L'analisi

Carenza di personale sanitario: la coperta sarà sempre più corta

L’invecchiamento della popolazione e della forza lavoro, la crescente domanda di servizi sanitari e la difficoltà nel ricambio generazionale sono all’origine di una tendenza che preoccupa la politica - La radiografia dettagliata e lo sguardo sul prossimo decennio
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
28.02.2025 06:00

Un’analisi approfondita sulla carenza di personale nel settore sociosanitario in Ticino. La fotografia scattata dall’Ufficio cantonale di statistica è stata pubblica ieri, riunendo in un unico testo un vastissimo numero di dati statistici riguardanti la demografia, la formazione, la migrazione e l’occupazione. Un vero e proprio compendio su uno dei temi più delicati che attanagliano la nostra società. Una società che invecchia e che, a fronte della crescente penuria di personale sociosanitario, deve trovare soluzioni alternative. Per farlo, però, occorre monitorare il fenomeno in ogni sua singola sfaccettatura, come rileva il ricercatore e autore dello studio, Francesco Giudici.

Prognosi futura

Innanzitutto, che cosa dicono le previsioni? Al riguardo, l’esperto ricorda due prognosi da cui non si può prescindere. La prima è del Dipartimento della sanità e della socialità. Tenendo conto di un insieme di fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione, il fattore demografico, nonché lo sviluppo della tecnologia medica, «nel settore somatico-acuto ci si attende un incremento del numero di pazienti (casi) del 4,8% entro il 2032 (portandoli da 57.000 a 60.000)».

La seconda stima, questa volta in termini di penuria di forza lavoro, è della SUPSI. Secondo l’autore, Edoardo Slerca, «nei prossimi anni è ragionevole aspettarsi che circa 40.000 lavoratori andranno in pensione e che buona partedi questi occupati siano residenti permanenti». Slerca, nel suo studio, stima che dal 2022 al 2026 il fabbisogno di personale nel settore «sanità e assistenza sociale» potrebbe aggirarsi attorno ai 7.000 posti di lavoro. Si tratta di uno dei settori maggiormente esposti.

Posti liberi e abbandoni

L’aumento drastico della carenza di personale nel settore delle cure in Svizzera emerge anche dal dato sui posti liberi. In venti anni, i posti vacanti sono decuplicati, passando da 2.000 a quasi 20.000. Parallelamente, la loro incidenza sul mercato del lavoro è salita dallo 0,3% al 2,2%. «Ciò indica una crescente difficoltà nel reclutare personale sanitario», rileva l’esperto. La percentuale di imprese sanitarie che faticano a trovare personale qualificato è infatti passata dal 20,3% nel 2004 al 53,6% nel 2023. Anche il numero di offerte di lavoro nel settore è più che raddoppiato tra il 2018 e il 2023.

Sul fronte dell’offerta, invece, dal 2010 al 2022, la quota di personale infermieristico in cerca di un nuovo impiego a causa di insoddisfazione è aumentata, a livello svizzero, dal 5,5% al 12,7%.

Il mancato ricambio

Tra i fattori che aggravano la carenza di personale ai primi posti troviamo il mancato ricambio generazionale. In Ticino, la fascia di età tra i 56 e i 64 anni è numerosa, mentre i giovani tra gli 11 e i 19 anni sono molti di meno. Questo squilibrio demografico fa prevedere che nei prossimi anni non ci saranno abbastanza nuovi lavoratori per sostituire chi andrà in pensione. La domanda di cure continuerà a crescere con l’aumento della popolazione anziana, mentre la forza lavoro invecchia senza un sufficiente ricambio. «Questo fenomeno è particolarmente critico nel settore sociosanitario, dove il personale è già più anziano rispetto ad altri ambiti lavorativi», osserva Giudici. Senza strategie efficaci per attrarre e formare nuove generazioni di operatori, quindi, il problema rischia di peggiorare, mettendo sotto pressione il sistema sanitario e assistenziale ticinese. «Secondo gli scenari demografici dell’USTAT si prevede che il numero di persone con più di 80 anni, che nel 2023 era di circa 27.700 (con un aumento pari al 46% rispetto al 2010), raggiungerà i 57.744 nel 2050, più che raddoppiando rispetto alla situazione attuale».

Evoluzione del personale

Negli ultimi anni, il personale attivo nei servizi sanitari in Ticino è aumentato, ma non abbastanza per colmare la crescente domanda. La proporzione di personale sanitario sul totale dei salariati è passato dal 6,8% del 2008 all’8,9% del 2022. In che modo hanno contribuito i frontalieri a questo aumento? «Sebbene i frontalieri siano meno presenti che in altri settori, il loro aumento nel periodo considerato è più importante (da 16,4% a 21,6%, +31,7%) rispetto all’aumento di frontalieri registrato complessivamente tra i salariati in Ticino (da 28,5% a 35,5% della forza lavoro salariata, +24,5%)». Detto altrimenti: l’aumento del personale sanitario è stato trainato soprattutto dai lavoratori frontalieri. Questo evidenzia la difficoltà nel trattenere personale locale e il rischio di un sistema sempre più dipendente da risorse esterne. Di qui la conclusione: la situazione richiede interventi mirati per rendere il settore più attrattivo e sostenibile nel lungo termine: «I dati demografici non lasciano dubbi: se si fa astrazione della componente migratoria e di quella frontaliera, capaci di attutire la carenza di personale sanitario e di cura in Ticino, il marcato invecchiamento della popolazione e della forza lavoro porteranno nei prossimi decenni a un mancato ricambio di professioniste e professionisti».