del 2018 erano identificate con il Likud 101 liste locali, quest'anno solo 74. Da un sondaggio dell'Idi è emerso anche che l' identificazione di una lista locale col Likud "scoraggerebbe oggi il 30 per cento degli elettori".

La situazione è migliore fra i centristi di Yesh Atid (il partito guidato dall'ex premier Yair Lapid), mentre fra i laburisti - il partito storico di Yitzhak Rabin e Shimon Peres - il collasso è totale. Nel 2018 sostenevano 52 liste locali, mentre adesso sono scesi a 17.

Molti analisti guardano intanto con interesse al nuovo arrivato di queste elezioni: il dinamico partito di estrema destra "Potere ebraico" del ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir che raccoglie notevoli consensi nelle periferie e nelle cosiddette "cittadine di sviluppo" (che un tempo erano monoliticamente filo-Likud). "Potere ebraico" va adesso all'arrembaggio in 43 località. A Tel Aviv (roccaforte della sinistra laica) ha stretto una alleanza elettorale col Likud, mentre a Gerusalemme sostiene il vice-sindaco nazionalista Arieh King.

L'analisi politica dei risultati del voto (che giungerà solo fra diversi giorni, dopo lo spoglio delle schede dei riservisti impegnati a Gaza) si prevede dunque molto complessa e probabilmente aperta a diversi scenari. Su almeno un punto, avverte l'Idi, sembra tuttavia emergere un dato significativo. Alla luce delle esperienze maturate nei mesi di guerra la maggior parte degli israeliani danno voti lusinghieri ai loro dirigenti locali, mentre esprimono grande insoddisfazione per il comportamento dei ministeri. Desiderano inoltre un trasferimento significativo di poteri dal governo alle amministrazioni locali. La 'pagella' del governo Netanyahu, secondo questo sondaggio, appare dunque negativa e difficilmente il premier potrà ignorarlo.

18:11
18:11
Abu Mazen accetta le dimissioni del premier palestinese

Il presidente palestinese Abu Mazen ha accettato le dimissioni del premier Mohammed Shtayyeh che le aveva presentate questa mattina. Lo ha riferito la Wafa secondo cui Abu Mazen ha chiesto a Shtayyeh e al suo governo di restare per la «gestione temporanea del lavoro fino alla formazione di un nuovo governo».

18:01
18:01
«Ucciso Hossein Salami, comandante di Hezbollah»

In un raid israeliano nel sud del Libano è stato ucciso Hassan Hossein Salami «il terrorista di Hezbollah responsabile della regione di Hajir».

Lo ha fatto sapere il portavoce militare sottolineando che «Salami faceva parte dell'Unità Nasser di Hezbollah e ha comandato di recente le attività terroristiche degli Hezbollah contro civili e soldati, inclusi lanci di missili anti tank verso la città di Kiryat Shmona e i comandi della 769esima Brigata».

16:10
16:10
«Decine di razzi dal Libano verso le Alture del Golan»

Decine di razzi sono stati tirati dagli Hezbollah dal Libano verso le Alture del Golan in Israele. Lo ha detto, citati dai media, il portavoce militare aggiungendo che alcuni «sono stati intercettati dall'Iron Dome», il sistema di difesa antimissili.

Non ci sono al momento notizie di vittime.

Hezbollah ha poi affermato di aver lanciato 60 razzi katiuscia contro una base militare israeliane in Alta Galilea. E questo in risposta al raid aereo israeliano su Baalbeck, nell'alta valle della Bekaa al confine con la Siria.

15:23
15:23
Morto il militare che si era dato fuoco davanti all'ambasciata

Un membro attivo dell'aeronautica americana è morto dopo essersi dato fuoco davanti all'ambasciata israeliana a Washington durante il fine settimana per protestare contro la guerra a Gaza. Lo ha reso noto oggi il Pentagono.

