Come cambia l’Europa con il voto in Germania
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Che cosa può accadere ora in Europa? In che modo le elezioni tedesche potrebbero influenzare la politica europea e, di conseguenza, il ruolo dell’Unione Europea in una fase di grandi cambiamenti geopolitici? Lo abbiamo chiesto a René Schwok, professore di Scienze politiche e relazioni internazionali all’Università di Ginevra.
Professor Schwok, in che modo il risultato delle elezioni tedesche potrebbe ridefinire l'equilibrio all'interno dell'Unione Europea?
«In primo luogo, il risultato delle elezioni tedesche non dovrebbe stravolgere gli equilibri politici interni alla Germania. Tutto indica infatti che ci si sta dirigendo verso una coalizione tra CDU/CSU e SPD. In questo contesto, l’SPD dovrebbe riuscire a ottenere delle garanzie in ambito sociale ed ecologico all'interno del programma di governo che verrà negoziato. Per quanto riguarda più specificamente l'UE, queste due formazioni politiche condividono punti di vista abbastanza simili. Ora, è chiaro che la Germania è un pilastro del bilancio UE. Quindi, ci si può aspettare che un Governo leggermente più conservatore sia favorevole a una maggiore austerità. Ciò potrebbe creare problemi a Paesi come Francia e Italia, che spesso sostengono politiche più favorevoli a una maggiore spesa pubblica. Per quanto riguarda l'ambiente e la transizione energetica, la Germania è anche un leader all'interno dell'UE. Un Governo meno ecologista e meno ambizioso in materia climatica potrebbe rallentare le riforme ambientali a livello europeo, ridefinendo così il ruolo dell’Europa nella transizione energetica globale. È probabile che la Germania cercherà ancora di difendere con forza la propria industria automobilistica, che è in ritardo nella transizione verso i veicoli elettrici».
Quale direzione prenderà la politica estera tedesca e quali saranno le implicazioni per l’Europa?
«Per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza, il leader della CDU Friedrich Merz ha assicurato di voler proseguire sulla linea dei suoi predecessori. Ha tuttavia chiaramente affermato di essere perfettamente consapevole del fatto che il parziale disimpegno americano impone lo sviluppo di un’autonomia strategica europea, in linea con quanto proposto da Emmanuel Macron. Pertanto, la nuova coalizione dovrebbe sostenere le iniziative volte ad aumentare la cooperazione militare tra gli Stati europei, sia all'interno della NATO, sia nell'UE, sia attraverso altre strutture ad hoc. Una questione chiave riguarda la possibilità di aumentare il debito per poter destinare maggiori risorse alla difesa. Infatti, il budget attuale andrebbe raddoppiato. Per farlo, è essenziale che la Germania allenti le proprie restrizioni legali interne, che le impediscono di superare determinati limiti di deficit. Friedrich Merz si è già impegnato a riformare le rigide regole tedesche in materia di debito, ma, data la forte presenza di deputati dell’AfD e di Die Linke, non è certo che riuscirà a ottenere una maggioranza abbastanza ampia per apportare i necessari cambiamenti costituzionali, che richiedono i due terzi dei voti in entrambe le camere del Parlamento tedesco».
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L'ascesa dell’AfD è un segnale forte della crescita della destra radicale in Europa: quali conseguenze potrebbe avere sugli equilibri europei?
«Nel breve termine, ciò non dovrebbe avere troppe conseguenze, poiché l'AfD rimarrà fuori dal Governo. A medio termine, tuttavia, è probabile che si formino sempre più accordi a livello regionale tra la CDU e l’AfD. Di conseguenza, l’ipotesi di una partecipazione dell’AfD a una coalizione di Governo a livello federale non può più essere esclusa. Né dopo questa legislatura, né addirittura durante, qualora la grande colazione non dovesse funzionare. Ciò avrebbe ovviamente enormi ripercussioni nel caso in cui l’AfD dovesse mantenere la sua linea pro-Putin e cercare di far uscire la Germania dall’UE».
Il declino economico della Germania è il segnale di un’Europa in difficoltà. Senza il gas russo e senza l’ombrello di difesa americano, la Germania può tornare a essere la locomotiva d’Europa?
«Affinché la Germania possa tornare a essere la locomotiva economica dell’Europa, dovrà affrontare simultaneamente diverse sfide: investire in innovazione e digitalizzazione per mantenere la competitività della sua industria rispetto ai concorrenti globali; riuscire nella transizione energetica, mantenendo la sua posizione di leader nelle tecnologie verdi; rafforzare la solidarietà europea, svolgendo un ruolo attivo nelle politiche economiche e finanziarie dell’UE, in particolare nella gestione delle crisi economiche e nella distribuzione delle risorse per la transizione ecologica. È possibile che la Germania riesca a recuperare il suo ruolo di motore dell’Europa, ma tutto dipenderà dalla sua capacità di adattarsi alle nuove realtà geopolitiche ed economiche. La sfida è enorme: non si tratta solo di superare problemi economici interni, ma anche di ridefinire la posizione della Germania in un'Europa sempre più multipolare e alle prese con crisi multiple».