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«Bisogna revocare le sanzioni internazionali contro la Siria»

A sostenerlo è Abu Mohammad al-Jolani, il leader della coalizione a maggioranza islamica che ha preso il potere nel Paese, secondo cui questa è l’unica via percorribile se si vuole che i rifugiati sfollati da oltre 13 anni di conflitto ritornino in patria – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Bisogna revocare le sanzioni internazionali contro la Siria»
Red. Online
17.12.2024 06:00
19:07
19:07
Netanyahu: «Resteremo sul monte Hermon fino a nuovo accordo»

Parlando dal versante siriano del Monte Hermon, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dichiarato che Israele rimarrà sull'altura «finché non verrà trovato un altro accordo che garantisca la sicurezza di Israele». Lo riporta il Times of Israel.

«Ero qui 53 anni fa con i miei soldati in una pattuglia Sayeret Matkal», ha detto, dicendo di pensarci con nostalgia. «Il posto non è cambiato, è lo stesso, ma la sua importanza per la sicurezza di Israele si è rafforzata negli ultimi anni, e specialmente nelle ultime settimane con i drammatici eventi che si stanno verificando qui sotto di noi, in Siria. Concluderemo l'accordo migliore che garantisca la nostra sicurezza», ha aggiunto.

19:01
19:01
ONU: «Sconsigliato il ritorno su larga scala di persone in Siria»

La responsabile dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Amy Pope, ha dichiarato che l'agenzia delle Nazioni Unite non consiglia il ritorno su larga scala di persone in Siria prima che la situazione nel Paese si sia stabilizzata.

«Le persone hanno il diritto di tornare a casa ma non stiamo consigliando alcun tipo di ritorno su larga scala... il sistema non può sopportare questo tipo di afflusso», ha dichiarato Pope durante una visita in Libano, aggiungendo che «senza un investimento nella Siria stessa, rimandare indietro le persone non farà altro che destabilizzare ulteriormente il Paese e probabilmente creerà pressioni affinché le persone tornino a migrare».

16:58
16:58
Inviato ONU in Siria: «Il conflitto non è ancora finito»

L'inviato speciale dell'ONU in Siria Geir O. Pedersen ha avvertito che «il conflitto non è ancora finito». Ieri Pedersen ha incontrato a Damasco una delegazione della Syrian Negotiations Commission (SNC) composta da diverse componenti della commissione, tra cui rappresentanti militari che hanno preso parte alle recenti operazioni militari in Siria.

Pedersen ha evidenziato gli scontri tra gruppi curdi e sostenuti dalla Turchia nel nord. «Ci sono state significative ostilità nelle ultime due settimane, prima che venisse mediato un cessate il fuoco... La tregua di cinque giorni è ora scaduta e sono seriamente preoccupato per le segnalazioni di escalation militare», ha aggiunto, avvertendo che «un'escalation del genere potrebbe essere catastrofica».

16:13
16:13
Hamas: «I colloqui sulla tregua sono seri e positivi»

Hamas ha dichiarato che i colloqui sulla tregua che sono in corso a Doha, in Qatar, sono «seri e positivi».

La dichiarazione arriva un giorno dopo che una delegazione israeliana è arrivata a Doha per incontrare i mediatori. «Hamas afferma che, alla luce delle discussioni serie e positive che si stanno svolgendo oggi a Doha sotto gli auspici dei nostri fratelli qatarioti ed egiziani, è possibile raggiungere un accordo per un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri (ostaggi detenuti a Gaza e detenuti palestinesi da Israele, ndr) se l'occupazione smette di imporre nuove condizioni», ha dichiarato Hamas in un comunicato.

15:29
15:29
«100 mila corpi in una fossa comune vicino Damasco»

Una fossa comune con almeno 100.000 corpi di persone uccise dal regime del deposto presidente Bashar al-Assad sarebbe stata trovata fuori Damasco. Lo afferma il capo dell'ONG Syrian Emergency Task Force, Mouaz Moustafa, ripreso da Al Jazeera.

Mouaz Moustafa ha affermato che il sito di al-Qutayfah, 40 km a nord della capitale siriana, era una delle cinque fosse comuni da lui identificate nel corso degli anni.

«Centomila è la stima più prudente del numero di corpi sepolti nel sito - ha detto Moustafa - È una stima molto, molto estremamente prudente».

15:06
15:06
La Francia chiede alle autorità siriane di proseguire lotta all'Isis

Il gruppo di diplomatici francesi che si è recato oggi a Damasco ha chiesto alle nuove autorità di transizione di «proseguire la lotta contro l'Isis e gli altri gruppi terroristici», ha fatto sapere il ministero degli Esteri francese.

