British Museum colpito da uno scandalo, che fine hanno fatto gli oggetti preziosi?
Oggetti preziosi spariti o danneggiati. Una persona licenziata. Un'indagine in corso. È uno scandalo quello che ha travolto il famoso British Museum di Londra. Uno dei più grandi e importanti musei della storia del mondo. I fatti risalgono all'inizio dell'anno, quando all'interno dell'istituzione si sono accorti della sparizione di una serie di oggetti, inclusi gioielli in oro e pietre semipreziose risalenti al XV secolo avanti Cristo. La vicenda è venuta alla luce ora, con la conclusione dell'inchiesta interna che ha portato al licenziamento di un dipendente. Il caso è quindi stato affidato a Scotland Yard.
Un dipendente, come detto, è stato licenziato. Potrebbe avere rubato, nascosto o perduto alcuni dei reperti custoditi. O lo avrebbe permesso a qualcun altro. I dettagli sono al momento sconosciuti, ma la polizia non ha per il momento incriminato nessuno.
George Osborne, ex ministro del Tesoro britannico e ora presidente del museo, ha spiegato che la priorità è «recuperare gli oggetti rubati»: «Abbiamo accolto con estrema preoccupazione, all’inizio di quest’anno, la notizia che pezzi della nostra collezione sono stati rubati. Abbiamo subito avvertito le forze dell’ordine, imposto misure di emergenza per aumentare la sicurezza, avviato un’inchiesta interna e preso tutte le misure disciplinari possibili contro l’individuo considerato responsabile. Dobbiamo capire che cosa si poteva fare per impedire il furto e investire in sicurezza per essere sicuri che non accada di nuovo».
Le domande sono molte. Ma, soprattutto, c'è l'imbarazzo per uno dei massimi poli della cultura mondiale e orgoglio della nazione. È un incidente molto insolito – ha aggiunto il direttore del British Museum –. So di parlare a nome di tutti i colleghi quando dico che prendiamo molto sul serio la salvaguardia degli oggetti in nostra custodia».
Non è stata fornita una lista degli oggetti rubati. Una nota diffusa dal museo parla di «piccoli pezzi» conservati nelle riserve, non esposti al pubblico di recente e utilizzati «principalmente per scopi di ricerca»: «Si tratta di gioielli d'oro, pietre semipreziose e oggetti in vetro risalenti al periodo compreso tra il XV secolo avanti Cristo e il XIX secolo dopo Cristo». Non erano opere esposte al pubblico, bensì conservate in un magazzino. A guidare l'inchiesta indipendente saranno sir Nigel Boardman, ex membro del CdA del museo, e la comandante della British Transport Police, Lucy D'Orsi.
La vicenda è tutta da chiarire. Ma già sembra una trama da film. Magari con Sherlock Holmes come protagonista.