Come i podcast hanno influenzato le elezioni negli Stati Uniti
Secondo i dati Nielsen, oltre 42,3 milioni di persone, negli Stati Uniti, si sono sintonizzate per seguire in diretta la cosiddetta Election Night. Un numero considerevole, certo, ma in calo del 25% rispetto alle presidenziali 2020. Possibile? Sì. Fox News, con quasi 10,3 milioni di spettatori, è stato il network più seguito durante il prime time. A ruota ABC e MSNBC. Stando a Nielsen, nel 2020 a sintonizzarsi erano state 56,9 milioni di persone, sparse su ventuno network. I canali, quest'anno, erano invece diciotto.
Al di là della vittoria finale, andata al repubblicano Donald Trump, nel «chiamare» gli Stati le reti hanno mostrato cautela e moderazione. E questo nonostante, più o meno da subito, le chance di vittoria di Kamala Harris fossero in (netto) calo. Se nel 2020, affinché Joe Biden emergesse vincitore, ci sono voluti giorni, poco dopo le 1.22 di New York, mercoledì, NewsNation di Nexstar Media Group Inc. aveva già dichiarato Trump quale vincitore. Forte dei dati di Decision Desk HQ.
Detto che la sfida, a questo giro, è stata meno avvincente del previsto, come spiegare un calo così drastico di audience? Semplice: la televisione, anche se non soprattutto in America, non occupa più un ruolo centrale. Rispetto al 2020, infatti, le opzioni per seguire in streaming l'Election Night sono aumentate. Fra le altre, Prime Video di Amazon ha proposto uno show elettorale condotto dall'ex NBC Brian Williams. Un tentativo, da parte delle piattaforme, di appropriarsi di porzioni di televisione classica. Basti pensare a Netflix e alla sua spinta sulle dirette sportive. Lo streaming, da solo, evidentemente non basta a spiegare il calo. Il comportamento dei clienti-elettori, rimanendo alle presidenziali, è cambiato radicalmente: mentre il settore della pay-TV ha perso qualcosa come 24 milioni di clienti dal 2020 a oggi, sono cresciute le quote di YouTube, Instagram e TikTok. Come è cresciuta, e Donald Trump lo sa bene, la fetta di persone che si informa tramite podcast.
La campagna del tycoon, d'altro canto, ha speso parecchi dollari per appellarsi ai giovani uomini. Come? Sfruttando proprio i podcast e YouTube, al contrario dei tradizionali spot televisivi. I podcast, si dirà, non hanno deciso il risultato. Ma, se pensiamo a Trump, hanno certamente aiutato. Resta da capire, ora, come si distribuirà e quanto «terrà» l'audience durante il secondo mandato di Trump. I giornalisti, in occasione della prima presidenza del tycoon, avevano seguito ogni mossa. Ma l'interesse, oggi, pare scemato. Basti pensare che la corsa alla Casa Bianca si è accesa solamente quando Joe Biden si è fatto da parte per fare posto a Kamala Harris.