La Francia - ha aggiunto il Quai d'Orsay - ha fatto sapere che sarà «attenta affinché siano garantiti gli interessi collettivi della sicurezza», che «passano dal proseguimento della lotta contro l'Isis e gli altri gruppi terroristici, alla prevenzione della disseminazione delle armi chimiche del regime siriano». I diplomatici francesi hanno inoltre sottolineato che «la Francia determinerà il suo impegno in Siria alla luce di questi criteri».

La Francia aveva deciso di inviare una squadra di 4 diplomatici che hanno avuto un incontro con un rappresentante designato dalle autorità di transizione. I diplomatici gli hanno ribadito che la Francia auspica per i siriani, «conformemente agli ideali della rivoluzione del 2011 che ha sostenuto, una transizione politica pacifica, rappresentativa di tutte le componenti della società siriana, che rispetti i diritti di tutti i siriani, comprese le donne».

14:42
14:42
Ankara ribadisce l'appello per il cessate il fuoco a Gaza

«Ribadiamo il nostro appello per firmare un accordo di cessate il fuoco (nella Striscia di Gaza) il prima possibile e ad esercitare la pressione necessaria su Israele per garantire che gli aiuti umanitari arrivino ininterrottamente nella regione». Lo ha affermato il ministero degli Esteri turco in un comunicato, secondo cui «negli ultimi giorni, gli attacchi di Israele contro i civili e le infrastrutture civili si sono intensificati, e centinaia di palestinesi innocenti sono stati uccisi in attacchi contro edifici scolastici e campi profughi» nella Striscia.

«I recenti sviluppi nella nostra regione non dovrebbero portare la comunità internazionale a ignorare il genocidio commesso da Israele a Gaza», conclude la nota.

13:59
13:59
Hamas accetta una nuova proposta per una tregua di 60 giorni

Una nuova proposta per una pausa di 60 giorni negli scontri e lo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi sarebbe stata accettata da Hamas, che avrebbe ceduto alle sue richieste di una fine della guerra e del ritiro completo delle forze israeliane da Gaza: lo ha detto un funzionario di Hamas al Washington Post.

Il gruppo insiste, però, ancora affinché ai palestinesi sfollati sia consentito di tornare nella parte settentrionale di Gaza, ha detto il funzionario.

13:24
13:24
Diplomatici tedeschi inviati a Damasco

Una delegazione di diplomatici tedeschi è stata inviata oggi a Damasco, per entrare in contatto diretto con il governo di transizione istituito dai ribelli vincitori. I primi colloqui con l'Hts si terranno martedì nella capitale siriana, secondo quanto riferito da un portavoce del Ministero degli Esteri alla Dpa.

La delegazione tedesca deve anche esplorare la possibilità di una presenza diplomatica a Damasco, secondo il portavoce. Sono previsti anche incontri con la società civile siriana e con i rappresentanti delle comunità cristiane. Della delegazione fa parte anche un rappresentante del Ministero dello Sviluppo tedesco.

12:48
12:48
L'ONU prevede il rientro in Siria di un milione di rifugiati nel 2025

L'Onu prevede il rientro in Siria di un milione di rifugiati tra gennaio e giugno 2025. «Abbiamo previsto che, tra gennaio e giugno del prossimo anno, circa un milione di siriani potrebbe fare ritorno», ha dichiarato Rema Jamous Imseis, direttrice per il Medio Oriente e il Nord Africa dell'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), durante una conferenza stampa a Ginevra. 

12:08
12:08
Kallas: «Pronti a riaprire l'ambasciata UE a Damasco»

«Siamo pronti a riaprire la nostra delegazione, l'ambasciata UE, a Damasco. Vogliamo che sia di nuovo pienamente operativa». Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, in chiusura del dibattito sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo.

«Ho chiesto al nostro capo delegazione di andare a Damasco ieri per avere primi contatti costruttivi con la nuova leadership e vari altri gruppi», ha aggiunto.

12:04
12:04
«I morti a Gaza sono 45.059»

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 45.059, di cui 31 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 107.041, secondo la stessa fonte.

12:01
12:01
Jolani: «La Siria non sarà la base per attacchi contro Israele»

La Siria «non verrà utilizzata» come base per attacchi contro Israele o qualsiasi altro Stato. Lo ha detto Abu Mohammad al-Jolani, il capo della coalizione islamista che ha preso il potere a Damasco, in un'intervista al britannico Times.

Allo stesso tempo il leader ha sottolineato che lo Stato ebraico deve porre fine agli attacchi aerei in Siria e ritirarsi dal territorio occupato nel Golan siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad. «La giustificazione di Israele era la presenza di Hezbollah e delle milizie iraniane, e quella giustificazione è venuta meno», ha aggiunto.

