Blanco fa scattare la febbre di Sanremo anche in Ticino

Mentre Blanco ribaltava il palco di Sanremo, in Ticino si dormiva. Il cantante, con il suo gesto di sfogo (e se fosse stato tutto studiato?) fa scattare la febbre di Sanremo, ma non per tutti. Ecco un viaggio tra le piazze ticinesi per capire quanto piaccia l'ultima edizione del festival della canzone italiana subito dopo la sua prima serata, quella tra martedì e mercoledì. Una produzione, quella targata 2023, da tutto esaurito e con cifre da capogiro: 11 milioni di telespettatori per uno share del 62,4%. Qualcuno l'ha paragonata ai Mondiali. O al Super Bowl. Sì, perché secondo una stima del Sole 24 Ore, la kermesse musicale potrebbe tagliare il traguardo dei 50 milioni di euro di raccolta pubblicitaria (nel 2022 erano 42). Nadia, 25.enne di Bellinzona, che lavora nelle ferrovie, lo considera un appuntamento fisso, di anno in anno: «Lo guardo tutti gli anni—dice annuendo con un sorriso—. E sono ancora più motivata a farlo perché c'è Chiara Ferragni, un personaggio che adoro. A me piace tantissimo come imprenditrice, come figura femminile». Lungo la via, Fabiano di Monte Carasso sembra non far caso alla fredda giornata dal cielo plumbeo. Ai piedi del viale alberato, iniziano a far capolino gli addobbi del Rabadan, il carnevale della capitale che si svolgerà dal 16 al 21 febbraio. «Sanre... che? E che cos'è?! Non ho la più pallida idea di che cosa sia», esclama in dialetto. Ma sembra voler ironizzare. «No, proprio non mi interessa. Però, come si dice... mi entra da una parte e mi esce dall'altra». Decisamente più informato Michele, che arriva dall'Ungheria e si trova a Locarno per una breve vacanza, in quel momento a passeggio nella zona del Grand Hotel Locarno. «Chi vince questo festival musicale, va poi all'Eurovision song contest, rappresentando l'Italia». In effetti, non tutti pensano alla rassegna canora come a una pre-selezione per l'evento «gemello» a livello europeo. Il giovane afferma di aver studiato molto bene la cultura italiana, all'università. Il suo italiano è perfetto. «Diventerò professore di storia e di italiano in Ungheria. E ho conosciuto Andrea Boccelli». La giovanissima Simonne, invece, sostiene di non seguire, né conoscere, la manifestazione. «Mia madre la guarda, io no». E se ne va salutando con molta cortesia. Qualche metro oltre, nel punto vendita di una nota catena di ristoranti familiari, un gruppo di suoi coetanei ha le idee decisamente più confuse. «Un concorso di gente che canta!», esclama Selim, che non riesce a trattenersi dalle risate. Oltre la porta è appena uscita Astrid, forse un filo incuriosita, che abita a Bosco Gurin. «Non lo so... da quanto ho capito, c'è una persona che vince alla fine, giusto?». Insomma, un Ticino dalle mille sfumature nei confronti del popolarissimo Sanremo.
Dalle parti di via Ramogna ecco Amandine, in compagnia del figlio, che sta scorrendo le vetrine. «Non lo seguo tanto, per la verità non l'ho mai seguito», esordisce la giovane, che nella vita lavora come segretaria. «Ah, ma aspetta! In realtà ho visto una canzone ieri, perché ero curiosa. Eh, purtroppo non ricordo il titolo... le canzoni non mi restano in testa. A parte i Måneskin che hanno vinto l'anno scorso (nel 2021, ndr), oppure quell'altra, ‘Concedimi’».
«Mi impegno di più a studiare architettura o altre cose che mi interessano piuttosto che guardare la TV. Categorica la giovane Alice, studente alla commercio e aspirante architetto. Ma, anche se non guarda Sanremo, la musica la ascolta comunque: con gli auricolari alle orecchie persino durante l’intervista a Bellinzona. (Vedi alla voce: “giovani e multiesecutori”)». Rosi, di professione ristoratrice, Sanremo lo guarda tutti gli anni, ma «quest’anno un po’ meno, perché in vacanza». In Svizzera, a Lugano, dalla Toscana. E manco a farlo apposta, ad averla colpita più di tutto è il monologo del suo conterraneo Roberto Benigni. Per Alessandro, agente di commercio, Sanremo è una delle manifestazioni più importanti d’Italia e una «importantissima possibilità di esposizione per i cantanti». «Serve a pubblicizzare la musica italiana a livello europeo», gli fa eco Giampiero, studente di musica a Lugano. Inoltre è un evento che «intrattiene: almeno per una settimana all’anno si stacca da tutto il resto. Un po’ come i Mondiali». Anche se, ammette subito dopo, la kermesse non se la guarda tutta ma segue solo la serata finale.
Valentina di Orselina, poi, le canzoni neanche le prende in considerazione: «Sanremo non l’ho mai guardato», spiega candidamente. Ma qualche informazione su questa kermesse le è comunque arrivata: le polemiche sui vestiti e il monologo di Chiara Ferragni. «Prima il Festival lo snobbavo», ammette Martina, commessa in un negozio di via Nassa. «ho cominciato a seguirlo solo negli ultimi anni, e devo dire che è divertente, non solo per ascoltare nuove canzoni e per conoscere cantanti di nicchia, ma anche per tutto quello che ci sta attorno: il monologo di Benigni, la polemica sul comportamento di Blanco».
Anche per Christian, di Lugano, ad essere «carino» è «tutto il contorno, come per esempio il Fantafestival. A livello di canzoni penso che vogliano fare contenti un po' tutti: ci sono quelli di una volta, come Anna Oxa o i Cugini di campagna, ma anche giovani fuoriusciti dai vari talent show». Per lui, Sanremo sarà anche un evento «carino» ma, ammette in conclusione, «più di quel tanto non resisto: alle dieci e mezza me ne vado a dormire».