Bufera sulla lettera di Lufthansa alle famiglie delle vittime del volo Germanwings

BERLINO - Bufera su una lettera che la Lufthansa ha inviato ai parenti delle vittime del disastro aereo Germanwings sulle Alpi francesi del 2015: nella missiva si sostiene che, prima dello schianto, i passeggeri non si sarebbero accorti di nulla e non avrebbero quindi avuto paura di morire. Lo riferisce il quotidiano tedesco Bild sottolineando che la mossa della compagnia potrebbe essere un tentativo di ridurre i risarcimenti alle famiglie dei 150 a bordo del volo 9525 Barcellona-Düsseldorf che si schiantò quattro anni per il suicidio del co-pilota in quel momento da solo ai comandi.
Nella lettera si afferma «che i passeggeri non avrebbero avvertito nulla della caduta». Ma la tesi, ricorda il Bild, è smentita anche da quanto affermato dall’avvocato di un parente di due vittime, Elmar Giemulla, secondo cui le registrazioni audio «hanno confermato che nei dieci ultimi minuti del volo» il comandante cercò di sfondare la porta della cabina di pilotaggio per bloccare il suicida (e dando quindi ai passeggeri l’impressione che stesse avvenendo qualcosa di molto grave).
Inoltre «a tratti il velivolo precipitò a 90 km/h mentre in fase di atterraggio sono normali 24 km/h»: una «differenza chiaramente notevole», ha detto l’esperto dando l’idea del lungo panico che si sarebbe vissuto a bordo.
L’avvocato accusa Lufthansa, del cui gruppo fa parte la compagnia low-cost Germanwings, affermando come fosse «chiaro» già all’inizio della sua formazione che il pilota soffriva di depressione. Il giovane volava grazie a permessi speciali cui non fecero seguito nuove valutazioni delle sue condizioni, come peraltro richiesto da una direttiva dell’aprile 2013, riferisce il Bild segnalando che «in autunno» ci sarà un’udienza sulla richiesta di risarcimento.