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Cori in favore di Putin all'Allianz Arena? «Quel video è falso»

Sui social è diventato virale un filmato in cui si vedono tifosi rumeni inneggiare al presidente russo durante la partita giocata agli Europei dalla loro nazionale contro l'Ucraina – Da noi contattata, tuttavia, l'UEFA smentisce l'accaduto e spiega cosa è successo veramente
© EPA/ANNA SZILAGYI
Mattia Darni
18.06.2024 18:00

Tifosi rumeni che inneggiano apparentemente al presidente russo Vladimir Putin cantando il suo nome. È il contenuto di un video diventato virale sui social. I fatti si sarebbero svolti ieri, lunedì 17 giugno, all'Allianz Arena di Monaco di Baviera durante l'incontro, valido per la fase finale degli Europei di calcio, tra Romania e Ucraina, conclusosi sul 3 a 0 in favore della nazionale di Iordănescu.

Il filmato, tuttavia, è un falso. Viste però la buona qualità realizzativa del video e la narrazione che sta dietro a esso, molti si sono fatti prendere dalle emozioni e dall'interesse della storia e l'hanno diffusa credendola reale. Tra chi è cascato nell'inganno anche fonti autorevoli quali l'ANSA, la Gazzetta dello Sport (che nel frattempo ha rimosso l'articolo), il Corriere della SeraThe Mirror.

Le teorie dietro al filmato

Poche ore dopo che il video è diventato virale sui social sono però apparse le prime voci critiche riguardo alla sua autenticità. L'agenzia di informazione Ukrainian National News (UNN) è stata tra i primi a sottolineare come il video fosse falso. Citando Stratcom, l'UNN sostiene che gli autori del video abbiano sostituito l'audio originale con un coro di tifosi ucraini che insulta il presidente russo. Da questo coro sarebbe però stata tagliata la parte di insulto e lasciata solo quella in cui viene cantato il nome di Putin.

Simile anche l'analisi proposta da La Repubblica che parla di filmato tagliato. Secondo il quotidiano italiano, infatti, dal video originale che ritrae i tifosi rumeni unirsi a quelli ucraini nel cantare cori contro Putin è stata tagliata la parte finale in cui si sente l'insulto in modo che si possa udire solo la folla mentre scandisce il nome del presidente russo. L'audio originale recita infatti «Putin khuylo!», espressione con cui si manda a quel paese il numero uno del Cremlino. Insomma, il coro originale non solo è contrario all'invasione russa dell'Ucraina, ma è addirittura una dimostrazione di solidarietà nei confronti della popolazione ucraina. Analoga all'analisi di Repubblica quella del Corriere della Sera.

A esprimersi sul controverso filmato è quindi stato StratCom, ente governativo ucraino creato per combattere la disinformazione russa, che, dopo un'accurata analisi, ha stabilito che si tratta di un falso. «Coloro che hanno realizzato il video hanno sostituito la colonna sonora»,  si legge sul sito web dell'ente governativo ucraino. «Nella clip, gli autori del falso hanno utilizzato il famoso coro dei fan ucraini sul dittatore, dal quale hanno tagliato una parte, sapete quale parola».

La posizione dell'UEFA

Sul fatto che il video sia un falso, probabilmente, non ci piove. Come abbiamo visto, tuttavia, le teorie riguardo alla sua origine divergono: è stato tagliato un pezzo oppure si è proceduto con la sostituzione dell'audio? Per cercare di fare chiarezza abbiamo contattato direttamente l'UEFA che così ci ha risposto: «Il video è un falso. È stato sostituito l'audio originale in cui i tifosi cantavano "Ukraina Ukraina"».

A dimostrare che il video è un falso c'è infine una semplice considerazione: l'Ucraina non ha avanzato alcuna protesta ufficiale all'UEFA e quest'ultima, a differenza di quanto fatto con i tifosi serbi, non ha aperto alcuna procedura d'indagine.

«Non è sempre facile verificare l'autenticità di un video»

Fatta chiarezza sulla vicenda, una domanda rimane in sospeso: come è possibile che anche testate autorevoli siano cadute nell'inganno? «Facendo astrazione dal caso specifico e riflettendo in maniera generale, verificare la veridicità di foto, video e audio non è sempre evidente» spiega, da noi contattato, Alessandro Giusti, professore all'Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale, Dipartimento di tecnologie innovative della SUPSI. «Dipende tutto dalle risorse a disposizione di chi ha creato il presunto video falso e da quelle a disposizione di chi è chiamato a verificarne l'autenticità».

Giusti attira poi l'attenzione su un aspetto. «Falsificare video, foto e audio è sempre stato possibile; tuttavia fino a pochi anni fa per farlo erano necessarie competenze specifiche che non tutti avevano. Con gli strumenti odierni, invece, chiunque può cimentarsi in questa attività e quindi si assiste a una maggiore diffusione di falsi».

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