Stati Uniti

Com'è andato il comizio di Donald Trump al Madison Square Garden?

Da Hulk Hogan a Dana White, passando per la moglie Melania e l'immancabile Elon Musk, a New York è andato in scena un vero e proprio show – Ma a far discutere, in queste ore, sono soprattutto le battute razziste del comico Tony Hinchcliffe che ha definito Porto Rico «un'isola galleggiante di spazzatura»
© AP/Evan Vucci
Red. Online
28.10.2024 07:15

Il Madison Square Garden non è per tutti. Agli occhi di Donald Trump, ma non solo, è l'arena più famosa al mondo. Di riflesso, per reggere quel palco il tycoon sapeva di dover mettere in piedi un vero e proprio show. A New York, manco a dirlo, c'erano tutti. A cominciare dall'ex democratica Tulsi Gabbard, passata al Partito Repubblicano proprio nel 2024. Un voto per Kamala Harris, ha avvertito, sarebbe un voto per, citiamo, «una probabile Terza guerra mondiale e una guerra nucleare». Robert F. Kennedy Jr., dal canto suo, ha dichiarato che è stato il Partito Democratico ad abbandonarlo. Non il contrario. E ancora: Dana White, presidente della UFC, la famosa organizzazione di arti marziali miste statunitense, ha lodato il curriculum di Trump e, parallelamente, criticato Harris. Ah, dimenticavamo l'ex wrestler Hulk Hogan (a proposito di show). Dopo essersi strappato la camicia, come ai vecchi tempi, e rivelare in tutto il suo splendore una canotta con lo slogan Trump/Vance, ha rispedito al mittente le accuse dei democratici. I quali, per intenderci, avevano paragonato il comizio a un evento filonazista che si tenne proprio al Garden nel 1939: «Non vedo nessun nazista puzzolente qui dentro» ha detto, prima di raccogliere tanti, tantissimi applausi. Anche Melania Trump, presentata nientepopodimeno da Elon Musk, è salita a sorpresa sul palco. Esortando gli elettori a condividere la visione del marito, che si basa «sulla grandezza americana».

Trump, dal canto suo, ha insistito sul fatto che, in caso di rielezione, «aggiusterà» l'America. «Vorrei iniziare facendo una domanda molto semplice: state meglio ora di quanto stavate quattro anni fa?» ha tuonato l'ex presidente all'inizio del suo discorso. La serata è proseguita all'insegna del trumpismo più spinto. Il che, evidentemente, ha strappato più di un sorriso ai repubblicani. I quali hanno visto nel ritorno di Trump a New York, la sua città natale, un vero e proprio trionfo. Il tycoon ha riservato parole al miele a chi, fra la folla, aveva già partecipato ai suoi precedenti comizi. Quindi, si è concentrato sui temi forti della sua campagna: l'immigrazione e l'economia. Immancabili gli attacchi alla rivale. Harris, secondo Trump, «non sa mettere insieme due frasi». I democratici, dal canto loro, nel commentare la serata hanno insistito sui toni «beceri» utilizzati dagli oratori. Il comico Tony Hinchcliffe, ad esempio, ha descritto Porto Rico come «un'isola galleggiante di spazzatura». Un'osservazione, questa, che si è guadagnata persino il rimprovero del senatore repubblicano della Florida Rick Scott. Hinchcliffe ha pure indicato un sostenitore afroamericano tra la folla e, scherzando, ha fatto notare che avevano «intagliato angurie insieme» a una recente festa di Halloween. Un altro oratore, il conduttore radiofonico Sin Rosenberg, ha invece attaccato Hillary Clinton definendola «una malata figlia di p*****a». David Rem, descritto dalla campagna come uno degli amici d'infanzia di Trump, ha addirittura definito Harris «l'anticristo». 

Curiosamente, ma nemmeno troppo, l'evento del Madison Square Garden si è svolto nello stesso giorno in cui Kamala Harris ha sensibilizzato gli elettori di origine portoricana. Una minoranza-chiave, soprattutto se consideriamo che quasi mezzo milione di portoricani vive in Pennsylvania. Di qui gli sforzi, in queste ultime settimane, fatti anche dai repubblicani. I democratici, tornando alle battute di Hinchcliffe, hanno sottolineato il divario fra le osservazioni del comico e gli appelli di Harris. Non solo, star di origine portoricana come Bad Bunny, Jennifer Lopez e Ricky Martin si sono tutte schierate a favore di Harris. «Questa battuta non riflette le opinioni del presidente Trump o della campagna elettorale» si è subito affrettata a dire Danielle Alvarez, consigliere senior della campagna di Trump, in una dichiarazione rilasciata dopo l'evento.

La domanda, formulata anche da diversi media statunitensi, è se quanto accaduto al Garden avrà o meno un impatto (negativo, pensando alle battute di Hinchcliffe) sull'esito delle elezioni. Di sicuro, aver insultato un blocco (anche ampio) di elettori non aiuterà il Partito Repubblicano. Ma la stragrande maggioranza degli elettori ha già deciso chi votare. Non solo, un evento come quello consumatosi nel cuore di New York non è una novità assoluta nell'universo Trump. L'obiettivo, almeno così è sembrato, non era certo convincere gli indecisi ma, semmai, aizzare una volta di più lo zoccolo duro in vista della volata finale.