Russia

Brunello Cucinelli, Prada e gli altri: a Mosca, nonostante le sanzioni, il lusso spadroneggia

Le importazioni parallele dei grandi marchi di moda consentono ai centri commerciali e ai negozi della capitale di proporre praticamente la stessa merce di prima
© AP/Alexander Zemlianichenko
Red. Online
05.01.2025 06:00

Nonostante le sanzioni occidentali, sempre più pesanti, e l'esodo dei grandi marchi in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca, la fascia più ricca della popolazione russa continua, nella capitale ma non solo, ad avere accesso a un'ampia gamma di prodotti di lusso dell'Occidente. Proprio a Mosca, nei quartieri centrali dello shopping d'élite, i grandi magazzini e i negozi, in vetrina, mostrano abiti firmati, gioielli e tanti, tantissimi altri prodotti. Sfidando, di fatto, le tesi di chi prevedeva una Russia isolata dal resto del mondo. Parentesi: proprio oggi abbiamo riferito di come, al netto delle misure nei confronti di Mosca, i russi continuino a importare automobili di lusso europee.

«Non vedo particolari cambiamenti rispetto al periodo pre-guerra» ha detto Natalia, una dentista di 51 anni durante una passeggiata nel sontuoso (e storico) centro commerciale GUM, che si affaccia sulla Piazza Rossa. «Forse tre negozi, Chanel, Dior e Hermès, se ne sono andati. Tutti gli altri sono rimasti come prima. Anche Brunello Cucinelli è qui». «Volevano isolarci? Ma per favore! Siamo così isolati qui che è persino divertente» le ha fatto eco Sergei, pensionato di 61 anni, uscendo da un negozio di lusso.

Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e il Regno Unito hanno vietato l'esportazione di beni di lusso in Russia come parte delle loro sanzioni in risposta all'invasione dell'Ucraina. Anche numerosi marchi hanno volontariamente abbandonato il mercato russo, tra cui Chanel, Hermès, nonché i conglomerati LVMH e Kering. Tuttavia, quasi tre anni dopo, molti dei loro loghi e prodotti si trovano ancora sugli scaffali dei negozi di Mosca. E mentre alcuni di questi marchi hanno chiuso le loro vetrine a Mosca, altri hanno mantenuto i loro contratti di locazione, segnalando potenziali piani di ritorno.

«La loro partenza annunciata è pura ipocrisia» ha dichiarato all'agenzia AFP un uomo d'affari francese che vende beni di lusso a Mosca. «Anche se i loro negozi sono ufficialmente chiusi, questi marchi vendono ai russi attraverso marketplace e rivenditori», ha aggiunto, chiedendo di poter mantenere l'anonimato. Le merci sottoposte a sanzioni continuano a entrare in Russia attraverso intermediari in Paesi terzi come il Kirghizistan, il Kazakistan e l'Azerbaigian, Stati ex sovietici con stretti legami con Mosca. I dati sulle esportazioni, non a caso, mostrano un'impennata del commercio tra queste nazioni e i Paesi occidentali da quando sono state imposte le sanzioni.

«In un modo o nell'altro, tutto viene importato» ha detto Elena, 38 anni, responsabile marketing di un designer di lingerie di lusso, durante una giornata di shopping nel centro di Mosca. «È un po' più complicato, ma nel complesso tutti se la cavano». Nello specifico, i prodotti di marchi come Prada, Yves Saint Laurent e Alexander McQueen sono ancora presenti sugli scaffali dei grandi magazzini TSUM di Mosca. I prezzi, addirittura, sono «più competitivi che a Dubai», una città che è diventata un punto di riferimento per i russi più ricchi da quando è diventato più difficile viaggiare in Europa. «A Dubai, in effetti, le vendite di beni di lusso sono esplose dopo l'invasione dell'Ucraina del febbraio 2022» ha specificato l'uomo d'affari francese.

I russi più ricchi si rivolgono anche ai cosiddetti «compratori», un revival della pratica degli anni Novanta in cui gli intermediari acquistano articoli di lusso nelle città europee e li spediscono in Russia. Andrei, uno stilista di 52 anni che si occupa di clienti di fascia alta, ha dichiarato all'AFP che questi acquirenti ora lavorano direttamente con le boutique di Milano, Parigi e Londra per soddisfare gli ordini di mobili, stoviglie, gioielli e pellicce. Alcuni ritengono che, data la sostenuta domanda di beni occidentali di lusso in Russia, i marchi stranieri torneranno di corsa non appena sarà possibile. «È solo questione di tempo» ha chiosato Andrei.

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