Da Lacerenza a no gerenza il passo è breve

È stata revocata la licenza a Davide Lacerenza per la sua Gintoneria di Davide, in via Napo Torriani a Milano. A comunicarlo è la Questura di Milano.
Questa mattina, i poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura hanno notificato il provvedimento a Lacerenza, nei confronti del quale è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari e che risulta indagato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e per sfruttamento della prostituzione – commessi nel locale e fuori –, ricavando illeciti guadagni tramite prezzi maggiorati e consegne a domicilio delle prostitute.
Tenuto conto che la licenza della Gintoneria era già stata sospesa due volte, e «in considerazione di una situazione obiettivamente pericolosa e intollerabile per la sicurezza e l’ordine pubblico», ne è ora stata disposta la revoca.
Ricordiamo che Davide Lacerenza è personaggio noto anche in Ticino dove nel 2021 fu protagonista di una serata alcolica alle medie di Locarno. Era stato fatto entrare da un docente e, con amici, aveva dato vita a un party a base di champagne che, evidentemente, non passò inosservato. La polizia, infatti, lo aveva fermato all'indomani, mentre si trovava in un hotel a Giubiasco.
Da anni, ancor prima della citata trasferta in Ticino e di quest'ultimo arresto, Lacerenza è al centro di episodi di cronaca. Il 31 agosto del 2020, in piena pandemia, la sua Gintoneria era stata chiusa per assembramenti, schiamazzi e spaccio di droga. Dopo la riapertura, il locale era stato nuovamente chiuso in seguito a un blitz – all'inizio di ottobre – delle forze dell'ordine. Di nuovo, per assembramenti e mancato rispetto delle norme anti-coronavirus. L'imprenditore, sessant'anni, può vantare altresì un discusso libro sulla sua vita – Vergine, single e milionario – oggetto, nel settembre del 2020, di un articolo molto critico scritto da Selvaggia Lucarelli in cui venivano portati alla luce un clima fatto di sciabolate, champagne ma soprattutto di aggressività, violenza e spaccio di droga con, sempre, la Gintoneria al centro di tutto. Lucarelli aveva intervistato il diretto interessato, chiedendogli dettagli sul giro d'affari del locale considerato poco chiaro.
A introdurre, per certi versi, Lacerenza nell'universo VIP era stata la sua ex compagna, Stefania Nobile, con cui aveva aperto un ristorante – La Malmaison – poi chiuso. A partire dal 2009, Nobile aveva scontato quattro anni di pena (di cui uno in carcere e tre ai domiciliari) per associazione a delinquere e truffa. Prima di chiudere, il ristorante La Malmaison era anche finito nel mirino di Iene e Striscia la Notizia dopo che dei clienti avevano denunciato conti per 1.000 euro a persone che avevano acquistato su Internet un coupon da 70 euro.
A proposito della sua notte brava in Ticino, nel 2023 Lacerenza – ospite del podcast Gurulandia – aveva detto: «Facevamo i delivery durante il lockdown. Erano le 10 e mezza circa, ero con un mio dipendente e una mia ex ragazza. Mi chiama un cliente e mi dice: “Siamo in un albergo a Lugano, è il compleanno di un mio amico, mi mandi un taxi con 6 P2 (6 bottiglie di champagne Dom Pérignon P2, ndr)?”. E io gli ho detto: “Se ne prendi 12, veniamo noi”. Allora, oltre alle 12 bottiglie ho messo anche un P3, bottiglia da 3 mila euro, e un P2 rosé del '96, che è un’altra bottiglia da 2-3 mila euro. Era un carico sui 15 mila euro di roba. Andiamo, metto il navigatore e mi fa fare la frontiera di Como, che era spenta (non c’era nessuno a sorvegliare, ndr). Passo tranquillo, non ho pensato a niente». E ancora: «Arriviamo all’hotel, ma il proprietario non ha voluto che si bevesse lì per il troppo assembramento. Noi dovevamo solo consegnare e andare via, ma il cliente dice: “Dai, allora andiamo da me, a Locarno. Lo seguiamo e questo apre una scuola. Io ho detto: “Ma sei sicuro che possiamo bere qua?”. E lui: “Sì, perché adesso è chiusa”. Lui era un insegnante e aveva le chiavi. Inizio a fare i video: vai, P2, sciaboliamo. Poi andiamo a letto tranquilli, abbiamo dormito là perché avevamo bevuto. Alle 10 bussa la polizia, ci han portato via e trattenuto per 5-6 ore: un interrogatorio lunghissimo. Alla fine ho dovuto pagare le multe. Mi hanno chiesto: "Perché non ha pagato la dogana?", ma non c’era nessuno alla dogana. Ho dovuto pagare l’IVA sulle bottiglie, meno male che non han capito che erano P2 e P3: ho detto che erano tutti Dom Pérignon normali, quindi han calcolato 500 euro di IVA (Lacerenza sostiene che avrebbe dovuto pagare sui 3 mila euro, ndr)». Uno dei conduttori in studio, dopo la confessione, aveva ironizzato: «Ora tornano». Lacerenza, però, aveva ribattuto: «Io di sicuro non ci vado più. Per andare via ho dovuto pagare anche 600 o 1.200 euro, non mi ricordo più, perché eravamo più di 5 persone. Avevo la carta di credito, ma volevano i contanti: "Fai venire qualcuno con i contanti, se no non puoi andare via". Abbiamo raccolto tutti i soldi che avevamo e ci hanno fatto lo “sconto” per prendersi i contanti: ho pagato un po’ meno, poi ci hanno fatto andare via».