Così cambia l'insegnamento delle religioni a scuola

Trovato un accordo tra Stato e Chiesa: il corso d'istruzione religiosa di un'ora settimanale rimane in vigore alle condizioni attuali, fatta eccezione per le classi di quarta media - I dettagli dell'accordo
Immagine d'archivio - Un crocifisso in classe
Red. Online
22.11.2017 16:25

BELLINZONA - Il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) ha tenuto oggi una conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline per annunciare il raggiungimento di un accordo sull'insegnamento della religione e delle religioni frutto delle trattative tra il DECS, in rappresentanza dello Stato, e i rappresentanti delle Chiese riconosciute. 

L'accordo

L'accordo può essere così sinteticamente riassunto: il corso d'istruzione religiosa di un'ora settimanale attualmente previsto nelle scuole ticinesi (insegnamento confessionale facoltativo della religione cattolica o evangelica riformata) rimane in vigore alle condizioni attuali, fatta eccezione per il corso attualmente previsto in IV media, che viene abolito e integralmente sostituito da un insegnamento neutrale e non confessionale di Storia delle religioni, gestito dalloStato come corso ordinario e obbligatorio per tutti, per un totale complessivo di 36 ore-lezione.

"L'accordo  - spiega il DECS nel comunicato - ha potuto essere raggiunto grazie alla disponibilità delle Chiese a rinunciare al IV anno di scuola media per fare posto a un insegnamento di storia delle religioni destinato a tutti e, contemporaneamente, grazie al superamento dell'ostacolocostituito dal proposito di affidare questo corso ai soli insegnanti di storia".

È stato infatti accolto il principio secondo cui potranno accedere ai concorsi per l'insegnamento distoria delle religioni tutti i docenti in possesso dei titoli e dei requisiti rilevanti necessari all'insegnamento di questa specifica disciplina a livello di scuola media, senza esclusione di principio dei laureati in teologia, scienze religiose o scienze della religione.

Reciproca gratitudine

Il Consigliere di Stato Manuele Bertoli ha infine salutato pubblicamente l'apertura al dialogo e lo spirito collaborativo messo in campo dalle Chiese riconosciute e dai loro rappresentanti. Dal conto loro anche i rappresentanti delle Chiese riconosciute hanno esternato la lorosoddisfazione per il raggiungimento di questo accordo. 

In questo articolo: