Carte top secret nell'ex ufficio di Biden, Trump attacca

Brutta grana per Joe Biden, una di quelle che potrebbe minare la sua ricandidatura alla Casa Bianca: mentre è in Messico per il summit nordamericano dei '3 amigos', i media USA hanno rivelato che i suoi avvocati personali hanno trovato documenti classificati in un ufficio privato di un think tank di Washington che ha usato come visiting professor della University of Pennsylvania dal 2017 alla sua elezione nel 2000.
Secondo la CNN, ci sono memo dell'intelligence e materiale dei briefing su dossier come l'Ucraina, l'Iran e il Regno Unito. In totale 10 documenti marcati come classificati e datati ad un'epoca compresa tra il 2013 e il 2016, quando Biden era vicepresidente. Le scatole con le carte top secret contenevano anche documenti personali della famiglia Biden, compreso materiale sull'organizzazione dei funerali del figlio Beau.
Una scoperta imbarazzante che, nonostante alcune differenze, rievoca il caso per cui è indagato Donald Trump, partito intanto subito all'attacco insieme ai repubblicani. Il ritrovamento risale al 2 novembre, una settimana prima delle elezioni di Midterm. Il giorno stesso gli Archivi Nazionali, informati dall'ufficio legale della Casa Bianca, hanno preso possesso del materiale e informato il dipartimento di Giustizia, che ora sta indagando.
L'attorney general Merrick Garland ha assegnato l'incarico alla procura di Chicago. Gli avvocati di Biden hanno scoperto le carte mentre stavano impacchettando tutto per liberare l'ufficio. Erano custodite in un armadietto chiuso, insieme ad altro materiale non classificato. Secondo la CNN, Biden non era a conoscenza di questi documenti e resta all'oscuro del loro contenuto.
Trump ha incassato subito il regalo inaspettato: «Quando l'Fbi farà un raid nelle molte case di Joe Biden, forse anche alla Casa Bianca? Quei documenti erano sicuramente non declassificati», ha attaccato sul social Truth il tycoon, che in passato si era lamentato delle perquisizioni nella sua residenza di Mar-a-Lago, dove l'Fbi ha sequestrato oltre cento carte top secret insieme ad altro materiale personale.
Anche il partito repubblicano ha aperto il fuoco. «Biden è stato molto critico verso il fatto che Trump ha erroneamente portato documenti classificati nella sua residenza e ora sembra che egli possa aver fatto lo stesso... Che ironia», ha detto il deputato James Comer, presidente in pectore della commissione di controllo della Camera, evocando lo spettro di una giustizia con due pesi e due misure.
Sarcastico il neo speaker della Camera: «Oh, davvero? Li hanno appena trovati dopo tutti questi anni...Che cosa aveva detto Biden dell'altro presidente che aveva documenti classificati?», ha osservato Kevin McCarthy, reduce dalla sua prima vittoria alla Camera, dove ha tenuto insieme l'esile maggioranza repubblicana nell'approvare le nuove regole chieste dai 20 ribelli in cambio della sua elezione.
E dove trova nuova linfa la commissione di indagine sugli abusi dell'amministrazione Biden, a partire dal dipartimento di Giustizia e dall'Fbi: un modo per ostacolare le indagini su Trump e per azzoppare la ricandidura di Biden. La scoperta aggiunge anche pressione sul procuratore speciale che indaga sul tycoon e accresce il dilemma di Garland, che rischia l'accusa di doppi standard se incriminerà Trump ma non Biden.
Certo, i due casi sembrano diversi: per la mole di documenti top secret, per la cooperazione di Biden contro le resistenze di Trump. Ma restano molti interrogativi, su cui per ora Biden mantiene il silenzio: aveva titolo per tenere quei documenti? Erano conservati in modo sicuro? Perché non sono stati riconsegnati prima agli Archivi Nazionali? Perché non ha rivelato subito la scoperta? In ogni caso, anche se le risposte saranno appropriate, qualsiasi distinzione con il caso di Trump sarà cancellata nella tempesta politica che è già scoppiata.