Il caso

«Così i cittadini sono tutelati»

Il sindacato VPOD sostiene un ricorso al Tribunale federale sul ricalcolo dei sussidi per i premi di cassa malati deciso dal Governo – Sergio Montorfani, direttore dello IAS, spiega: «In caso di decisione diversa da parte del Parlamento i beneficiari verrebbero rimborsati»
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Giona Carcano
05.12.2023 06:00

Fra le tante misure decise dal Governo per contenere la spesa pubblica nell’ambito del Preventivo 2024, ce n’è una politicamente molto controversa: la riduzione dei sussidi per i premi di cassa malati (RIPAM). Una riduzione che tocca alcune migliaia di ticinesi, che vedranno calare (se non in alcuni casi annullare del tutto) il contributo cantonale. Una misura, come detto, controversa, anche se è bene sottolineare che la spesa per la RIPAM crescerà anche l’anno prossimo, passando dai 349,5 milioni di franchi previsti nel Preventivo 2023 ai 380,5 milioni del Preventivo 2024.

Questione di costanti

Tale riduzione è stata effettuata ricalibrando il parametro del reddito disponibile massimo (RDM), le cui costanti utilizzate per i calcoli sono passate da 3.8 a 3.5 per le persone senza figli e da 4.7 a 4.2 per le persone con figli. Come spiegato dall’Esecutivo nel messaggio, operando sulle costanti dell’RDM sono state tutelate le fasce di reddito più basse.

Il ricalcolo dei sussidi per i premi di cassa malati dell’anno successivo è, da prassi, definito da un decreto esecutivo che entra in vigore in ottobre, per permettere agli uffici preposti di calcolare i rispettivi diritti e di comunicarli alle casse malati in tempo per la fatturazione dei premi a partire da gennaio. Tuttavia, con il sostegno del sindacato VPOD, nei giorni scorsi una persona ha inoltrato un ricorso al Tribunale federale. Secondo l’incarto trasmesso dal cittadino ai giudici di Losanna, «il Consiglio di Stato non aveva alcun margine per ridurre autonomamente le costanti a 3.5 e 4.2 tramite il decreto esecutivo, nemmeno transitoriamente». Questo perché, come noto, la decisione del Parlamento sul Preventivo 2024 è slittata quantomeno a gennaio. La modifica di legge, inoltre, «dovrà comunque superare lo scoglio del referendum». Nel ricorso si specifica quindi che, in caso di annullamento del decreto esecutivo da parte del Tribunale federale, dovranno essere applicate le vecchie costanti, «quantomeno fino all’eventuale entrata in vigore della modifica di legge contenuta nel Preventivo 2024».

Si evita un peso troppo gravoso

In queste settimane, i cittadini toccati dalla misura di contenimento della spesa decisa dal Governo vengono avvisati tramite una lettera. Ci siamo dunque rivolti a Sergio Montorfani, direttore dell’Istituto delle assicurazioni sociali (IAS), per capire meglio la situazione a fronte del ricorso al TF e dell’invito della stessa VPOD a presentare parallelamente reclamo allo IAS. Innanzitutto, Montorfani fa un passo indietro, ricapitolando la procedura amministrativa che sta dietro ai sussidi RIPAM: «Ogni anno, le decisioni riguardanti i sussidi per i premi di cassa malati devono essere emesse idealmente prima dell’inizio dell’anno, già a novembre», spiega. «Il motivo? Siamo tenuti ad avvisare le casse malati delle singole decisioni. Infatti, saranno poi le stesse casse malati a dedurre direttamente il sussidio dalla fattura». E questo, spiega ancora Montorfani, a vantaggio dei beneficiari, «che altrimenti si troverebbero a dover anticipare l’intero ammontare della fattura». Un «peso» troppo gravoso per molti cittadini. «Emettere queste decisioni in anticipo è un imperativo per il Cantone: per questo il Governo si serve anno dopo anno di un decreto esecutivo per indicare all’amministrazione quali sono i parametri da considerare per il calcolo».

Mancherebbe la base legale

Tuttavia, a differenza degli scorsi anni, il ricalcolo dei sussidi RIPAM è stato inserito in un preventivo che non verrà discusso dal Parlamento prima di gennaio, senza dimenticare la possibilità di referendum (già minacciato dall’area progressista). Il ricorso critica quindi la mancanza di una base legale per poter procedere con decisioni simili. «Il Consiglio di Stato, con la massima trasparenza, ha scritto nel messaggio che avrebbe agito in questo senso, e cioè senza attendere la decisione del Gran Consiglio sul Preventivo 2024», sottolinea Montorfani. «Fermo restando che, qualora la decisione del Parlamento dovesse essere diversa, tutti i sussidi verranno ricalcolati. E la differenza verrà ovviamente rimborsata retroattivamente a tutte le persone interessate». Per il direttore dello IAS si tratta di una soluzione d’emergenza, «a vantaggio però dei beneficiari, che altrimenti sarebbero rimasti in attesa di una decisione del Gran Consiglio, con grande danno per tutti». Riassumendo, per l’amministrazione cantonale è più facile aggiungere un’eventuale parte di sussidio in un secondo tempo piuttosto che dover chiedere indietro soldi ai cittadini. «Parliamo di oltre 100.000 beneficiari RIPAM e di circa 380 milioni di franchi all’anno, sarebbe un’operazione impossibile», rileva Montorfani. «La volontà del Governo di rispettare la decisione di competenza del Gran Consiglio è comunque chiarissima sia nel messaggio sul Preventivo sia nelle singole decisioni che i cittadini stanno ricevendo».

La scarsa giurisprudenza

Un ricorso al TF su un decreto esecutivo non è usuale, come conferma anche Montorfani. E anche la giurisprudenza su questo specifico tema è quantomeno scarsa. «È una decisione che spetta al tribunale», conclude. «Ma, ancora una volta, la decisione del Governo, oltre a essere chiara e trasparente, è stata presa nell’interesse del cittadino».