Bosnia

Blinken: «Dodik viola la costituzione e l'accordo Dayton»

Il capo della diplomazia Usa ha infatti condannato con forza la firma, ieri, da parte di Dodik di un decreto che autorizza l'entrata in vigore di leggi annullate dall'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina Christina Schmidt
© AP Photo/Armin Durgut
Ats
08.07.2023 15:58

Nuovo intervento del segretario di Stato Usa Antony Blinken sul leader serbo-bosniaco Milorad Dodik. Il capo della diplomazia Usa ha infatti condannato con forza la firma, ieri, da parte di Dodik di un decreto che autorizza l'entrata in vigore di leggi annullate dall'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina Christina Schmidt.

Così facendo e negando i poteri dell'Alto rappresentante, osserva Blinken citato dai media a Sarajevo, «si viola la costituzione della Bosnia-Erzegovina e si mina l'accordo di pace di Dayton», ha detto Blinken. «Gli Stati Uniti sostengono l'Ufficio dell'Alto rappresentante, la Bosnia-Erzegovina e la sua sovranità, integrità territoriale e carattere multietnico», ha aggiunto il segretario di stato Usa, che già in passato a più riprese è intervenuto per denunciare la crescente politica secessionista di Milorad Dodik, ritenuta un pericolo per la stabilità e l'integrità della Bosnia-Erzegovina

«Più che una guerra in Bosnia-Erzegovina mi preoccupa il rischio di un collasso economico e demografico di quel Paese», ha detto dal canto suo a Zagabria a una conferenza stampa prima di recarsi al Dubrovnik Forum, Gabriel Escobar, vicesegretario di stato aggiunto americano, che è inviato speciale di Washington per i Balcani occidentali.

La Bosnia registra la peggiore crescita economica in paragone agli altri Paesi della regione, ha spiegato, e di conseguenza «i giovani se ne vanno, non perché non vorrebbero vivere in una società multietnica, ma perché non riescono a trovare lavoro senza raccomandazioni e corruzione».

«I diritti politici delle etnie che vivono in Bosnia devono essere preservati e protetti» ha affermato Escobar rispondendo alle domande dei giornalisti sui recenti sviluppi in Bosnia-Erzegovina. Il diplomatico americano ha tuttavia posto maggiore enfasi sulle condizioni in cui vivono i giovani che non riescono ad avere una vita normale in termini economici. Escobar ha affermato che l'economia dell'entità serba della Bosnia-Erzegovina, la Republika Srpska (Rs), versa «in pessime condizioni». E il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik «non è più visto come una persona efficace nella gestione economica».

Escobar ha anche detto che gli Stati Uniti difenderanno gli accordi di Pace di Dayton del 1995. Non esiste un percorso legale per la secessione di nessuna delle due entità che formano il Paese, ha affermato sottolineando l'importanza di «proteggere l'integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina». L'inviato Usa ha affermato che il suo Paese reagirà con forza, se necessario, e utilizzerà tutti i mezzi legali, incluse le sanzioni, dopo l'annuncio di Dodik nei giorni scorsi di un referendum sullo status dell'entità serba e le ultime mosse del leader serbo bosniaco che hanno deteriorato la situazione politica. Il diplomatico statunitense ha quindi affermato che Dodik «è diventato uno dei più grandi portavoce» del presidente russo Vladimir Putin nella regione.

Intentata un'azione legale contro l'Alto rappresentante internazionale per il Paese

Il presidente della Republika Srpska, l'entità serba della Bosnia-Erzegovina, Milorad Dodik, ha annunciato oggi di aver intentato un'azione legale contro l'Alto rappresentante internazionale per il Paese, Christian Schmidt, colpevole di aver contrastato il parlamento locale annullandone la decisione adottata la settimana scorsa con l'intento di invalidare le sentenze della Corte costituzionale bosniaca.

L'Assemblea nazionale della Republika Srpska ha promulgato questa decisione contestando la Corte costituzionale bosniaca perché entità giuridica «parziale» in quanto autorizzata a convocare sessioni e adottare decisioni senza la presenza di giudici serbi. Dodik e i suoi alleati criticano anche il fatto che la natura nazionale della Corte costituzionale sia stata macchiata dall'inclusione di tre giudici stranieri: un magistrato tedesco, un albanese e uno svizzero.

In risposta, Schmidt ha deciso di utilizzare i poteri assegnatigli dal suo incarico e previsti dagli accordi di pace di Dayton (USA) del 1995 che hanno posto fine alla guerra in Bosnia Erzegovina, per invalidare la decisione del parlamento serbo-bosniaco, interpretandola praticamente come un atto di secessione.

Dodik contesta la legittimità della figura di Schmidt in quanto non convalidata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e su questo ha basato la sua denuncia contro il rappresentante presso l'ufficio del procuratore di Banja Luka. «Ha praticato in questo modo per anni senza l'autorizzazione del Consiglio di sicurezza», ha scritto sul suo account Twitter. «Con l'intento di arrecare danno, Schmidt si è presentato falsamente come funzionario, e così facendo ha commesso i reati di esercizio abusivo di professione e falsa dichiarazione ai sensi degli articoli 310 e 313 del nostro codice penale», ha affermato.

Dodik ha anche citato in giudizio il direttore della Gazzetta ufficiale della Bosnia ed Erzegovina, Dragan Prusina, poiché il Parlamento serbo bosniaco aveva anche vietato di pubblicare decisioni della Corte costituzionale. Schmidt ha invalidato anche tale parere e Prusina ha deciso di mantenere intatta la pubblicazione, ottemperando all'ordine del rappresentante internazionale, per Dodik «un abuso di potere».

La condanna dell'Unione Europea

La rappresentanza della Ue a Sarajevo ha condannato fermamente la decisione del leader serbo-bosniaco Milorad Dodik di firmare ieri un decreto che autorizza l'entrata in vigore di leggi adottate dalla Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba di Bosnia-Erzegovina di cui Dodik è presidente, ma annullate dall'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt.

Per l'Unione europea, tali decreti di Dodik non hanno valore legale. «Una tale escalation non favorisce passi avanti alla Bosnia-Erzegovina. Ciò aggrava la crisi politica, provoca ulteriore incertezza giuridica e scoraggia gli investimenti, influendo negativamente sulla vita dei cittadini», ha reso noto in una dichiarazione la rappresentanza Ue a Sarajevo. Una condanna dell'azione politica del leader serbo-bosniaco Dodik è giunta oggi anche dal segretario di stato Usa Antony Blinken.

Il nuovo acuirsi della crisi politico-istituzionale in Bosnia-Erzegovina è stato al centro di un incontro oggi a Sarajevo fra l'Alto rappresentante Schmidt e Stewart Peach, inviato speciale del governo britannico per i Balcani occidentali. Il diplomatico Gb ha espresso pieno appoggio a Schmidt e alle sue decisioni, nel duro braccio di ferro con Milorad Dodik, sottolineando la grande importanza di preservare pace e stabilità nei Balcani occidentali. Ribadendo il sostegno al processo di integrazione europea della Bosnia-Erzegovina, Schmidt e Peach hanno concordato sul ruolo significativo di Eufor, la missione militare europea, nel garantire la stabilità nel Paese e nel resto della regione.