«Non vogliamo alcun conflitto né con Israele né con nessun altro», ha precisato al-Jolani nell'intervista al Times che ora, sottolinea il quotidiano, preferisce essere chiamato con il nome di nascita, Ahmed al-Shara. Oltre a ribadire la richiesta di revocare tutte le sanzioni occidentali contro la Siria, ha chiesto, rivolgendosi in particolare ai governi di Londra e Washington, di eliminare la designazione di organizzazione terroristica sul suo gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), noto fino a qualche tempo fa con il nome di Fronte al-Nusra, affiliato ad al Qaida e inserito nella lista nera a livello globale.

«La Siria è molto importante dal punto di vista geopolitico. Dovrebbero eliminare tutte le restrizioni imposte al carnefice e alla vittima: ora il carnefice non c'è più. E questo non è oggetto di negoziazione», ha tagliato corto al-Jolani. Per poi rassicurare sul rispetto delle minoranze del Paese, come cristiani e drusi, di cui ha detto di aver incontrato i rappresentanti.

Mentre la promessa amnistia riguarderà tutti i siriani tranne quelli che hanno preso parte alle torture del vecchio regime. «Metà della popolazione è all'estero e molti non hanno i documenti», ha affermato, riferendosi ai milioni di profughi siriani partiti a causa della guerra civile iniziata nel 2011. «Dobbiamo riportare indietro le persone dai Paesi vicini e dalla Turchia, e dall'Europa».

Jolani ha inoltre minimizzato sulla possibilità di imporre la legge islamica in Siria, affermando che non ci saranno interferenze profonde con le libertà personali pur nel rispetto delle tradizioni.

12:00
12:00
«Gli USA sono preoccupati, la Turchia sembra pronta a un'incursione in Siria»

Alti funzionari statunitensi affermano che la Turchia e le milizie sue alleate stanno rafforzando le loro forze lungo il confine con la Siria, sollevando l'allarme sul fatto che Ankara si stia preparando per un'incursione su larga scala nel territorio controllato dai curdi siriani sostenuti dagli americani. Lo scrive il Wall Street Journal.

Le forze includono miliziani e commando turchi in uniforme e artiglieria in gran numero, concentrati nei pressi di Kobane, una città a maggioranza curda in Siria, al confine settentrionale con la Turchia, hanno affermato i funzionari. Un'operazione transfrontaliera turca potrebbe essere imminente, ha affermato uno dei funzionari statunitensi.

11:52
11:52
Khamenei: «La resistenza non è morta, Israele sarà sconfitto»

«L'idea dell'America, di Israele e di alcuni dei loro alleati riguardo al fatto che la resistenza è finita è completamente sbagliata». Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei.

«Sarà Israele ad essere estirpato», ha aggiunto Khamenei, come riferisce Isna, in un discorso a Teheran durante un incontro pubblico con delle donne in occasione dell'anniversario della nascita della figlia del profeta Maometto, Hazrat Zahra.

«Il percorso dei martiri della resistenza continuerà e il popolo, Gaza e il Libano resisteranno contro le aggressioni quotidiane del regime sionista», ha inoltre dichiarato Khamenei.

11:51
11:51
Katz: «Israele manterrà il controllo militare a Gaza dopo la guerra»

Il ministro della Difesa Israel Katz afferma che Israele continuerà a governare militarmente Gaza dopo la guerra. Lo riporta il Times of Israel.

«Una volta sconfitto il potere militare e il potere dominante di Hamas a Gaza, Israele controllerà la sicurezza a Gaza con piena libertà di agire, proprio come in Giudea e Samaria», afferma, riferendosi alla Cisgiordania.

«Non permetteremo alcuna attività terroristica contro le comunità israeliane e i cittadini di Gaza. Non permetteremo un ritorno alla realtà precedente al 7 ottobre».

11:47
11:47
ONU: «Possibili aiuti umanitari ambiziosi alla Siria»

Il capo delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari ha dichiarato oggi di essere «incoraggiato» dopo gli incontri a Damasco con i nuovi leader siriani, affermando che ci sono le «basi per un ambizioso aumento del sostegno umanitario vitale» al Paese.

«Momento di cauta speranza in Siria», ha scritto Tom Fletcher su X dopo aver incontrato il leader del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Abu Mohammed al-Jolani.

11:41
11:41
Von der Leyen: «Bisogna lavorare sui flussi di rifugiati e sulla sicurezza in Siria»

«È importante garantire che l'incertezza prolungata» in Siria «non inneschi nuovi flussi di rifugiati». Lo scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella lettera sulla migrazione inviata ai leader Ue in vista del Consiglio europeo.

«La caduta del regime di Assad avrà un impatto diverso su tutti i vicini della Siria, immediatamente colpiti dai movimenti dei rifugiati siriani. Alcuni hanno già attraversato il confine, desiderosi di tornare a casa», sottolinea von der Leyen, indicando che l'Ue e i suoi Stati membri sono chiamati ad «aiutare Libano, Giordania e Turchia a prepararsi per diverse eventualità, tra cui la pianificazione di emergenza per movimenti imprevedibili di persone e nuove sfide alla sicurezza».

