Da spazio vuoto a faro dell’integrazione
Due aule inutilizzate diventano luoghi di incontro a favore dell’integrazione. A Daro prendono forma gli spazi interculturali necessari alla vita sociale della Città di Bellinzona per l’accoglienza degli stranieri. Questi hanno trovato sede alle scuole del quartiere, ormai inutilizzate per le lezioni a causa dell’insufficienza di allievi nel rione e dove attualmente si trova il Patriziato locale e una Ludoteca. «In città vivono persone di 111 nazionalità diverse – ha osservato oggi il sindaco Mario Branda alla presentazione degli spazi –. Anche in una realtà contenuta come la nostra, il tema della presenza di cittadini stranieri è rilevante. Tema che non costituisce un problema ma anzi una convivenza che funziona piuttosto bene. Allo stesso tempo però ci dobbiamo chiedere cosa possa essere ulteriormente fatto per evitare che si manifestino dei fenomeni di ghettizzazione che possiamo osservare in altre grandi città della Svizzera e del mondo, con quartieri esclusivamente abitati da stranieri. Da noi non è così e vogliamo che la situazione resti tale. Si tratta di un’iniziativa che si affianca a quello del Tavolo della solidarietà e dell’integrazione per mettere in contatto i vari attori attivi nel sociale e incentivare la collaborazione fra Città, Cantone e associazioni per discutere di progetti concreti».
Volontà congiunte
Si tratta di un progetto nato dalla volontà congiunta di Comune – tramite l’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e il Servizio per l’integrazione degli stranieri - e Cantone, che «colma una lacuna», ha spiegato invece la Delegata cantonale all’integrazione degli stranieri Michela Trisconi. Una sinergia che ha dato vita a un luogo di socializzazione interculturale, aperto già nelle scorse settimane. Sotto la gestione della Cooperativa Baobab, per i prossimi due anni le associazioni del Bellinzonese potranno proporre in particolare incontri mamma-bambino ma anche appuntamenti dedicati ad altri ambiti dell’integrazione, come ad esempio quello linguistico. «La città cresce e serve lavorare alla coesione sociale», ha detto la collaboratrice di Baobab Elena Conelli spiegando che al momento la Croce Rosse tiene corsi di italiano per afghani, mentre la Cooperativa li propone a rifugiati con statuto «S». In questo caso gli adulti possono seguire le lezioni mentre i loro figli dagli 0 ai 4 anni vengono accuditi dalle educatrici in un’aula a parte. «Questi spazi serviranno anche da piattaforma per permettere alle diverse associazioni di conoscersi tra loro e collaborare». Una struttura quindi «importante» per il Capoufficio Richiedenti asilo e rifugiati Renzo Zanini a causa della necessità e dell’urgenza di disporre di spazi adeguati dedicati all’accoglienza e all’integrazione degli stranieri emersi anche a causa del conflitto in Ucraina e l’arrivo di molte famiglie. Sabato 17 giugno sono previste le porte aperte dalle 9.30 alle 11.30.