Combattere le infezioni ospedaliere

L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha posto oggi in consultazione un progetto di strategia nazionale
(foto Fiorenzo Maffi)
Ats
06.07.2015 12:16

BERNA - In Svizzera ogni anno 70'000 persone contraggono infezioni durante degenze in ospedale e circa 2000 muoiono a causa di esse. Per ridurne il numero, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha posto oggi in consultazione un progetto di strategia nazionale.

Il progetto NOSO, in consultazione fino a metà settembre, non prevede misure vincolanti a livello di ordinanze o leggi. Si tratta piuttosto di convincere i responsabili e il personale di luoghi di cura che le misure strategiche proposte sono utili e vanno applicate, ha sottolineato in una conferenza stampa a Berna Daniel Koch, responsabile dell'UFSP per la divisione malattie trasmissibili.

L'obbiettivo è di creare una procedura efficiente ed unitaria a livello nazionale per monitorare, prevenire e lottare contro le infezioni nosocomiali. Il programma si basa sulle priorità di politica sanitaria del Consiglio federale "Sanità2020" e sulla nuova legge sulle epidemie che entrerà in vigore all'inizio del 2016. La strategia è stata sviluppata partendo da strutture e misure già esistenti.

Le infezioni nosocomiali fanno parte delle complicazioni più frequenti dei trattamenti medici in Svizzera. Colpiscono soprattutto le vie respiratorie e urinarie. Oppure sono infezioni post operatorie delle ferite o setticemie. Non ci sono dati attuali, ma in base ad uno studio del 2004 dal 6 all'8% dei pazienti contraggono ogni giorno un'infezione negli ambienti di cura elvetici, ha detto Stefan Kuster, membro di Swiss-NOSO, gruppo di esperti che si prefigge di ridurre le infezioni e i germi multiresistenti nell'ambito sanitario. Il problema, evidentemente, non esiste solo in Svizzera: in Europa il numero dei morti è stimato a 37'000 all'anno.

Oltre a costituire un problema serio per i pazienti, le infezioni allungano la degenza, causando costi supplementari. Si calcola che quelli diretti ammontino a circa 230 milioni di franchi all'anno, senza contare l'incapacità al lavoro e il ricorso agli aiuti a domicilio. La cosiddetta Strategia NOSO mira quindi a migliorare sia la protezione di pazienti e personale sia ad abbassare i costi.

La situazione è grave poiché, malgrado il miglioramento delle tecniche mediche, i problemi di igiene sussistono, ha affermato Daniel Koch. Alcuni studi mostrano che, con una gestione adeguata, sarebbe possibile evitare dal 20 al 50% delle infezioni, a seconda del tipo.

Da un sondaggio condotto nella primavera del 2014 presso 137 ospedali e 125 case per anziani medicalizzate risulta però che il 55% degli ospedali e l'87% delle case per anziani non dispongono di un membro del personale curante specializzato nell'igiene e nell'epidemiologia ospedaliera. Inoltre circa la metà dei luoghi di cura non ha una strategia propria di prevenzione generalizzata: solo il 51% degli ospedali ed il 38% delle case per anziani applicano programmi strutturati di prevenzione.

Per gestire al meglio la problematica si tratta in primo luogo di generalizzare le misure che sono risultate le migliori nella prassi. Bisogna poi creare un sistema nazionale di sorveglianza di queste infezioni e dei loro effetti. Per la prevenzione, la priorità è data alla sensibilizzazione di personale, pazienti e visitatori delle case di cura sulle misure igieniche: ad esempio la disinfezione delle mani. Fulcro della formazione e della ricerca è l'istruzione specifica del personale curante.

L'approvazione da parte del Consiglio federale del programma NOSO è prevista in dicembre, in modo che l'attuazione possa iniziare l'anno prossimo.