«Da dicembre 2020 i carburanti sono aumentati del 31,6%»

Sicuramente è una buona notizia. In Svizzera, a novembre l'inflazione è scesa ai minimi da due anni. La crescita dei prezzi su base annua si è infatti attestata all’1,4%, in calo rispetto all’1,7% registrato in settembre e ottobre.
Carrello della spesa
Un dato complessivo che, se scomposto, offre una serie di spunti e riflessioni. In primo luogo, riguardo alla cosiddetta inflazione alimentare. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, a novembre 2023, l’inflazione per questo gruppo di beni si attestava al 3,2 %. Detto altrimenti: per comprare i medesimi prodotti che un anno fa costavano 100 franchi, oggi occorre sborsarne 103,20. Interessante, per esempio, osservare come il rincaro annuo sulla farina sia ancora del 7,9%; quello sul pane del 3,2%; sul pesce surgelato addirittura del 9,0%; su latte, formaggi e uova del 3,8%. In linea teorica, per un confronto su base annua, possiamo immaginare che una famiglia, a novembre 2022, spendeva al mese 1000 franchi. Ora, per avere il medesimo carrello della spesa deve spendere 32 franchi in più.
Benzina e vari
Accanto ai prodotti alimentari ci sono poi altri due gruppi di beni che occorre monitorare con una certa attenzione e che contribuiscono, con le loro variazioni, all’andamento del rincaro complessivo, sceso a novembre all’1,4%, commenta l’economista e ricercatore USTAT, Eric Stephani. «I prezzi della voce "abitazioni ed energia" sono cresciuti del 3,2%; mentre i prezzi della voce "trasporti" sono diminuiti dell’1,7%». Un segno meno, per quest’ultima voce, dovuto in gran parte al deprezzamento dei carburanti. «Rispetto a novembre 2022, i carburanti oggi costano il 6,8% in meno», rileva Stephani.
Una buona notizia che tuttavia (per essere letta e intesa nella sua interezza) va contestualizzata su un periodo più esteso: «Dobbiamo ricordarci che a novembre 2022 il prezzo del carburante era già cresciuto del 10,9% rispetto all’anno prima». In altre parole, il calo del costo del carburante registrato a novembre 2023 (-6,8%) non compensa l’aumento avuto l’anno prima (10,9%). Per quanto la benzina costi di meno, siamo ancora in territorio positivo, per così dire, rispetto al 2021.
Il punto zero
«I calcoli si fanno poi ancora più interessanti se andiamo indietro di altri 12 mesi», osserva Stephani: «A novembre 2021, i carburanti avevano subito un rincaro del 28,9% rispetto al 2020». Ma come si valuta allora il rincaro nel tempo? «L’Ufficio federale di statistica fissa una sorta di teorico “punto zero” a dicembre 2020» spiega l’esperto. «Rispetto a questo punto iniziale i prezzi di oggi, per i carburanti, sono superiori del 31,6%». Ed è proprio rispetto a questo “punto zero” che possiamo misurare quanto il costo della via sia aumentato realmente. «L’esempio dei carburanti fa capire bene come il dato di novembre debba essere inserito in uno storico più ampio».
Accelerazione sulle pigioni
Un’altra categoria da monitorare è la voce «abitazione ed energia». In questo caso si assiste allo stesso tempo a una serie di rincari e flessioni. Il prezzo dell’olio da riscaldamento, per esempio, è sceso del 18,8%. Quello del gas del 3,2%. L’elettricità invece ha subito un rincaro del 25%. In questa categoria si inserisce anche l’aumento dei tassi ipotecari, compreso l’indice ipotecario di riferimento necessario per calcolare gli adeguamenti delle pigioni degli affitti. Ed è proprio alla voce affitti che si nota un’evoluzione inedita, osserva Stephani: «Se finora si misurava una crescita costante su base annua degli affitti attorno all’1,5%, a novembre, per la prima volta, c’è stata un’accelerazione, con una crescita degli affitti del 2,3%». Secondo l’Ufficio federale di statistica, tuttavia, è ancora presto per dire se l’aumento è dovuto essenzialmente all’adeguamento degli affitti al nuovo indice ipotecario. «Questo elemento va a sommarsi ad altri fattori come le attività in nuove costruzioni, le ristrutturazioni o i cambi d’inquilino».