Turismo

Cari turisti ticinesi, volete visitare Venezia? Il ticket d'ingresso è salito a 10 euro

Oggi entra in vigore l'aumento del biglietto per i visitatori di giornata – È ancora possibile spendere solo 5 euro, ma pagando in anticipo – Si tratta di una delle tante mosse, in Italia, per limitare il sovraturismo
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Red. Online
18.04.2025 18:30

Venezia, come noto, da tempo ha varato una stretta sul cosiddetto turismo mordi e fuggi o, se preferite, di giornata. La città, lo scorso anno, aveva introdotto un ticket d'ingresso per i visitatori che non pernottano in Laguna. Il prezzo? 5 euro. Fino a oggi, venerdì, con la tariffa portata a 10 euro. La prima giornata di ticket è scattata oggi, venerdì 18 aprile, e di fatto coprirà tutti i ponti e i fine settimana fino alla fine di luglio. In ogni caso, non sono state istituite soglie massime o limiti di presenze.

Il raddoppio della tassa si inserisce, allargando il campo e comprendendo l'Italia intera, in una serie di sforzi e iniziative per limitare il sovraturismo. Venezia, da sempre meta prediletta anche di molti ticinesi e turisti svizzeri, è solo uno degli esempi più evidenti. L'eccessiva presenza di visitatori, da nord a sud, ha provocato in Italia una carenza diffusa di alloggi a prezzi accessibili, oltre appunto a città affollate e attrazioni sovraccariche. Rimanendo a Venezia, dalle 29 giornate del 2024 si passa alle 54 giornate in cui, nel 2025, dovrà essere versato il contributo. A partire da quella odierna, come detto. I visitatori mordi e fuggi devono ottenere un codice QR online prima dell'arrivo e scaricarlo su un telefono cellulare. Chiunque fosse sprovvisto di biglietto rischia una multa fino a 300 euro. Il sistema è rimasto in gran parte invariato rispetto all'anno scorso, ma il pagamento è ora richiesto con maggiore frequenza e a un prezzo più elevato. Detto ciò, chi prenota in anticipo può ancora entrare in città per 5 euro: a pagare 10 euro saranno infatti solo i turisti che arrivano all'ultimo minuto. Che cosa si intende, esattamente, per ultimo minuto? Il costo resta invariato, 5 euro, solo per chi paga almeno quattro giorni prima dell'arrivo. I turisti che soggiornano in albergo, invece, continueranno a versare soltanto la tassa di soggiorno (da 1,50 a 5 euro a notte).

Per preservare l'autenticità dei centri storici e delle attrazioni, diverse destinazioni italiane stanno attuando restrizioni di accesso, tasse e divieti. Ogni estate, circa 4 milioni di persone visitano i resti di Pompei, la città sommersa dall'eruzione del Vesuvio, invadendo (è proprio il caso di dirlo) il parco archeologico. Per gestire la folla, è stato imposto un limite giornaliero di 20 mila visitatori e biglietti nominali. L'obiettivo, dichiarato, è quello di alleggerire il sito, preservando la sicurezza dei visitatori e il patrimonio secolare della città, dichiarata Patrimonio dell'Umanità.

Non finisce qui: la «Via dell'Amore», nelle Cinque Terre, punto di riferimento per i romantici, prima della frana del 2012 era visitato da 3,5 milioni di persone. Dopo oltre un decennio di restauro, il sentiero è stato riaperto l'anno scorso ma con forti restrizioni: possono accedervi solo 400 persone all'ora con un ritmo di 100 visitatori ogni quarto d'ora. A Roma, uno dei simboli della città, la Fontana di Trevi, oggetto di restauro negli ultimi mesi, da anni è meta di pellegrinaggi laici da parte di turisti. Il costante sovraffollamento ha indotto l'amministrazione comunale, i residenti e gli imprenditori a lanciare proposte per limitare il flusso di visitatori. Sul tavolo vi sono varie proposte: dalla limitazione dell'accesso alla prenotazione, passando per un ticket di 2 euro. 

A Venezia, in conclusione, molti si sono detti scettici sul fatto che le tariffe, da sole, possano effettivamente limitare la folla. In una città con prezzi a volte folli, d'altro canto, perché qualcuno dovrebbe essere scoraggiato da 10 euro? Al Caffè Florian, in Piazza San Marco, un cappuccino costa 12 euro, mentre la tariffa serale per un giro in gondola di mezz'ora è di 110 euro.