Crisi di governo, la parola a Mattarella

ROMA - Ciò che era evidente da tempo, la crisi del governo giallo-verde M5SLega, è diventato ufficiale ieri pomeriggio quando, alle15.44, il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha comunicato al Senato che «l’azione di governo finisce qui». «Al termine di questo dibattito andrò dal presidente della Repubblica per rassegnare le mie dimissioni da presidente del Consiglio» ha precisato poi Conte, che in serata è stato ricevuto alle 20.40 al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appositamente rientrato dalle vacanze.


Preso atto della crisi, il presidente ha chiesto a Conte di rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti e convocato per le 16 di oggi l’inizio delle consultazioni in vista della formazione di un nuovo esecutivo, se possibile «di legislatura» oppure, nel caso questo si riveli impossibile, per portare il Paese alle urne: prima data disponibile il 27 ottobre. Conte ha scelto di dimettersi per evitare che fosse messa ai voti la mozione di sfiducia al suo governo presentata dalla Lega e già calendarizzata per domani. Non essendo stato sfiduciato, secondo gli osservatori Conte rimane in corsa per guidare un nuovo governo, in chiave anti- Salvini, formato da M5S e partito democratico.


L’annuncio dell’avvio delle consultazioni ha concluso una giornata politica che al Senato è stata drammatica: non se ne vedevano così piene di tensione, secondo vecchi osservatori politici, da decenni, dai tempi di Tangentopoli. Il premier dimissionario è stato durissimo nei confronti di Salvini, all’origine della crisi. «Salvini ha agito per interessi personali ». «La verità è che all’indomani delle Europee Salvini, forte del suo risultato, ha messo in atto una operazione di progressivo distacco dalla compagine governativa, al fine di trovare un pretesto per arrivare alla crisi e andare alle urne». «Caro Matteo, hai invocato le piazze e chiesto poteri, la tua concezione preoccupa ». «Non abbiamo bisogno di uomini con pieni poteri, ma con senso delle istituzioni». «Matteo, non hai dimostrato cultura delle regole». «La vicenda russa (quella della presunta tangente destinata alla Lega) meritava di essere chiarita anche per i risvolti sul piano internazionale, dovevi venire in Senato». «Caro Matteo, evita di accostare slogan politici a simboli religiosi, l’incoscienza religiosa rischia di offendere credenti e oscurare il principio di laicità».


Salvini, vicepresidente del Consiglio, era seduto alla destra di Conte; l’altro vicepresidente, Luigi Di Maio, alla sua sinistra. Salvini ha ascoltato il premier ora annuendo, ora sbuffando, ora facendo cenni di diniego, ora alzando gli occhi al cielo. E prendendo appunti. Alla fine gli ha risposto per le rime: «Rifarei tutto quello che ho fatto, con la grande forza di essere un uomo libero. Chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero. Io non voglio un’Italia schiava di nessuno. Non voglio catene». All’ex premier ha dedicato i primi cinque dei venti minuti del suo intervento. «Mi dispiace che il presidente del Consiglio mi abbia dovuto mal sopportare per un anno. “Pericoloso, autoritario, preoccupante, inefficace, incosciente”. Bastava Saviano per raccogliere tutti questi insulti, un Travaglio, un Renzi, non il presidente del Consiglio». Più volte Salvini ha chiesto di tornare al più presto al voto. Poi alla fine ha ripetuto la sua offerta ai 5 stelle: «La via maestra sono le elezioni, così gli italiani giudicheranno. Ma se volete tagliare i parlamentari e andiamo a votare? Ci siamo. Ci siamo anche per fare una manovra economica coraggiosa e tagliare le tasse a milioni di italiani». E ha concluso: «Se volete governare con i Renzi, i Boschi e i Lotti, auguri».


Una apertura decisamente tardiva, sommersa da bordate di buuh dei Cinquestelle. Matteo Renzi ha contribuito, con il suo intervento, a fare salire ancor più la tensione dei senatori leghisti. Ha insistito sulla necessità di un governo per affrontare i drammatici problemi economici del Paese, dalla legge di bilancio per evitare l’aumento dell’IVA al rilancio dell’economia stagnante, di cui dovrebbero far parte sia il M5S sia il Pd («governo di cui io in ogni caso non ne farò parte»). Più rigido almeno fino a ieri sera il segretario del partito Nicola Zingaretti, per il quale «occorre discontinuità ». La via da seguire sarà decisa dalla direzione in programma questa mattina. Ma le sorprese non erano ancora finite.


La Lega, poco prima delle 20, ha ritirato la mozione di sfiducia nei confronti di Conte. Ironicamente perfido il commento di Conte: «Prendo atto che al leader della Lega Matteo Salvini manca il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti. È evidente che la responsabilità della crisi porta visibile la sua firma. Nessun problema però. Mi assumo io il coraggio che manca a Salvini, vado da Mattarella». Di Maio, silenzioso per tutta la giornata: «Salvini si è pentito, ma la frittata ormai è fatta».
Il Papeete, il materassino e tanta satira
Religione, mafia e citazioni storiche. Il dibattito in Senato e la crisi di governo irrompono sui social, dove a prendersi la scena sono il premier, Giuseppe Conte, e il leader della Lega, Matteo Salvini, individuati nel dibattito e raffigurati in decine di fotomontaggi ironici come i due principali avversari.
Sin dall’ora di pranzo gli hashtag #maratonamentana, trasmissione seguita da moltissimi utenti Twitter, #crisidigoverno e #Conte conquistano il podio dei trend in Italia. Ed è il discorso del premier, in particolare con la citazione di Federico II, sovrano illuminato, e l’attacco a Salvini sull’uso dei simboli religiosi, a dividere addetti ai lavori e opinione pubblica. Ed è infatti il tema religioso a provocare polemiche, a maggior ragione dopo le parole del senatore M5S, Nicola Morra, che, dopo aver ricordato a Salvini che ostentare il rosario in Calabria significa mandare messaggi in codice alla ‘ndrangheta, è salito subito tra i primi trend provocando una valanga di post.
Satira anche sulla frase «rifarei tutto quello che ho fatto», ritraendo il ministro dell’Interno sempre al Papeete o in Russia. Molti i riferimenti «cattolici»: tra i più divertenti un video della processione della Madonna che scappa con le parole «la Madonna sta lasciando l’Italia per motivi di sicurezza» oppure «più che una seduta al Senato sembra l’ora di catechismo» e ancora «Bentornato Sacro romano impero».
Il sito satirico Prugna prende di mira anche Conte: «Si addormenta a Palazzo Chigi e si risveglia dopo 18 mesi per cazziare Salvini», si legge in un post che riprende una recente notizia di cronaca che ha scatenato molti commenti come «si addormenta sul materassino con la Lega e lo ritrovano con il PD», oppure - scrive Spinoza - «Si addormenta sul materassino a Milano Marittima e si risveglia senza maggioranza ».
