Brinzio, la pista da fondo usata anche dai ticinesi rischia di sparire

Una pista da fondo di oltre cinque chilometri in mezzo ai boschi di Brinzio, comune che confina con Varese, gratuita, aperta a tutti e ben tenuta, ogni anno – neve permettendo – battuta da una squadra di decine di volontari, e dove nell’inverno 2021 persino la nazionale italiana è venuta ad allenarsi prima di partire per i Campionati del Mondo in Svezia. Un luogo ben conosciuto e frequentato dagli sportivi lombardi e ticinesi.
Tutto questo rischia di naufragare per un esposto che alcuni privati hanno inviato al Comune contestando l’irregolarità di due casette in legno impiegate da anni come riparo per un gatto delle nevi e alcune motoslitte. Un abuso edilizio secondo l’ufficio tecnico comunale che ha intimato di smontare il tutto ai volontari del Centro Fondo Brinzio, la realtà nata negli anni Ottanta su impulso della società sportiva Sci Nordico Varese e della Proloco Brinzio per garantire la gestione dei due anelli, uno blu completamente pianeggiante di circa 3 chilometri e uno rosso con alcune brevi salite e discese mai pericolose di 5 chilometri.
«Qui, negli inverni più rigidi, quando in passato nevicava molto più di oggi, non c’era tregua. Mi chiamavano da Milano, mi telefonavano dalla Svizzera per sapere se la pista era battuta e in paese arrivavano centinaia di sportivi», spiega il presidente di Sci Nordico Varese Luciano Genovese che non si capacita di come sia possibile perdere l’intero indotto di volontari al servizio della pista, per tutti in paese la «pista delle verze», perché nata in un campo agricolo (si trova esattamente dietro il municipio di Brinzio) poi con gli anni ribattezzata Pista Campo dei Fiori, omologata per la categoria B, in grado di ospitare gare di portata europea.
Ora l’unica ipotesi è di riuscire a far sedere tutti i soggetti interessati – amministrazione comunale e associazioni – per cercare una soluzione. Secondo il presidente del Parco campo dei Fiori Giuseppe Barra (ente estraneo alla vicenda, anche se la pista è posizionata all’interno dei confini del parco), si tratta «di un'impasse che deve venir superata, anche alla luce del fatto che questa zona rappresenta un incredibile patrimonio comune anche ad altri sport». In ballo non c’è solo una tradizione da portare avanti (sono già tre le generazioni che si sono passate il testimone per garantire la possibilità di sciare aperta a tutti), ma anche l’avvicinarsi delle olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026: la pista non ha innevamento artificiale ma in caso di nevicate abbondanti il manto nevoso risulta piuttosto durevole. A patto che possa ancora venir battuto.