Cantoni, prevale il rosso nei bilanci del 2023
Se per i conti cantonali del 2021 (e verosimilmente anche per quelli di quest'anno) gli utili della Banca nazionale hanno avuto un effetto benefico, trasformando diversi deficit in avanzi di esercizio e migliorando ovunque i risultati, per l’anno prossimo le prospettive sono decisamente più fosche. Quest’anno, la BNS ha potuto distribuire a Confederazione e Cantoni 6 miliardi (2 alla prima, 4 ai secondi), l’importo massimo previsto dalla convenzione. Nel frattempo la situazione è decisamente peggiorata. Secondo uno studio di UBS, il terzo trimestre si dovrebbe chiudere con una perdita contabile di 140-150 miliardi, a causa del calo delle Borse e dell’indebolimento del corso delle valute estere, di cui l’istituto di emissione dispone in grande quantità. Se questa cifra dovesse essere confermata anche a fine anno, la BNS si vedrebbe costretta a chiudere i rubinetti, perché le perdite supererebbero di gran lunga le riserve di distribuzione. Il Ticino ha messo a preventivo un deficit di 79,5 milioni, contando su un forte contributo della BNS, anche se inferiore a quello di quest’anno (137 invece di 162 milioni). Ma nell’ipotesi peggiore di mancata redistribuzione degli utili, il disavanzo d’esercizio potrebbe peggiorare fino a superare la soglia dei 200 milioni. Come si sono regolati gli altri?
Diversi Cantoni prevedono cifre rosse. Di questi, quasi tutti hanno già considerato una riduzione parziale delle entrate BNS, più o meno consistente. Zurigo, ad esempio, prevede un deficit di 568 milioni. Il Consiglio di Stato ha calcolato una distribuzione parecchio ridotta, che da sola peggiora i conti di 355 milioni (su un bilancio di 18 miliardi). Ginevra, dal canto suo, prevede un contributo dimezzato, con un conseguente deficit di 420 milioni. Cifre rosse anche nel Canton Vaud (-227 milioni), che però non ha fornito indicazioni sulla BNS.
Ad Argovia, il disavanzo d’esercizio sfiora i 200 milioni di franchi. Il Governo ha attribuito il risultato alle maggiori spese per la gestione della crisi ucraina e alla BNS: in totale sono previsti 160 milioni, 53 in meno rispetto al 2022. Una contabilizzazione parziale degli utili della banca è stata fatta anche da Uri (-11,4 milioni con un deficit di 7,6 milioni), Neuchâtel (9,5 milioni di disavanzo, con un «contributo minimo» non meglio specificato dell’istituto di emissione), Sciaffusa (deficit di 11 milioni) mette a bilancio un contributo inferiore, pari a 26,5 milioni. A Turgovia sono previsti un deficit di 43 milioni e un contributo analogo (parecchio ridotto rispetto a quello del 2022). Senza BNS tutti questi bilanci verrebbero peggiorati.
Il Canton Berna, da parte sua, indica un avanzo di 114 milioni di franchi, considerando però il contributo della BNS identico a quello di quest’anno, pari a 480 milioni. Anche San Gallo, il cui deficit è di 43 milioni, ha messo in conto l’importo integrale, al pari di Lucerna che prevede un avanzo di 14 milioni. Cifre nere pure a Basilea Città (66 milioni, con una redistribuzione media dell’utile), Basilea Campagna (26 milioni e redistribuzione parziale), Vallese (24 milioni e redistribuzione parziale) e Svitto (2 milioni e versamento BNS ridotto di 50 milioni). Anche in questi casi, senza tutti i soldi della BNS ci sarebbero conti in rosso. Fra i Cantoni che prevedono un avanzo senza la BNS ci sono, per ora, solo Friburgo (100 mila franchi) e Zugo (253 milioni).