Cargo Sous Terrain: le critiche di Zurigo alla metropolitana per le merci

Il progetto, gestito interamente da privati, aveva suscitato grande interesse ed era partito sotto i migliori auspici. La «metropolitana per le merci» sotto l’Altopiano, meglio conosciuta come «Cargo sous terrain», prevede la realizzazione di una galleria (del diametro di 6 metri) a tre corsie, in funzione 24 ore su 24, per collegare importanti centri logistici, in modo da sgravare il traffico in superficie e ridurre le emissioni. Prevista fra San Gallo e Ginevra (e da Basilea a Lucerna), la rete di tunnel si dovrebbe estendere per circa 500 chilometri. Le merci, che viaggeranno a una velocità di 30 km/h, saranno immesse e ritirate in modo completamente automatizzato attraverso pozzi dotati di montacarichi. I costi complessivi si situerebbero attorno ai 30-35 miliardi di franchi. Lo Stato, che non partecipa finanziariamente, ha provveduto a creare le necessarie fondamenta giuridiche. La legge che istituisce la base legale per la realizzazione di Cargo sous terrain (CST) è entrata in vigore nell’estate del 2022. Considerato che il progetto ha ripercussioni rilevanti su pianificazione del territorio e ambiente, Berna ha elaborato nel Piano settoriale dei trasporti una nuova parte dedicata al trasporto di merci sotterraneo (SUG) dove CST, Confederazione e Cantoni coordinano gli interessi di pianificazione del territorio. Il SUG comprende il tracciato dell’infrastruttura sotterranea destinata al trasporto merci e l’ubicazione dei centri di distribuzione (hub).
Il primo troncone
Ma è proprio attorno a questo punto che stanno venendo alla luce resistenze. Il primo troncone di circa 70 chilometri deve collegare l’aeroporto di Kloten a Härkingen, nel canton Soletta. I lavori dovrebbero iniziare tra due anni, mentre i primi convogli verrebbero messi in circolazione nel 2031. La consultazione del piano settoriale si è conclusa oggi. La Città di Zurigo, punto fondamentale del progetto, è contraria agli hub previsti sul suo territorio, pur riconoscendo il carattere innovativo di CST. Da un lato, stando al Municipio, le ubicazioni degli hub non soddisfano i requisiti tecnici. Dall’altro, il contributo atteso alla riduzione del traffico nel trasporto merci è considerato trascurabile. L’Esecutivo, insomma, ritiene che gli svantaggi superino i vantaggi. Di qui la richiesta di un’ampia ponderazione degli interessi e un’analisi costi-benefici. Questa dovrebbe prendere in considerazione l’efficacia e la necessità del CST, nonché l’uso delle risorse e l’impatto ambientale associato. Gli hub sono previsti ad Albisrieden, Herdern e Oerlikon. Ad Albisrieden, secondo la Città, il previsto aumento del traffico sarebbe in conflitto con il traffico pedonale e ciclabile e con la sicurezza nel percorso verso la scuola. Un hub a Herdern sarebbe ben collegato alla rete ferroviaria e stradale. Tuttavia, ci sono riserve a causa della falda acquifera. Quanto a Oerlikon si trova in una zona densamente popolata. Il carico aggiuntivo derivante dal traffico pesante sarebbe difficile da gestire.
Dubbi sul calo dei flussi
Cargo sous terrain, sottolinea il Municipio, consentirebbe teoricamente di ridurre il traffico in superficie. Ma in realtà si potrebbe evitare solo il 3% circa del trasporto merci di superficie in città. Considerando il traffico motorizzato totale, la riduzione sarebbe solo dello 0,3%. I promotori, per contro, stimano una riduzione del chilometraggio in camion tra il 22 e il 32%. Sta di fatto, come aveva dichiarato negli scorsi giorni al «Tages-Anzeiger» il presidente del CdA Marco Rosso, «che per Cargo sous terrain non esiste uno scenario senza la Città. Vogliamo continuare a cercare il dialogo con il Comune».
A inizio aprile CST aveva ribadito gli aspetti positivi del progetto: la riduzione del traffico pesante sulle strade nazionali fino al 40%, l’impiego esclusivo di energie alternative e «un’efficiente distribuzione fine nelle città». Le critiche di Zurigo fanno seguito ad altre notizie non positive per il progetto, come le riserve espresse da alcuni imprenditori del settore della logistica sulla fattibilità e sulla redditività. Nell’autunno del 2022 le FFS avevano abbandonato la cordata, composta da Swisscom, Posta, aeroporto di Zurigo, Banca cantonale di Zurigo, La Mobiliare, Helvetia, Coop, Migros, Manor, Implenia, Holcim e i gruppi di logistica Rhenus e Panalpina. A fine aprile, il «Blick» aveva riportato indiscrezioni secondo cui anche il gigante giallo starebbe pensando di uscire. Per CST, secondo il giornale, questo rappresenterebbe un duro colpo.