Caduta e poi investita: mamma muore sulla A2
L’autostrada che correva nella notte, la caduta sull’asfalto, le luci di un’auto, l’impatto. Gli ultimi fotogrammi di una vita spezzata.
Ci arrivano da Rancate, dove alle 1.30 di oggi una donna, una mamma, è morta.
La dinamica è di quelle che si vedono raramente. A memoria, i colleghi che seguono le cronache cantonali da decenni non ricordano un caso simile. Il dramma si è consumato sulla A2, appena prima dello svincolo che porta a Stabio e poi a Varese. Stando ad una prima ricostruzione, come fa sapere la Polizia cantonale in una nota ufficiale, la vittima, una trentaseienne della regione, si trovava a bordo di una motocicletta guidata da un quarantatreenne anche lui residente nel Mendrisiotto, che circolava nella corsia centrale.
Ad un certo punto, per ragioni che l’inchiesta dovrà stabilire, la passeggera è rovinata a terra. Poi, in un lasso di tempo che al momento ci è impossibile quantificare, è sopraggiunta una vettura guidata da una ventitreenne italiana residente in provincia di Como. La ragazza procedeva sulla corsia di sinistra, la più veloce. E l’ha investita.
Non c’era ormai più niente da fare quando sul posto sono arrivati i soccorritori del Servizio Autoambulanza del Mendrisiotto. «A causa delle gravi ferite riportate» la donna è deceduta là, su quell’asfalto.
Lascia due figlie, di quattro e sei anni. Le descriveva come «il regalo più bello che la vita mi ha dato».
Illesi nel fisico
Sul luogo del dramma nel frattempo sono giunti gli agenti della Polizia cantonale, aiutati dai colleghi della Polizia di Mendrisio e dalle Guardie di confine.
Il conducente della moto e la ragazza che guidava l’auto sono rimasti illesi. Nel fisico, perlomeno. Per cominciare a curare le altre loro ferite è stato chiesto l’intervento del Care Team, il gruppo di specialisti che offre un sostengo psicologico in situazioni simili.
Gli specialisti della Scientifica intanto hanno iniziato le loro analisi per capire la dinamica e le cause della tragedia. Il tratto autostradale in questione è rimasto chiuso fino circa alle 5.
Lasciava il segno
Nelle ore successive la notizia si è diffusa, stendendo un velo di tristezza fra chi conosceva la vittima, e non solo.
«L’avevo conosciuta qualche mese fa» ci racconta al telefono Michele Salimbene, presidente dell’Associazione Amici di Ligrignano, attiva contro l’isolamento sociale. Una missione, quest’ultima, che la trentaseienne interpretava al meglio: «Era una ragazza solare, sorridente e disponibile. Da noi ha lasciato il segno, perché era sempre presente e partecipava ad ogni iniziativa. Era bravissima a coinvolgere le persone».