Caso Quadri, Norman Gobbi: «Temo non sia finita qui»
«Lo avevo detto». All’indomani della notizia della multa disciplinare inflitta dal Consiglio della Magistratura al giudice Siro Quadri per aver svolto funzioni non compatibili con il suo ruolo di magistrato, il consigliere di Stato Norman Gobbi ricorda quanto affermato nelle scorse settimane: «Sin da subito ho avvertito che la situazione al Tribunale penale cantonale era più complessa di quanto appariva. La decisione del CdM conferma questa mia previsione. Fino a ieri era infatti emersa solo una parte dell’intera vicenda». Guardando alla decisione del CdM, il consigliere di Stato ribadisce l’autonomia e l’indipendenza dell’organo di vigilanza: «Il CdM ha fatto le sue valutazioni e continuerà a farle anche in futuro». Già, perché secondo il direttore del DI, la spaccatura aperta in seno al TPC è molto più profonda. «La multa disciplinare palesa una situazione più ampia e grave. Purtroppo temo che non finirà qui». Del resto, a inizio ottobre, Gobbi lo aveva lasciato intendere in maniera esplicita durante una puntata della Domenica del Corriere: «Temo che non finirà bene. Ci saranno conseguenze gravi con il Parlamento che, un momento o l’altro, potrebbe nominare da due a tre nuovi giudici per il TPC».
«Corsa al massacro»
«Come Commissione giustizia e diritti non eravamo al corrente della pendenza; ci troviamo di fronte all’ennesima fuga di notizie», riconosce da parte sua Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione giustizia e diritti. «Al momento non abbiamo ancora avuto modo di consultare le carte, che si trovano in mano all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio». Ad ogni modo, la prima reazione del deputato è di sconforto: «Ciò che pare evidente, tuttavia, è che si sta consumando all’interno del TPC una corsa al massacro. In generale questa vicenda, anche se non c’entra nulla con il resto, aggiunge un ulteriore elemento di confusione ad una situazione già intricata». In merito al caso specifico legato alla sanzione al giudice Siro Quadri, il deputato del Centro riconosce che «il Consiglio della Magistratura ha svolto il suo lavoro, ora spetta al magistrato eventualmente impugnare la decisione e contestarla di fronte alle istanze preposte. Al di là di questo fatto, penso che l’ attenzione vada mantenuta sul Tribunale penale cantonale dove, per contro, gli interrogativi aperti sono ancora tanti e vanno chiariti. In altre parole, non vorrei che si metta l’accento sulla sanzione del giudice, dimenticandosi la gravità di tutto il resto. Il quadro generale è a dir poco disarmante.
«Un ulteriore danno»
Più tiepida la reazione di Matteo Quadranti. Il deputato liberale radicale, membro della Giustizia e diritti, precisa di «non conoscere la fattispecie, che però sembra esulare dal tema di cui la Commissione si è occupata fin qui». Il riferimento di Quadranti va alla lunga trafila di segnalazioni e querele che ha dato vita al cosiddetto «caos al TPC». Ma, al netto della premessa, anche per il deputato PLR «pare evidente che, anche in questo caso, la Giustizia ne esca danneggiata. Di principio qualsiasi sanzione, se confermata in via definitiva, sul comportamento di un magistrato, non è una buona notizia. È vero anche che non è la prima sentenza del Consiglio della Magistratura. Ci sono altre decisioni che, sia detto per inciso, solitamente non vengono pubblicate», conclude Quadranti.
«Complica il tutto»
«Non voglio giudicare né il caso specifico né la decisione dell’organo di vigilanza, di cui ho piena fiducia. L’entità della sanzione, tuttavia, è pesante: parliamo di 5.000 franchi». Per Ivo Durisch (PS) la vicenda non va quindi sottovalutata, anche perché una simile multa «presuppone episodi di una certa rilevanza». Per il deputato socialista, seppure il caso non sia direttamente riconducibile alle recenti vicende del TPC, «è chiaro che quanto appreso aggiunge un ulteriore tassello che complica il tutto». Durisch, infine, sottolinea comunque «un aspetto ‘‘positivo’’. Le decisioni iniziano a uscire. Ciò conferma che l’organo di vigilanza sta facendo il suo lavoro per riportare chiarezza e tranquillità in un settore chiave».
L’incontro
La Lega si limita «a prendere atto» della decisione del Consiglio della Magistratura. «Non conosciamo i dettagli», sottolinea Alessandro Mazzoleni, il quale guarda ai prossimi sviluppi. «Prossimamente la Commissione incontrerà i rappresentanti del CdM e del Tribunale d’appello per chiarire da un lato i contenuti del rapporto Galliani che ancora - e a mio avviso a giusta ragione - non abbiamo potuto visionare, dall’altro sarà anche l’occasione di tornare sulla multa disciplinare ricevuta dal giudice Quadri». Anche Mazzoleni evita ogni possibile speculazione, preferendo leggere la situazione nel suo complesso. «Si tratta dell’ennesimo episodio che mette in cattiva luce la Giustizia», spiega. «Un settore composto da moltissime persone che svolgono un lavoro impeccabile ma che si trovano al centro dell’opinione pubblica». Per Mazzoleni, il Dipartimento sta cercando di portare un po’ di ordine: «Se guardiamo alla questione logistica, l’iniziativa del Dipartimento dopo la bocciatura dello stabile EFG va salutata in maniera positiva».
«Siamo sorpresi»
Di «sorpresa» parla invece Marco Noi, co-coordinatore dei Verdi. «Al momento non abbiamo ancora avuto accesso alla decisione del CdM, che in qualità di membri della Commissione dovremmo poter visionare», dice. «Per quanto sia difficile pronunciarsi senza avere sottomano i dettagli, si tratta chiaramente di un tassello che rende ancora più intricata la già complessa situazione al TPC».
«Sarà ricorso»
La decisione del Consiglio della Magistratura verrà impugnata. Lo ha fatto sapere al CdT il legale del giudice, Marco Broggini definendo la sanzione «ridicola». «In primo luogo, in quanto il giudice Quadri si è limitato a fornire consigli in qualità di amico e senza alcuna rappresentanza legale». In seconda battuta, in quanto «i fatti su cui il Consiglio della Magistratura si è pronunciato giacevano sul tavolo da oltre un anno». Infine, perché la sanzione arriva da un organo che è stato a sua volta ricusato dallo stesso Quadri, conclude l’avvocato.