Cina: surplus commerciale nei primi due mesi dell'anno a 170 miliardi

La Cina chiude i primi due mesi del 2025 con un surplus commerciale in volo a 170,52 miliardi di dollari, in forte rialzo dai 125,16 miliardi dell'analogo periodo del 2024 e oltre le attese degli analisti di 142,4 miliardi.
Il trend, in base ai dati diffusi dalle Dogane cinesi, beneficia dell'inatteso crollo dell'8,4% delle importazioni (rispetto al +1% sia stimato e sia registrato a dicembre), il più pesante da luglio del 2023. Allo stesso tempo, la crescita dell'export è di appena il 2,3% (+5% di previsioni e +10,7% a dicembre).
Sull'interscambio commerciale di Pechino è destinata a pesare la nuova guerra commerciale con gli USA.
Le esportazioni cinesi sono cresciute più lentamente del previsto nei primi due mesi dell'anno: mentre si profila un inasprimento della guerra commerciale con gli Stati Uniti, le importazioni hanno avuto invece un tracollo a segnalare la delolezza della domanda interna e dei consumi.
A più di un mese dal suo secondo mandato alla Casa Bianca, Donald Trump ha imposto dazi aggiuntivi del 20% su tutte le importazioni del made in China, giustificate, a suo dire, dal fallimento di Pechino nel contenere i flussi di fentanyl, la droga sintetica che causa circa 100mila morti all'anno negli Stati Uniti e i cui precursori chimici sono in parte prodotti in Cina.
I dati sull'interscambio sono maturati mentre a Pechino si tengono le 'due sessioni', la riunione annuale del parlamento bicamerale, il più importante evento politico nel calendario cinese. Alla sessione di avvio di mercoledì del Congresso nazionale del popolo, il premier Li Qiang ha annunciato un obiettivo di crescita del Pil di «circa il 5%», lo stesso del 2024 e del 2023, ma in un contesto generale ben più complesso.