Centrali atomiche, 130 mila firme contro il divieto
Il divieto di costruire nuove centrali atomiche in Svizzera va rivisto.
È quanto si propongono i promotori dell'iniziativa popolare «Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)» che hanno inoltrato oggi alla Cancelleria federale circa 130 mila firme, ben oltre le 100 mila necessarie.
Il testo dell'iniziativa precisa che «sono ammissibili tutti i tipi di produzione di energia elettrica rispettosi del clima». Le centrali nucleari non sono esplicitamente menzionate.
Il Comitato d'iniziativa chiede un «approvvigionamento elettrico sicuro e neutrale dal punto di vista climatico, essenziale per la società e l'economia». Concretamente, deve essere garantito in ogni momento, grazie a chiare responsabilità assegnate dalla Confederazione.
Stando al comitato, gli ultimi inverni hanno dimostrato che la Svizzera non produce abbastanza elettricità e che dipende da fornitori stranieri. Il consigliere nazionale Christian Imark (UDC/SO) ritiene che, soprattutto alla luce dell'attuale situazione geopolitica in Europa, la Svizzera debba produrre autonomamente elettricità rispettosa del clima. Affidarsi esclusivamente alle importazioni è pericoloso.
Alla luce della carenza di elettricità l'anno scorso e delle misure di emergenza messe in atto, «la sicurezza dell'approvvigionamento non è più garantita e il rischio di black out è sempre presente», secondo il consigliere nazionale Marcel Dobler (PLR/SG).
A parere di Eduard Kiener, ex direttore dell'Ufficio federale dell'energia, «l'obiettivo zero emissioni entro il 2050 può essere raggiunto solo con l'aiuto dell'energia nucleare». Stando a Dobler bisogna eliminare i divieti tecnologici attuali per consentire la costruzione di nuove centrali nucleari.
L'iniziativa è stata lanciata dal Club Energia Svizzera, un'alleanza di ambienti «borghesi». Nel comitato siedono rappresentanti dell'UDC, del PLR e del Centro, come anche diverse associazioni economiche. Fra i membri figura anche il consigliere agli Stati Peter Hegglin (Centro/ZG).
Abbasso il "sogno nucleare"
Dopo la consegna delle firme, si porrà la questione se il Consiglio federale o il Parlamento elaboreranno un controprogetto all'iniziativa. La presentazione dell'iniziativa ha già messo in allarme numerose cerchie contrarie all'atomo.
I Verdi hanno annunciato che lanceranno un referendum contro qualsiasi controproposta. Invece di concentrarsi pienamente sull'efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, l'iniziativa si gingilla sognando il ritorno del nucleare in pompa magna.
Le centrali nucleari sull'Altopiano svizzero e le loro scorie altamente radioattive sono e rimarranno un rischio per la sicurezza, afferma la Schweizerische Energie-Stiftung (SES) - Fondazione Svizzera per l'Energia -, secondo cui l'«iniziativa nucleare» è in concorrenza con una rapida transizione energetica.
Per l'Allianz Atomausstieg (Alleanza per l'uscita dal nucleare) siamo di fronte a una tattica diversiva: «Mentre si discute di piani irrealistici per centrali nucleari in un futuro lontano, i vecchi reattori svizzeri continuano a funzionare senza controllo». L'Alleanza, sostenuta da Greenpeace, chiede quindi non solo di mantenere il divieto di nuove costruzioni, ma anche di accelerare l'abbandono del nucleare e di sancirlo per legge.