Campione: un po' come Livigno, almeno per le sigarette
Sale e tabacchi. L’insegna con la grossa «T» campeggia ancora sulle vecchie tabaccherie italiane anche se il sale non è più un bene di monopolio dello Stato – e avrà avuto un suo senso anche la scelta di Piero Chiara d’intitolare Sale & tabacchi la rubrica che tenne a lungo sull’inserto culturale del Corriere del Ticino.
Di monopolio restano i tabacchi e presto – questa la novità – si potranno comprare a Campione d’Italia a prezzi privi dell’IVA italiana e quindi concorrenziali rispetto sia agli altri negozi italiani, sia a quelli ticinesi. La rivendita, come reso noto dall’Agenzia di dogane e monopoli della Repubblica, ha l’autorizzazione ad esercitare dal primo novembre in prossimità del casinò municipale, ma deve ancora essere scelto un gestore. La possibilità in ogni caso «costituisce un altro tassello dell’inclusione di Campione d’Italia nel territorio dell’Unione doganale europea avvenuta il 1 gennaio del 2020». Inclusione obtorto collo, come si sa, dato che la misura a Campione d’Italia ha generato radicali cambiamenti di usi e consuetudini – dalle Poste alle targhe degli autoveicoli, per tacere del problema dello smaltimento dei rifiuti – ai quali gli abitanti dell’enclave faticano ad abituarsi, tanto più che l’ingresso nel territorio doganale UE, con i suoi inattesi sconquassi, è arrivato nello sprofondo della crisi determinata dalla chiusura del casinò e con la pandemia lì lì per incombere. Ma tant’è: la rivendita di tabacchi almeno sarà comoda per i campionesi, che non se ne erano mai potuti avvalere, e certo interessante per tutti i fumatori. Con l’inclusione, in virtù della sua natura di exclave, Campione d’Italia ha però mantenuto «l’esclusione dall’IVA nazionale dei prodotti ivi venduti», comprese appunto le sigarette, seppure, come annota l’Agenzia di dogane e monopoli, «con l’aggiunta di una imposta locale di consumo pari al 7,7% a beneficio del Comune stesso»: un’imposta applicata secondo aliquote allineate a quelle dell’IVA svizzera.
Bene per l’economia
La nuova rivendita di Campione d’Italia non è ancora aperta, come detto, ma i nuovi prezzi dei tabacchi lavorati «commercializzati sul territorio nazionale e destinati ad essere venduti all’interno del territorio di Campione d’Italia, adeguati in ragione della minore incidenza fiscale» sono già stati stabiliti. Solo per fare un esempio, un pacchetto di Marlboro 100S, che nel resto d’Italia è in vendita a 6 euro, nell’enclave ne costerà 5,30. Non è chiaro se l’importo sia già comprensivo dell’imposta locale, ma per il sindaco Roberto Canesi la rivendita è comunque ben accetta: «Aprirà sotto i portici della piccola piazza, tra il Grand Hotel e il Casinò», fianco a fianco alla sala scommesse: sale che, si può aggiungere, è assai frequentata dalla clientela ticinese. «Eserciterà un suo appeal, utile anche alla casa da gioco e dunque allo sviluppo dell’economia campionese», osserva ancora Canesi, che non dimentica i valori bollati mai venduti finora nell’enclave.
Quei timori elvetici
La novità campionese fa pensare al caso di Livigno, dove tuttavia l’offerta di prodotti senza IVA è più ampia e non si applica il 7,7% previsto per allinearsi all’aliquota svizzera. Eppure, prima che l’enclave entrasse nello spazio doganale europeo, il timore che potesse crearsi una situazione simile a quella della località montana, da parte elvetica, c’era. «Campione d’Italia non dovrebbe diventare una ‘nuova Livigno’» aveva dichiarato il Consiglio federale rispondendo al consigliere nazionale ticinese Marco Romano.