Da inizio anno, in Svizzera sono state uccise cinque donne

Da inizio 2024, «siamo cinque in meno». Stiamo parlando di donne vittime di femminicidio. Cinque casi in 52 giorni. L'ultimo episodio in ordine di tempo risale allo scorso fine settimana. Una donna di 40 anni è stata ritrovata esanime nella sua abitazione di Vevey (Vaud) a seguito di una chiamata d'urgenza attorno alle 2.30 di sabato. I soccorsi, intervenuti rapidamente, non hanno potuto salvarla, scrive in una nota la polizia cantonale. Il compagno, un 32.enne, è stato fermato sulla scena del delitto e ha ammesso di avere colpito la 40.enne con un corpo contundente. Entrambi sono di nazionalità rossocrociata.
In Svizzera due donne al mese vengono uccise per mano di un uomo. Stopfeminizid.ch censisce le vittime di femminicidio nel nostro Paese: una 46.enne ad Allaman (Vaud), il 5 gennaio; una 56.enne a Wädenswil (Zurigo) il 15 gennaio; una 38.enne a Binningen (Basilea Campagna) il 13 febbraio. Una quarta donna, una 27.enne, è stata trovata morta nel Reno vicino a Laufen-Uhwiesen (Zurigo), a fine gennaio. Casi censiti da inizio 2024 a cui si aggiunge, purtroppo, la 40.enne di Vevey.
Nel 2022, sono stati registrati 19.978 reati di violenza domestica (2021: 19.341), pari a un aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente (+637 reati), stando ai dati dell'Ufficio federale di statistica (UST). Gli omicidi consumati commessi nella sfera domestica sono stati 25 (2021: 23), il 59,5% di tutti gli omicidi consumati registrati dalla polizia in Svizzera (totale: 42). Di questi 25 omicidi, 16 sono stati commessi in una relazione da attuali o ex partner, di cui sono stati uccisi 15 donne e 1 uomo. I femminicidi sono stati «commemorati» in Ticino con ciottoli rossi, collocati in Piazza Grande a Locarno il 2 dicembre scorso. Nel nostro cantone la situazione parla, sempre per il 2022, di 652 infrazioni in ambito familiare, in massima parte per lesioni semplici, minacce o ingiurie. La Polizia è intervenuta 983 volte per arginare episodi di violenza domestica e proteggere le vittime.
Lo scorso 25 novembre le strade di Bellinzona si sono riempite di persone per dire no a qualsiasi forma di violenza sessista. Tra gli slogan, anche «se domani non torno, distruggi tutto», frase di una poesia, un componimento di Cristina Torres-Cáceres rimbalzato sui social dall'omicidio, in Italia, di Giulia Cecchettin. Parole diventate manifesto. Che, però, sembrano non bastare.