L'intervista

«Concorrenza fiscale, perché no? Può essere sana, parliamone»

Franco Citterio è fra i sindaci del Luganese che le prossime elezioni, dopo aver guidato per decenni i loro Comuni, le vivranno da spettatori – Nell’ultima intervista da sindaco, ci tiene a toccare un aspetto che continuerà a impegnare i suoi colleghi negli anni a venire
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
02.03.2024 06:00

Franco Citterio è fra i sindaci del Luganese che le prossime elezioni, dopo aver guidato per decenni i loro Comuni, le vivranno da spettatori. Nell’ultima intervista da sindaco, ci tiene a toccare un aspetto che continuerà a impegnare i suoi colleghi negli anni a venire: i rapporti con gli altri Comuni, inclusa Lugano.

Sindaco, nei giorni scorsi il suo omologo luganese Michele Foletti ha risollevato il tema della concorrenza fiscale che potrebbe crearsi nel 2025 con l’introduzione del moltiplicatore differenziato tra persone fisiche e giuridiche e che secondo la Città andrebbe evitata.
«Alcuni Comuni hanno capito – ha detto Foletti – altri…».

Con «altri» intendeva anche Porza?
«Probabilmente sì, ma la possibilità di abbassare l’aliquota per le persone giuridiche è interessante e non andrebbe combattuta a priori. E poi bisogna tenere conto dell’autonomia comunale, mettendosi nei panni di chi ha un tessuto di contribuenti diverso (Porza conta soprattutto sulle persone fisiche, quindi può permettersi di fare sconti fiscali sostanziosi a quelle giuridiche, n.d.r.). In ogni caso siamo aperti a una discussione, in modo che la concorrenza sia sana. Anche l’Ente regionale di sviluppo del Luganese lancerà prossimamente un dibattito sul tema. È abbastanza urgente, perché i preventivi per il 2025 si fanno a giugno».

Un altro tasto dolente nei rapporti finanziari tra i Comuni è la perequazione. Siete scontenti anche voi come Lugano e altri Comuni?
«La Città versa 30 milioni di perequazione diretta e 100 di perequazione indiretta, che sono calcolati in base alla sua forza finanziaria. È molto, ma se guardiamo alla somma pro capite, noi a Porza paghiamo il doppio rispetto a Lugano con 2 milioni diretti e 2,5 indiretti per 1.700 abitanti. Speravamo che la riforma Ticino 2020 potesse cambiare le cose, ma probabilmente si arenerà. Peccato, perché qualche novità interessante la conteneva. Sta di fatto che siamo sempre meno tra i Comuni paganti, e questo in prospettiva è molto pericoloso».

Restando su questi terreni, ultimamente fa abbastanza discutere il fatto che Lugano debba o voglia finanziare da sola dei grandi progetti a chiara valenza regionale, come è stato per il LAC e come potrebbe essere per il Polo sportivo, se non si deciderà altrimenti. È più colpa della Città che s’intestardisce, o dei Comuni vicini che la lasciano sola?
«Progetti come quelli che ha citato sono importanti per tutto il distretto, è vero, ma Lugano ha sempre voluto impostarli in modo autonomo, salvo poi discutere, alla fine, di un possibile contributo degli altri Comuni. Per il finanziamento del Polo sportivo, comunque, abbiamo impostato un discorso a livello regionale e penso che anche Porza potrà fare la sua parte. In generale non esiste la formula perfetta, ci sono pro e contro: se si avvia un progetto in modo condiviso è poi più semplice dividersi la spesa, ma d’altro canto serve uno sforzo iniziale per portare allo stesso tavolo attori diversi con idee diverse».

In generale, nei suoi quindici anni da sindaco, che tipo di vicina di casa è stata Lugano?
«C’è stato un evolversi di temi che ci ha visto collaborare e abbiamo sempre avuto un rapporto cordiale e diretto, sia con il Municipio sia con i servizi».

Uno dei temi che vi ha visto lavorare molto insieme è il Nuovo Quartiere Cornaredo. Quali nodi ci sono ancora da sciogliere?
«Premetto che siamo soddisfatti della collaborazione con Canobbio e Lugano. Per quel che concerne la zona Resega siamo pure soddisfatti: fino a vent’anni fa era depressa, ora ci sono diversi nuovi stabili che creano un bel mix fra contenuti residenziali, sportivi, scolastici e altro. Un nodo è il riassetto viario: i progetti del Cantone sono ancora fermi nei tribunali e questo blocca anche la riorganizzazione delle strade di servizio. Poi sono preoccupato per lo stand di tiro: con il progetto del nuovo poligono regionale sul Ceneri che va per le lunghe, abbiamo un terreno strategico a Cornaredo che di fatto è bloccato».

Intanto si avvicinano le elezioni: che effetto le fanno?
«La scelta di non ripresentarmi è stata serena. Ci sono buoni candidati e bisogna pensare al futuro. C’è anche una ragione amministrativa: sapendo che il nostro segretario comunale, Walter De Vecchi, avrebbe smesso a gennaio dopo aver prestato servizio per cinquant’anni sempre a Porza, volevo essere certo che venisse rimpiazzato da una persona adatta, e così è stato (il nuovo segretario è Massimiliano Canonica, n.d.r.). Devo poi ammettere che lasciare mi restituirà un po’ di tempo per la famiglia e il lavoro».

Quali momenti ricorda con più intensità?
«A livello politico, ricordo con piacere le elezioni 2012: come PLR abbiamo conquistato la maggioranza assoluta e il sindacato in un Comune che era sempre stato un feudo PPD. In quel periodo c’era anche una forte pressione del Cantone sulle aggregazioni, e a Porza eravamo contrari. Io mi sono sentito portavoce di questa difesa: è stata una battaglia». Poi quella pressione è svanita. «Credo sia stata una marcia indietro intelligente. Il Dipartimento Istituzioni ha capito che nel Luganese le fusioni hanno una logica se partono dal basso. Grande non significa per forza efficiente».

Che consiglio si sente di dare al futuro sindaco di Porza?
«Difficile dare consigli. Penso che sia importante ascoltare la gente, sfruttando il privilegio che dà un piccolo Comune di essere sempre fra le persone».

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