«Man mano che diventerà più chiaro come sarà governata la Siria, rafforzeremo la nostra presenza sul campo, così come il nostro supporto socioeconomico e i progetti di ricostruzione», indica von der Leyen, nella missiva.

«Con la fine del regime di Assad, diventeranno possibili nuovi modi di lavorare con la Siria», evidenzia la tedesca, precisando che, con la «necessaria cautela» davanti alla «situazione instabile», l'Ue dovrebbe «considerare a quali condizioni partecipare agli sforzi per sostenere la ricostruzione della Siria da decenni di autoritarismo, interferenza regionale e guerra civile».

«Nel 2024, gli aiuti umanitari dell'Ue a coloro che si trovano all'interno della Siria hanno raggiunto oltre 163 milioni di euro (poco più di 153 milioni di franchi) e gli aiuti non umanitari i 36 milioni», ha ricordato.

09:31
09:31
Kallas: «Pronti a rivedere le sanzioni UE contro la Siria»

«Siamo pronti ad aumentare l'assistenza umanitaria» per la Siria, «dobbiamo adattare i nostri parametri di ripresa alla nuova realtà politica in vista di un'eventuale ricostruzione» e «iniziare a riflettere su una possibile revisione del nostro regime di sanzioni, al fine di sostenere il percorso della Siria verso la ripresa mantenendo al contempo la nostra influenza».

Lo ha detto l'Alto rappresentante UE, Kaja Kallas, nel suo intervento sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo.

09:30
09:30
«USA e Germania complici del genocidio israeliano a Gaza»

«Gli Stati Uniti e la Germania stanno aiutando e favorendo il genocidio israeliano e quindi sono complici del genocidio israeliano a Gaza, come è anche menzionato in una dichiarazione del relatore speciale delle Nazioni Unite, che ha detto che questi Paesi sono i fornitori del 99% delle armi a Israele», ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei.

BaghaeI, riporta l'agenzia Irna, ha inoltre condannato i recenti attacchi aerei di Stati Uniti e Regno Unito sullo Yemen. «Le ripetute aggressioni militari di questi Paesi nello Yemen e il loro sostegno al genocidio israeliano a Gaza sono una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite», ha sottolineato, invitando le organizzazioni mondiali e gli Stati islamici a «intraprendere un'azione legale decisiva contro gli attacchi allo Yemen, che hanno destabilizzato la regione dell'Asia occidentale».

09:26
09:26
OMS: «L'inferno a Gaza deve finire»

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha chiesto la «tutela dell'assistenza sanitaria» per i pazienti ricoverati negli ospedali di Gaza, dopo una recente visita all'ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia.

«Le condizioni dell'ospedale sono semplicemente spaventose», ha scritto su X il capo dell'Oms: «Chiediamo la tutela dell'assistenza sanitaria e la fine di questo inferno! Cessate il fuoco!», ha aggiunto.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

Almeno 12 morti sono stati registrati negli ultimi attacchi su Gaza da parte delle forze armate israeliane. Lo riferisce Al Jazeera in base ai report dei propri corrispondenti. L'esercito israeliano ha bombardato una casa nel quartiere di Daraj, a est di Gaza City, uccidendo almeno otto persone e ferendone altre. Almeno quattro persone, inoltre, sono state uccise a seguito di un attacco con droni e missili nel campo profughi di Shati, a nord-ovest della città di Gaza.

In Siria, intanto, Abu Mohammad al-Jolani, il leader della coalizione a maggioranza islamica che ha preso il potere nel Paese, ha dichiarato che le sanzioni internazionali contro Damasco devono essere revocate se si vuole che i rifugiati sfollati da oltre 13 anni di conflitto ritornino. Durante un incontro con una delegazione di diplomatici britannici, al-Jolani ha parlato dell'importanza di ripristinare le relazioni con Londra e ha sottolineato la necessità di revocare tutte le sanzioni imposte alla Siria per consentire ai rifugiati siriani di tornare nel loro Paese.

Sempre al-Jolani ha dichiarato che è necessario un «contratto» tra lo Stato e tutte le fedi presenti nel Paese con molte minoranze per garantire la «giustizia sociale». «La Siria deve rimanere unita e deve esserci un contratto sociale tra lo Stato e tutte le fedi per garantire la giustizia sociale», ha dichiarato al-Jolani durante un incontro con dignitari e notabili della comunità drusa, nelle osservazioni riportate dal canale Telegram della coalizione guidata dal gruppo radicale sunnita Hayat Tahrir al-Sham.