Politica

Chiasso diventerà la capitale della moda

Luce verde del Parlamento al centro professionale tecnico del tessile - Non sono mancate alcune critiche al progetto da quasi 60 milioni di franchi
Giona Carcano
27.05.2024 21:00

Il Centro professionale tecnico (CPT) del settore tessile di Chiasso si farà. Il Parlamento, oggi, ha infatti approvato con 62 voti favorevoli, 7 contrari e 8 astenuti il credito di quasi 60 milioni per la realizzazione della scuola di moda e dell’annesso park&ride dotato di 240 posti coperti (i cui introiti saranno a beneficio del Cantone, delle FFS e del Comune di Chiasso). Il progetto andrà a riunire sotto lo stesso tetto due scuole nel comparto della stazione: la scuola specializzata superiore di abbigliamento e design della moda e la scuola arti e mestieri della sartoria, ora divisa fra le sedi di Viganello e di Biasca, per un totale di circa 260 allievi. Il CPT sarà pronto ad accogliere i primi ragazzi a partire dall’anno scolastico 2028-2029.

La reale forza del comparto

Questo, in buona sostanza, il riassunto del progetto, esposto in entrata dal relatore di maggioranza Matteo Quadranti (PLR). Durante la discussione in aula – pur se il tema non è mai stato in pericolo perché appoggiato trasversalmente da buona parte delle forze politiche – non sono comunque mancate alcune critiche e richieste.

Dopo il pieno sostegno alla scuola giunto dal PLR con il deputato Andrea Rigamonti e della Lega con Daniele Caverzasio, i quali hanno evidenziato i benefici per il Mendrisiotto ma non solo, la parola è passata al capogruppo del Centro Maurizio Agustoni. «La nascita di una scuola è sempre un momento gioioso per una comunità», ha premesso. Tuttavia, non sono mancati alcuni «spunti di riflessione». Il primo ha riguardato i costi: nel 2018, quando si è trattato di votare il credito per l’acquisto del sedime e per la progettazione del complesso, «era stato indicato un costo totale di 35 milioni. Oggi votiamo un credito di 60 milioni». Sul tema è successivamente intervenuto il direttore del DFE Christian Vitta, il quale ha chiarito che si tratta di un malinteso. La cifra di 35 milioni non comprendeva altre voci di costo presenti nel Messaggio. Di fatto, dunque, «il preventivo è stato rispettato, salvo un piccolo scostamento», ha sottolineato Vitta. La seconda osservazione di Agustoni verteva invece sul futuro professionale degli allievi: «Pochi troveranno uno sbocco professionale nel settore». Un aspetto, quello della reale forza e importanza del ramo della moda, sollevato più volte e da più parti in aula. Fabrizio Sirica (PS) ha ad esempio criticato il fatto che le aziende del comparto non siano interessate a formare i giovani. L’MPS, con Giuseppe Sergi, ha rincarato la dose, sostenendo che «stiamo per votare un credito di 60 milioni per dare una sede a profili professionali che non hanno futuro in Ticino», visto appunto lo stato di crisi della «fashion valley» ticinese. I Verdi, che non hanno firmato il rapporto, con Samantha Bourgoin hanno invece criticato alcuni aspetti di sostenibilità ambientale del progetto, definito «vecchio». «È come se partorissimo dei bambini con l’osteoporosi». Due essenzialmente i problemi del progetto avanzati dagli ecologisti: il calcestruzzo utilizzato per la costruzione dell’immobile e l’isola di calore che si creerà sul piazzale.

Migliorare i percorsi formativi

La parola è poi passata al Governo. Per Marina Carobbio, responsabile del DECS, la scuola è «un’opportunità», perché si andrà a creare un vero centro di competenza del tessile in Ticino, migliorando i percorsi formativi e le sinergie con il territorio e le sue aziende. Di «polo di riferimento per il settore» ha parlato anche Vitta: «I giovani potranno formarsi in modo completo». Sulle criticità ambientali espresse dai Verdi, il consigliere di Stato ha rassicurato: «Il progetto verrà ottimizzato come richiesto». Per quanto riguarda il calore urbano, invece, molto spetta al Comune tramite la pianificazione.

In aula è quindi arrivato l’emendamento di Claudio Isabella (Centro), che chiedeva una «giusta compensazione» per Biasca dopo la partenza della scuola di sartoria. La richiesta è stata accettata a larga maggioranza del plenum. Sia il Messaggio sia il rapporto citavano già possibili compensazioni. Carobbio, a questo proposito, ha chiarito cosa potrebbe arrivare Biasca: «Un centro di competenza dei settori dell’automobile (come i carrozzieri, ndr) e dei trasporti». Infine, l’ultimo ostacolo, l’attivazione del referendum finanziario obbligatorio da parte del Gran Consiglio, è stato superato con una certa agilità. La scuola di moda di Chiasso sarà quindi realtà.