Carlà non poteva andare in Vaticano

PARIGI - Un «veto» del Vaticano ha costretto la Première Dame di Francia, Carla Bruni-Sarkozy, a restare «in penitenza» a Parigi in occasione della visita del presidente Nicolas Sarkozy da Papa Benedetto XVI.Poco prima della missione presidenziale, si legge oggi sul giornale satirico francese Le Canard Enchaîné, noto per essere sempre molto ben informato sui fatti, «i collaboratori di Papa Benedetto XVI hanno inviato un messaggio molto chiaro all'ambasciatore di Francia: 'Carla Sarkozy non è benvenuta in Vaticano'».
Il giornale sottolinea quindi che «non capita spesso di vedere una First Lady rifiutata dalla Santa Sede». «Certo - prosegue il giornale - nel dicembre del 2007, nel corso della prima visita papale di Sarkozy a Roma, Madame era già all'Eliseo. Ma all'epoca la coppia non si era ancora sposata e Carla avrebbe potuto difficilmente accompagnare il suo concubino in un viaggio ufficiale» in Vaticano.Per il giornale, il rifiuto della Santa sede non è solo da attribuirsi allo «status di divorziato di Nicolas Sarkozy. O alla situazione ragazza madre Carla (La Première dame ha avuto un figlio al di fuori del matrimonio, ndr.). Il Vaticano ha soprattutto paura della stampa italiana, che si scatena ad ogni visita della ex-top model. La Santa Sede vuole evitare di vedere accostate sui media foto che raffigurano Carla e il Papa, insieme ad altre foto della Première Dame, magari più 'libertine'».
Lo scorso 16 marzo, la Bruni, ha rivelato in un'intervista alla rivista «Studi cattolici», di pregare spesso. La Bruni ha però risposto di «non avere graduatorie» alla domanda su che posto abbia per lei la religione. «Tra i valori umani - ha aggiunto -privilegio l'amicizia'. Mentre secondo il Corriere della Sera, in Africa tra i bambini ammalati di Aids, lo scorso febbraio, la Première Dame aveva detto che «l'Italia non è laica. (...) Però ci sono altre strade che si possono percorrere per il dialogo per esempio sulla prevenzione dei virus, che non rimettono in questione le credenze. Non voglio giudicare l'Italia, so quanto conti la religione nel Paese». «Il Vaticano è uno Stato nello Stato: non è in Francia, non è in Spagna. È in Italia e non è un caso», aveva concluso la Bruni.