«Credevo davvero nella fine del mondo»

«Sono entrato a far parte dei testimoni di Geova da adolescente, quando ho iniziato a farmi le prime domande sul senso della vita. Domande alle quali loro sembravano avere tutte le risposte. Sono diventato missionario a 16 anni e poi membro ufficiale a 18. Ci credevo. Credevo davvero che ci sarebbe stata la fine del mondo e che solo i testimoni di Geova sarebbero sopravvissuti». Christian Rossi, dottorando in scienze delle religioni all’ateneo di Zurigo, oggi è collaboratore del consultorio zurighese InfoSekta.
Per l’associazione (che si dichiara indipendente da ogni partito e confessione ed è finanziata principalmente dal Cantone e dalla Città di Zurigo, dai Cantoni San Gallo, Zugo e Svitto nonché con offerte di vari enti ecclesiastici) il 45.enne si occupa di un gruppi di auto-aiuto per ex adepti. «Sono uscito a 24 anni. Mi sono accorto che i loro insegnamenti e le loro profezie continuavano a cambiare». Rossi si sentiva «in prigione»: «Per ogni cosa c’è una regola. Ti sconsigliano di frequentare l’università o persone al di fuori del gruppo... Anche con la mia famiglia i rapporti si erano raffreddati. Una volta uscito gli è stato tolto il saluto: Rossi parla di «ostracismo». Le denunce e le sentenze per abusi sessuali degli ultimi anni non lo sorprendono, anche se, dice, come adepto non ne aveva mai sentito parlare. In Svizzera conosce quattro casi. Uno è il caso di cui riferì nel 2017 la NZZ am Sonntag. Uno gli è stato riferito da una vittima. Degli altri ne ha sentito parlare da ex adepti. «In tutt’e quattro i casi l’aggressore non è stato denunciato alle autorità competenti».
I testimoni di Geova sono il gruppo di cui InfoSekta si occupa più spesso, spiega la direttrice Susanne Schaaf (cfr. l’intervista). Delle circa 2.400 richieste di aiuto ricevute nel 2017 (le cifre del 2018 non sono ancora note, ma non si prevedono grandi differenze né per il numero di casi né per quanto riguarda i temi affrontati) il 16% coinvolge questo gruppo. La causa è in primis la rottura dei rapporti fra proseliti e non. Seguono, nella classifica dei temi più comuni, Scientology e chiese evangeliche libere come YOU Church. Spesso chi cerca informazioni sono parenti preoccupati. Lo stesso succede in Romandia, dove sono le chiese evangeliche a interessare la maggior parte di chi chiama il Centro intercantonale d’informazione sulle credenze di Ginevra, come indica la direttrice Brigitte Knobel. Il centro (286 richieste nel 2017), responsabile anche per il nostro cantone, non comunica però i dati per le singole regioni. Non si sa quindi quante e quali richieste provengano dal Ticino. Non esistono liste delle comunità con tratti settari, come definiscono gli esperti interpellati quelle sopraindicate. «Difficile definire quali gruppi includere in un conteggio», spiega Schaaf.
Da noi contattata per prendere posizione, la sede dei testimoni di Geova svizzeri rimanda a due prese di posizione scritte, dove si legge: «I Testimoni di Geova aborriscono gli abusi su minori e li considerano un reato. Gli anziani della congregazione non proteggono dalle autorità chi commette abusi su minori». «Alcuni per setta intendono un gruppo che si distacca da una confessione religiosa. Come organizzazione noi Testimoni di Geova non ci siamo distaccati da un’altra religione. Piuttosto riteniamo di aver ripristinato la forma di cristianesimo praticata nel I secolo».
«Ti avvisano che gli altri non ti capiranno, perché sono meno evoluti di te»
L’intervista a SUSANNE SCHAAF, psicologa e direttrice di InfoSekta.
Partiamo con una riflessione sul concetto di «setta», termine contenuto nel nome della vostra associazione. In Svizzera vige la libertà di credo e di coscienza. «Setta» ha però una connotazione negativa. Usandola non si rischia di fare delle discriminazioni?
«È vero, “setta“ porta con sé un significato negativo. Infatti è meglio parlare di “tratti settari“. La libertà di credo va garantita; questo diritto però non è superiore ad altri, come quelli che tutelano la personalità, ad esempio».
Secondo le cifre date dal vostro ultimo rapporto annuale la maggior parte delle richieste di consulenza che ricevete riguardano i testimoni di Geova. Secondo lei è il gruppo più problematico che osservate?
«Sui testimoni di Geova abbiamo parecchie richieste perché si tratta di una comunità piuttosto grande. Inoltre, i casi di abusi sessuali su minori di cui molti media si sono occupati negli ultimi anni è stato un invito per persone colpite a riferirsi a noi. Esistono poi parecchi ex membri pronti a dare testimonianza e che pubblicano ad esempio video su YouTube. Anche questo aspetto favorisce la denuncia di disfunzioni in questo particolare gruppo»
Quali sono le richieste di aiuto che ricevete più sovente?
«Acontattarci sono sovente i coniugi o i genitori di persone che si sono avvicinate ai testimoni di Geova o altri gruppi. Sono i primi a notare l’allontanamento della persona, che non vuole avere contatto con chi non abbraccia la stessa fede o magari inizia ad accusare un parente di avergli fatto torti in vite passate. Le famiglie si ritrovano spesso impotenti. In alcuni casi si sfocia anche in cause legali».
Quali devono essere i campanelli d’allarme per i diretti coinvolti?
«Se la mia migliore amica mi dice che da quando frequento una comunità sono cambiata in peggio, forse c’è una ragione. A volte è difficile perché nel nuovo gruppo si viene avvisati che si sarà incompresi dai propri cari, “meno evoluti“. Poi c’è il tema dei costi: ci sono gruppi che vendono gadget come depuratori dell’acqua o foulard energetici per migliaia di franchi. Quello dell’esoterismo ad esempio è un mercato enorme. “Cosa sono 10.000 franchi per risolvere tutti i tuoi problemi?“, viene argomentato».
Ed è anche un trend in aumento?
«Gruppi come Scientology o i testimoni di Geova hanno raggiunto un apice; il numero dei membri non sta più crescendo (secondo l’Ufficio di statistica federale il primo è passato dai 107 membri del 2012 ai 239 del 2016, il secondo da 19.015 a 17.878 n.d.r.). Oggi si tende a “spiluccare” tra seminari e filosofie. È in questo contesto che si può finire per incontrare qualche prestatore di servizi disonesto. Non tutti però sono pericolosi o comportano rischi: se lei decide di posizionare un cristallo vicino al suo pc perché crede che la ripari da radiazioni nocive non sta facendo male a nessuno. Se mette un cristallo nello zaino di suo figlio e lo manda a scuola in bicicletta senza casco perché tanto è già riparato dal cristallo allora è un altro discorso».
Anche le chiese evangeliche libere fanno spesso discutere.
«C’è chi definisce “setta” ogni gruppo religioso in cui gli insegnamenti religiosi si basano sulla Bibbia ma anche su altre “verità”. Le chiese evangeliche libere si basano su questa definizione, confermando: “Non siamo una setta, perché ci basiamo solo sulla Bibbia”. Nelle più rigide di queste chiese si nota però uno schema dove “o sei con Dio o sei con Satana”. Sono situazioni in cui le persone possono essere sotto forte pressione psicologica, perché c’è sempre la paura di cadere nel peccato. Situazioni che secondo le attuali teorie pedagogiche possono essere problematiche. Ad esempio per lo sviluppo personale dei bambini.