Un portavoce dell'aeronautica militare ha detto che l'uomo «è morto la notte scorsa per le ferite riportate». Il Pentagono non ha fornito ufficialmente le generalità, ma ha detto che «ulteriori dettagli 24 ore saranno dati dopo che saranno notificati i parenti».

12:42
12:42
Razzi di Hezbollah contro soldati israeliani a Shtula

Un acquartieramento di soldati israeliani in un insediamento in Alta Galilea è stato colpito poco fa con razzi sparati dal sud del Libano dagli Hezbollah libanesi.

Lo riferiscono media di Beirut, secondo cui i due razzi sono caduti nel centro abitato di Shtula, situato di fronte alla cittadina libanese di Aita Shaab.

Gli stessi media libanesi affermano che sirene di allarme hanno suonato poco fa in tutta l'Alta Galilea occidentale, nelle comunità di Shtula, Even Menahem, Arab Aramshe, Zar'it e Gorern.

11:11
11:11
L'Idf colpisce in profondità nel territorio libanese

Israele in questo momento sta colpendo «nel profondo» del territorio del Libano, ha fatto sapere un portavoce militare.

Anche i media libanesi scrivono che Israele ha compiuto oggi il primo raid aereo nella valle orientale libanese della Bekaa, roccaforte degli Hezbollah libanesi, dall'inizio del conflitto con lo stesso movimento armato filoiraniano lo scorso 8 ottobre.

Secondo le prime informazioni, il raid aereo è stato compiuto con due missili sparati contro un capannone contenente derrate alimentari nella località di Adus, pochi chilometri a ovest del capoluogo Baalbeck, a circa 100 chilometri a nordest della capitale Beirut. Stando ad alcune fonti locali si registrano alcuni feriti, trasportati in ospedale.

Le prime immagini dell'area colpita diffuse sulle reti sociali mostrano una distesa di calcinacci e una carcassa annerita e capovolta di un furgone.

10:07
10:07
Si dimette il governo dell'Autorità palestinese

Il governo dell'Autorità palestinese, con sede nella Cisgiordania occupata, ha presentato oggi le proprie dimissioni al presidente Abu Mazen (Mahmoud Abbas), ha dichiarato il primo ministro Mohammed Shtayeh.

«Ho presentato le dimissioni del governo al presidente il 20 febbraio e le presento oggi per iscritto», ha dichiarato Shtayeh a Ramallah (Cisgiordania), aggiungendo che questa decisione è stata presa «alla luce degli sviluppi legati all'aggressione contro Gaza».

L'annuncio di Shtayeh è giunto all'inizio della seduta del Consiglio dei ministri, in cui il premier ha descritto a lungo la gravità della situazione creatasi a Gaza.

«Io penso - ha affermato, citato da Wafa, l'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) - che la prossima fase richieda una riorganizzazione nel Governo e nella politica che prenda in considerazione la nuova realtà nella Striscia di Gaza, i colloqui di unità nazionale e la necessità del raggiungimento di un consenso interpalestinese basato sulle fondamenta nazionali, su una vasta partecipazione, sull'unione delle file e sull'estensione della autorità dell'Anp sull'intero territorio».

07:14
07:14
Militare si dà fuoco davanti all'ambasciata di Israele a Washington

Ieri un militare delle forze aeree statunitensi si è dato fuoco davanti all'ambasciata di Israele a Washington, riporta il quotidiano New York Post, secondo il quale l'uomo in uniforme prima di appiccare le fiamme avrebbe detto di «non voler più essere complice del genocidio a Gaza. Questo è un atto di protesta estremo. Free Palestine». L'uomo è ricoverato in ospedale in condizioni critiche.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

L’esercito israeliano ha presentato un piano per l’evacuazione dei civili dalle zone di combattimento» nella Striscia di Gaza. A dare la notizia è l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe chiesto che i detenuti palestinesi sottoposti ad alto livello di sicurezza che verrebbero rilasciati in cambio degli ostaggi nelle mani di Hamas siano trasferiti in Qatar. A sostenerlo è l’emittente Channel 12.