Luganese

Cinquant’anni di discese con le «casse di sapone»

Il Derby di Porza compie mezzo secolo e sottolinea l’anniversario con una statua – Ci sarà anche una corsa dei campioni – Il primo vincitore: «Sarò il vecchietto della situazione» – FOTO
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Giuliano Gasperi
02.09.2022 21:00

«La fantasia, l’abilità di molti padri e il coraggio, la spensieratezza e lo spirito d’emulazione di molti bambini, hanno permesso di realizzare l’annunciato derby che ha visto in competizione una sessantina di ‘vetturette’ costruite con passione, nel tentativo di imitare i grossi bolidi delle corse automobilistiche». Scrivevano così i nostri colleghi, sul Corriere del Ticino del 23 ottobre 1972, dopo la prima edizione del Derby delle casse di sapone di Porza. Sono passati cinquant’anni e le ‘vetturette’ sono un po’ cambiate, ma lo spirito dell’evento è quello di allora. A testimoniarlo adesso c’è anche una scultura posata all’intersezione fra via San Rocco e via Marter e inaugurata stasera. Il resto lo farà la manifestazione stessa, che animerà Porza ancora per domani e domenica con le gare riservate ai giovani piloti. Per sottolineare il mezzo secolo di storia è stata organizzata anche una manche «campioni», che vedrà impegnati i vincitori delle edizioni passate. La hall of fame.

Ritorno al volante

«Quando il comitato mi ha proposto di correre, i miei figli mi hanno detto ‘vai, vai!’, anche se ormai sono... diversamente giovane: non vorrei fare una figuraccia». A parlare è Ernesto Sassi, classe 1950, che si aggiudicò il primo derby della storia davanti a Maurizio Corradina e a Tiziano Pasinelli. «All’epoca l’equipaggiamento era alla buona e la macchina la costruivamo noi. Io l’avevo fatta insieme a mio zio e avevamo partecipato per ridere, ma alla fine ero arrivato davanti a tutti». Chissà che fine ha fatto la sua vettura. «Chi lo sa... Mio zio è venuto a mancare e l’ho persa di vista. Sei mesi fa però, per caso, mi è capitata in mano una vecchia foto, poi neanche a farlo apposta sono stato contattato per la corsa dei campioni. Sarò il ‘vecchietto’ della situazione».

La corsa prima della corsa

I promotori sono pronti per questa edizione speciale e orgogliosi che il Derby susciti sempre grande interesse. «Negli ultimi anni c’è stata una vera e propria corsa ai posti disponibili, che quest’anno, per l’occasione, sono stati portati da cento a centoventi» spiega Nicola Rezzonico, presidente del comitato organizzativo. «Quando apriamo le iscrizioni, dopo una decina di ore abbiamo già il tutto esaurito». Lanciato negli Stati Uniti utilizzando, per costruire le macchinine, delle vere e proprie casse con le quali veniva trasportato il sapone, questo tipo di competizione è arrivato in Svizzera nel 1934.

A Porza è giunto nel 1972 su iniziativa dell’allora sindaco Pio Regazzoni, spinto anche dalle imprese sportive che stava compiendo il figlio Clay. Il compianto campione presenziava alla partenza e alle premiazioni del Derby, regalando emozioni ai giovani piloti in gara.

Da nazionale a locale

La discesa di via San Rocco è stata per anni valevole per le qualificazioni al campionato svizzero: un prestigio, ma anche un limite. La presenza di giovani provenienti da oltre Gottardo, che già all’epoca avevano mezzi particolarmente evoluti, riduceva infatti le possibilità dei piloti amatoriali locali, anche se nell’albo d’oro figura qualche eccezione.

È per questo motivo che il comitato, nella seconda metà degli anni Novanta, ha deciso di rendere la manifestazione porzese indipendente dalle gare nazionali, dandole un carattere molto più «nostrano». Da allora i giovani di Porza (e non solo) tra gli otto e i sedici anni scattano per guadagnarsi un posto fra gli scritti e sfrecciare lungo la discesa di via San Rocco, circondati dal tifo di familiari, amici e simpatizzanti.

«Tanta gente a far ala al percorso abbondantemente cosparso di balle di paglia, per evitare incidenti – leggiamo sempre sulla cronaca del primo Derby della storia – tanto entusiasmo da parte degli organizzatoti che hanno curato ogni dettaglio con tanta premura, e tanto impegno agonistico da parte dei minipiloti che hanno dato vita a una bella competizione».

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