Il dramma

Che cosa sappiamo finora sull'incidente delle Frecce Tricolori

Secondo una prima ipotesi al vaglio dell'Aeronautica Militare Italiana il velivolo sarebbe precipitato in seguito all'impatto con uno stormo di uccelli – Nel 1988, a Ramstein, il tragico precedente durante l'esecuzione del cardioide
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Marcello Pelizzari
16.09.2023 21:45

I fatti, purtroppo, sono noti: un aereo delle Frecce Tricolori è precipitato nelle vicinanze dell'aeroporto di Caselle. Coinvolgendo, nello schianto e nell'incendio conseguente, un'automobile che viaggiava su una strada poco distante, in località di San Francesco al Campo. A bordo del veicolo c'era una famiglia di quattro persone, fra cui una bambina di cinque anni che ha perso la vita. Suo fratello, di dodici anni, ha riportato gravi ustioni. Ustionati anche i genitori, sebbene in maniera meno drammatica. Il pilota, invece, si è lanciato poco prima dello schianto. Salvandosi. Sulle cause, al momento, l'ipotesi più battuta è quella di un cosiddetto bird strike. Ovvero, l'aereo avrebbe perso quota, fino a precipitare, in seguito all'impatto con uno stormo di uccelli.

La testimonianza

Le Frecce Tricolori, la famosa e apprezzata pattuglia acrobatica dell'Aeronautica Militare Italiana, erano a Torino nell'ambito dei festeggiamenti per i cent'anni della citata Aeronautica. L'esibizione era in programma domani, domenica. Oggi, invece, si sono svolte le esibizioni. Durante una di queste, appunto, si è verificato l'incidente. Pony 4 il nome del velivolo coinvolto.

«Ho visto i genitori disperati perché non erano riusciti a estrarre la bambina dall'auto in fiamme» ha raccontato al Corriere della Sera un abitante della zona, testimone del dramma. Ha raggiunto il luogo dell'incidente dopo aver sentito un boato che, a suo dire, ha fatto tremare la sua casa.

Che cos'è un bird strike

Le prime ipotesi avanzate dall'Aeronautica, dicevamo, propendono per il bird strike. Pony 4 sarebbe diventato ingovernabile dopo un impatto con degli uccelli. L'ANSA, al riguardo, ha riferito che il pilota avrebbe informato il capo squadra di avere un problema al motore. E, di riflesso, di doversi sganciare dalla formazione. Subito dopo, avrebbe azionato il dispositivo di eiezione dalla cabina. 

I bird strike sono comuni in tutto il mondo. Fra il 1990 e il 2019, secondo le statistiche della Federal Aviation Administration statunitense, ci sono stati qualcosa come 227.005 episodi nella sola America. Senza scomodare l'impresa di Chesley Sullenberger, che nel 2009 riuscì ad ammarare nell'Hudson, a New York, dopo che il volo US Airways 1549 colpì uno stormo di oche canadesi, mettendo fuori uso all'istante entrambi i motori, diversi scali hanno adottato misure (anche importanti) per consentire ai piloti decolli e atterraggi in sicurezza sul fronte dell'aviazione commerciale. Amsterdam, ad esempio, aveva avviato un curioso progetto pilota. Piazzando, strategicamente fra due piste, su un terreno di due ettari pieno zeppo di scarti di barbabietole da zucchero, una ventina di maiali. I quali, presto, hanno trasformato la zona in un paradiso fangoso. Allontanando stormi di oche e altri uccelli che amano particolarmente la barbabietola

Il cardioide a Ramstein

La tragedia di Torino, con i dovuti paragoni, ricorda l'incidente aereo del 1988 a Ramstein, durante l'Airshow Flugtag presso la base NATO tedesca. Durante l'esibizione delle Frecce Tricolori, davanti a 300 mila persone circa, si verificò una collisione in volo mentre la pattuglia si apprestava a concludere la figura del cardioide. A scontrarsi furono gli Aermacchi del tenente colonnello Ivo Nutarelli (Pony 10, solista), del tenente colonnello Mario Naldini (Pony 1) e del capitano Giorgio Alessio (Pony 2, primo gregario sinistro). Pony 1 e 2 precipitarono in fiamme sulla pista, Pony 10 invece si schiantò sulla folla. Settanta le vittime, compresi i piloti, 450 i feriti.

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