Come Eolo rimane a guardia dei venti

NELLA GABBIA DEL PARDO - Rolando Benedick ha creato il Leopard Club che è il quinto sponsor del Festival - GUARDA LE FOTO
(Foto Crinari)
Raffaella Castagnola
11.08.2015 02:35

LOCARNO - Diciamolo subito: ingabbiare Rolando Benedick è quasi impossibile, perché è abituato a mettere tutti in riga. Semmai è lui ad ingabbiare gli altri, nel senso buono del termine. Ha fondato il «Leopard Club», che riunisce sponsor privati e che nell'insieme porta al Festival del cinema una ventata di vento fresco e sempre favorevole: ogni anno si rivela come il quinto sponsor. Ecco perché per lui, proseguendo il nostro itinerario nel mondo dei miti, ho scelto Eolo, dio dei venti, protettore delle grotte e dunque di quel microcosmo che è la manifestazione di Locarno. Eolo può essere anche tempestoso, come lo ricordano molte rappresentazioni artistiche antiche e moderne, ma qui vogliamo ricordarlo come colui che nell'Odissea dona ad Ulisse un prezioso otre di pelle contenente i venti, per farlo giungere alla sua amata Itaca.

Seguire Rolando Benedick per un'intera giornata non ci è concesso, ma possiamo osservarlo nei suoi ambienti preferiti: ad Ascona all'Hotel Eden Roc, uno dei più raffinati alberghi del Ticino, e poi in piazza Grande, dove consegna il premio ad Andy García, il personaggio dell'anno scelto dal «Leopard Club». Alle 17.00 lo incontro al bar dell'albergo, prima di ricevere i 190 ospiti, che rappresentano il mondo dell'economia e della politica: i tavoli sono divisi per categorie con i principali sponsor del festival al centro, i giovani ai lati, un tavolo di amici, uno di soli politici. Abbiamo il tempo di parlare velocemente dell'idea del «Leopard Club», che proviene dalla sua passione per il Ticino e per il Festival. Alle 17.30 precise inizia la festa: gli invitati vengono da tutte le regioni della Svizzera e si sentono tutte le lingue nazionali. Amano il rito: e dunque non esitano a farsi fotografare su un divanetto giallo, che li trasforma per un attimo in divi del cinema. L'aperitivo dura un'ora, non un minuto di più, con un bel discorso di Alain Berset che ogni volta meraviglia il pubblico con la sua simpatia e intelligenza: questa volta parla anche in spagnolo, in omaggio all'ospite d'onore che è Andy García.

La rivalità con Zurigo non esiste

Con Benedick parliamo anche di altre realtà culturali importanti sul territorio elvetico, come Art Basel che anche sostiene. Un accenno va a Zurigo e alla sua rassegna cinematografica. È una manifestazione che va sostenuta – mi dice – e non va vissuta come concorrenziale o rivale di Locarno. Col suo pragmatismo stronca ogni polemica, anche quelle legate relative ai favoritismi di certi sponsor nei confronti del mondo politico. Senza gli uni gli altri non esisterebbero o sarebbero più deboli; ma senza cultura anche il mondo della politica sarebbe più povero.

Tre belle Muse

Alla cena non è concesso partecipare blindata com'è. Potremmo andare alla festa da mezzanotte alle tre, ma si capisce subito che l'avvenimento più importante della giornata è la consegna del premio alle 21.00, sul palco di piazza Grande. L'emozione del donatore e del ricevente il premio è tanta: così la statuetta scivola di mano, senza però cadere. Qualche nume tutelare salva il pardo. Gli ospiti hanno seguito fin qui un protocollo preciso: aperitivo, cena, tappeto rosso in piazza Grande, film, prima di accedere finalmente liberi alla festa di mezzanotte. Tra gli invitati non tutti sono membri del «Leopard Club», perché molti sono lì per tessere quella fitta rete di relazioni locali, nazionali e internazionali utili al Festival.

Perciò mi piace segnalare la presenza di tre donne, che danno molto al mondo della cultura in senso lato con esempi di coraggio, rigore, tolleranza: Isabelle Chassot, Carla Speziali e Carla Del Ponte.

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