Pensieri dal battellino

Colpi in canna

L’episodio più esilarante, surreale, persino crudele delle elezioni? Werner Nussbaumer che rimane fuori dal Gran Consiglio
Bruno Costantini
08.04.2023 06:00

«Il dottor canna ha cannato», ha continuato a cantilenare Asia attaccata allo smartphone mentre leggeva i resoconti delle elezioni cantonali. All’inizio non le ho dato molto retta, perché la misericordia suggerisce di non infierire su candidati che la settimana della passione la vivono davvero ma senza resurrezione, e ho continuato a condurre il battellino verso Caprino. Colà arrivati mi sono reso conto che le voci corrono in fretta. Al pontile, pronti a ritirare il carico pasquale di Barbera fatto col mulo, gli astanti esprimevano più o meno lo stesso concetto: troppe canne dottor canna e via dicendo. Sfrontati, ma è vero che l’episodio è il più esilarante, surreale, persino crudele delle elezioni. Infatti, il redivivo Werner Nussbaumer pensava, grazie al colpo del suo partito no vax che ha ottenuto due seggi in Gran Consiglio, di essere tornato nell’aula dove era già stato con altre casacche. Però, accidenti, è un po’ distratto e quando già gongolava nel vedersi in Parlamento a sparare requisitorie di etica politica e sanitaria, visto che è stato il secondo più votato della sua lista HelvEthica, gli si è raggelato il sangue: no, in Gran Consiglio non ci entrerà perché avendo sbagliato formulario per depositare la lista, utilizzando quello suddiviso in circondari, la seconda eletta è per forza del Sopraceneri e non lui. Ripresosi dal comprensibile shock, dopo aver tentato di incolpare il cancelliere, avendo l’estro del gran condottiero il dottor canna ha già messo un altro colpo in canna: si candiderà alle elezioni federali. S’interroga la mia amica microinfluencer del lago: ma come farebbe ad andare a Berna se probabilmente sbaglierebbe a prendere il biglietto del treno? Qui mica potrebbe dare la colpa al cancelliere. Il quale comunque è un predestinato a portarsi via tutte le colpe. Arnoldo Coduri è un mito. Durante lo spoglio delle schede è un’attenta sentinella, fa previsioni sulle tempistiche in genere sbagliando, corre di qua e di là se c’è un inghippo da risolvere, intrattiene la stampa permettendo di riempire i buchi delle dirette, s’incazza pure ma non lo dà a vedere dietro il suo aspetto mite, il volto scavato dalla frenetica attività atletica fra monti e pianure. A prescindere, è sempre colpa del cancelliere come nei gialli è sempre colpa del maggiordomo quando non si riesce a trovare l’assassino. Di certo non a lui si possono attribuire le dodici trombature eccellenti di uscenti che speravano di tornare in Gran Consiglio. Fra i puniti c’è il leghista Giancarlo Seitz, uno dei promotori dell’appello per modificare la convenzione tra Santa Sede e Confederazione che prevede sia un sacerdote ticinese a essere scelto per diventare vescovo di Lugano (meglio è andata a un’altra uscente promotrice dell’appello, la centrista Maddalena Ermotti Lepori, che è stata rieletta). Il compianto Alex Pedrazzini avrebbe detto che Seitz s’è ostinato a fare pipì controvento, cioè contro il direttore del Mattino che è stato fermo nel ribadire al popolo leghista che il Ticino non ha bisogno di vescovi balivi o d’importazione. Asia, che ha passioni cinematografare, osserva che più o meno la stessa scelta la deve fare il Locarno Film Festival per il nuovo presidente. Si cercherà ancora fra i «ressortissants tessinois» come sinora (gli appetiti politici non mancano) o si andrà verso una personalità d’oltre San Gottardo con legami politici ed economici nazionali per sostituire il vescovo laico Marco Solari che ha entrambe le qualità? Pur essendo i «pardi» dei coraggiosi, non potranno ignorare il monito del monello Alex.

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