Come potrebbe essere un'offensiva israeliana via terra a Gaza?
Israele, dunque, attaccherà Gaza (anche) via terra? Sì, secondo molti esperti. L'unica discriminante, in questo senso, sarebbe il quando. Ovvero, l'esatto momento in cui l'esercito dello Stato ebraico varcherà il confine. Mentre i bombardamenti aerei continuano, proviamo a fare chiarezza e, soprattutto, a cercare di capire come potrebbe dipanarsi un attacco del genere.
Lo schema
I combattimenti fra l'esercito israeliano e Hamas, spiega il Guardian, solitamente seguono uno schema simile. Ovvero: le incursioni di terra lanciate negli anni sono sempre state precedute da un pesante fuoco di sbarramento da parte di Hamas e, analogamente, dal massiccio uso di bombardamenti aerei da parte di Israele.
In questa prima fase della campagna, Israele ha colpito le infrastrutture militari di Hamas: edifici governativi e stazioni di polizia, ma anche case di alti funzionari. Il suo esercito, inevitabilmente, ha un enorme vantaggio numerico. Per tacere dell'altissimo sviluppo tecnologico e delle capacità logistiche. Hamas, per contro, negli anni ha saputo adattarsi e, ancora, sfruttare l'ambiente altamente abitato di Gaza.
I punti di accesso
La conformazione di Gaza, prosegue il Guardian, è limitante. Anche per questo, dicevamo, le operazioni israeliane negli anni hanno seguito uno schema simile. Con l'utilizzo delle medesime rotte di avvicinamento. Tramite i terreni agricoli nei pressi del valico di Erez, a nord; intorno a Bureij, a sud di Gaza City; a est di Khan Yunis, a sud, dove carri armati e mezzi possono avere più libertà di movimento. E poi c'è la Philadelphi Route, vicino a Rafah, nell'estremo sud.
Ci sono stati casi in cui Israele ha utilizzato pure posizioni che si affacciano direttamente sul centro di Gaza: un tentativo di tagliare le comunicazioni fra il maggior centro urbano e il resto della Striscia. Hamas e gli altri gruppi militanti, per contro, sanno perfettamente dove, e come, Israele potrebbe organizzare una nuova offensiva via terra. E disporranno proprio nelle zone citate le prime linee di difesa, teatro in passato di pesanti scontri.
Le difficoltà maggior, per l'esercito israeliano, sono legate proprio alle aree urbane. La presenza di grattacieli residenziali o, ancora, di aree industriali consente infatti ad Hamas di organizzare al meglio le proprie difese. Garantendo la necessaria copertura.
La densità urbana di Gaza
Nelle incursioni precedenti, non a caso, le forze israeliane hanno subito attacchi pesanti da parte di Hamas mentre avanzavano verso i principali centri urbani. Altre fazioni, fra l'altro, dispongono di mine anticarro e missili guidati anticarro. Per tacere dei mortai.
Nel 2014, ricorda sempre il Guardian, in una notte di combattimenti a Shujeiya, Israele perse qualcosa come 13 soldati a causa di un'imboscata. A fare la differenza, in favore di Hamas, furono l'uso di una mina anticarro e il fuoco delle mitragliatrici. Israele, dal canto suo, può vantare un'ampia esperienza nei combattimenti coni blindati nelle città palestinesi. Ma, soprattutto, in Cisgiordania e durante la Seconda Intifada. Di più, Hamas – secondo gli analisti – dispone di missili anticarro Kornet e, giova ricordarlo, può contare sul supporto di Hezbollah in Libano. Gruppo che potrebbe aprire un secondo fronte di combattimenti a nord. Novità: anche a Gaza hanno fatto la loro comparsa i droni, capaci di sganciare bombe su veicoli e truppe nemiche.
I tunnel di Hamas
Hamas, insomma, sa come contrastare l'esercito israeliano. Le sue forze sanno muoversi perfettamente nell'ambiente urbano densamente popolato tipico della Striscia. I leader del movimento, fra l'altro, conoscono a memoria le tattiche dell'esercito israeliano. Alcuni di loro parlano l'ebraico e hanno studiato a fondo il nemico.
Per quanto Israele, negli anni, abbia lavorato e tanto a livello di intelligence e conosca bene Gaza, un'offensiva di terra si trascina appresso anche diverse incognite. Una su tutte: i famigerati tunnel scavati da Hamas, dotati anche di sistemi di comunicazione. Non si tratta di cunicoli rudimentali, ma di un sistema articolato e dotato di centri di comando. Da cui organizzare ogni mossa.
Proprio i droni, in questo senso, hanno consentito ad Hamas di contrastare il lavoro di spionaggio di Israele. E, parallelamente, di osservare come si muove il nemico al di fuori dei confini della Striscia.
Le parole di Israele
Israele, concludendo, ha sicuramente la capacità tattica e militare, ma anche la volontà in seguito all'attacco terroristico subito sabato da Hamas, di riconquistare Gaza. Ma il costo, in termini di vite umane, sia sul fronte dell'esercito israeliano sia pensando ai civili palestinesi, rischia di essere altissimo. Senza contare la «variabile ostaggi». Ovvero, il centinaio di israeliani rapiti sabato e di cui, al momento, si sa poco o nulla. Hamas, semplicemente, ha spiegato che procederà a esecuzioni e uccisioni se Israele non cesserà i bombardamenti.
Resta da capire che cosa se ne farebbe, Israele, di Gaza sul lungo periodo. O, meglio, se lo Stato Ebraico ha o meno le capacità per amministrare la Striscia. È opinione comune, piuttosto, che l'obiettivo del governo Netanyahu sia distruggere – completamente – Hamas. Suonano sinistre, in questo senso, le parole pronunciate ieri dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. «Ho ordinato il completo assedio di Gaza: non ci sarà elettricità, né cibo, né benzina. Tutto è chiuso». Anche la definizione che Gallant ha dato di Hamas non lascia molto spazio all'immaginazione: «Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza».