Dal Belgio in Svizzera per una conferenza? Solo in treno

L'Università di Anversa, in Belgio, vieterà al suo personale di volare verso destinazioni che possono essere raggiunte in treno in meno di otto ore. Lo riferisce il Brussels Times. Chi intende partecipare a congressi o conferenze a Amburgo, Monaco, Marsiglia e Manchester, ma anche in Svizzera, sarà obbligato a viaggiare su rotaia.
La decisione è stata presa dal consiglio esecutivo dell'università per ridurre l'impatto ambientale dell'istituzione, anche se saranno previste eccezioni. Ad esempio, se prendere il treno implica un pernottamento che altrimenti sarebbe evitabile. In quel caso, per il viaggio di ritorno sarà possibile prenotare un volo. L'ateneo consiglia al personale di prendere il treno anche verso Nizza o Barcellona.
«Un viaggio in aereo ha un impatto ambientale da sette a undici volte superiore rispetto a quello di un viaggio in treno», ha dichiarato l'ateneo al Brussels Times. «La differenza è ancora più alta sulle brevi distanze, da meno di 700 chilometri».
Il rettore dell'università, Herman Van Goethem, ha spiegato che la decisione presa è un passo importante verso la sostenibilità. Un modo per ridurre concretamente l'impatto ambientale dell'istituto. «Incoraggiamo i nostri dipendenti a partecipare a conferenze e corsi online. Ma, ovviamente, la presenza fisica e il contatto personale rimangono importanti e spesso rappresentano un valore aggiunto, se non addirittura necessario».
Els Laenens, professore al Dipartimento di informatica, ha raccontato di avere raggiunto la città danese Vejle, nel 2019, in treno. «Sono stato in viaggio per 13 ore, ma non ho provato la sensazione di avere perso tempo. Lo spazio era confortevole e nel frattempo ho lavorato».
L'università di Anversa starebbe pure collaborando con un'agenzia di viaggi per ricevere consulenza. L'obiettivo è pianificare nel modo più efficiente possibile i viaggi in treno e fornire informazioni puntuali al personale per la loro organizzazione.
Gli altri
Quattro anni fa - era il marzo del 2019 - la NZZ am Sonntag aveva parlato della volontà delle università svizzere di dare un taglio ai viaggi aerei e introdurre un sistema di monitoraggio. Con il Politecnico di Zurigo in prima linea, seguito da Berna, Basilea e Losanna. L'ETHZ vuole raggiungere la neutralità climatica (emissioni zero) entro il 2030. Una politica condivisa con l'Università di Zurigo. «Lo sviluppo sostenibile rappresenta una sfida globale. In quanto punti caldi per la generazione e il trasferimento della conoscenza, le università dovrebbero dare un contributo - si legge sul sito dell'ateneo di Berna -. L'Università prende sul serio questa responsabilità e si impegna a integrare la sostenibilità come questione trasversale in tutti i settori (insegnamento, ricerca, formazione continua, pubbliche relazioni e operazioni commerciali) e promuovere l'uso rispettoso dell'ambiente, dell'economia e delle risorse sociali». La sostenibilità è saldamente ancorata nella strategia 2022-2030 e nella dichiarazione di intenti anche dell'università di Basilea.
Sul sito dell'Università della Svizzera italiana compare l'elenco degli obiettivi di sviluppo sostenibile e il Rapporto sulla sostenibilità e sull'impatto ambientale dell'USI. Alla voce «Mobilità», tra le altre cose, compaiono lo sviluppo e l'introduzione di un regolamento per l'utilizzo di mezzi alternativi ai voli (quando possibile), la promozione di una politica di riduzione delle emissioni (20% entro il 2024), e lo sviluppo e promozione di politiche di compensazione delle emissioni dei voli aerei.
Il mese scorso, Commissione europea e governo francese hanno trovato un’intesa sul divieto dei voli interni in caso di alternativa, via treno, inferiore alle due ore e mezza. Una misura che avrà una durata di tre anni, anche perché, dal 2024, sui voli domestici francesi verrà imposta una compensazione delle emissioni di CO2 pari al 100%.