Salute

Dal cervello ai reni, il Covid si annida in tutto il corpo

Lo dimostrano i risultati delle autopsie di 44 pazienti non vaccinati che avevano contratto il virus durante il primo anno di pandemia – In alcuni casi, le tracce possono persistere per più di 200 giorni
© CdT/Gabriele Putzu
Ats
09.01.2023 17:29

Il virus SarsCoV2 non colpisce solo le vie respiratorie ma dilaga in tutto l'organismo, lasciando tracce che in alcuni casi possono persistere per più di 200 giorni. Lo dimostrano i risultati delle autopsie di 44 pazienti non vaccinati che avevano contratto il Covid durante il primo anno di pandemia, tra aprile 2020 e marzo 2021.

Lo studio, che apre nuove prospettive per il trattamento del long-Covid, è pubblicato sulla rivista Nature da un team guidato dai National Institutes of Health (Nih) americani.

Il lavoro, che i ricercatori definiscono come il più ampio mai realizzato sulla persistenza di SarsCoV2 nelle cellule del corpo umano, quantifica l'Rna virale in 85 distretti e fluidi dell'organismo: questa traccia di tipo genetico permette di capire dove il virus si è replicato mentre la persona era ancora in vita.

I risultati evidenziano la presenza di abbondante Rna virale in 79 degli 85 distretti corporei presi in esame, già nelle prime due settimane dalla comparsa dei sintomi: sono interessati non solo i polmoni, ma anche cuore, milza, reni, fegato, colon, muscoli, nervi, apparato riproduttivo, occhi e cervello.

I polmoni mostrano i segni più evidenti di infiammazione e danneggiamento, mentre il cervello e gli altri organi non sembrano subire cambiamenti significativi nonostante l'alta carica virale. In una particolare autopsia, resti del coronavirus sono stati trovati nel cervello di un paziente deceduto 230 giorni dopo l'insorgenza dei primi sintomi del Covid.

«I nostri dati indicano che in alcuni pazienti SarsCoV2 può causare un'infezione sistemica e persistere nel corpo per mesi», sottolineano i ricercatori. Resta ancora da chiarire come il virus riesca a diffondersi in tutto il corpo, considerato che non sono state rilevate tracce importanti nel plasma sanguigno.

«Speriamo di poter replicare lo studio sulla persistenza virale e indagare la relazione con il long-Covid», afferma uno degli autori, Stephen Hewitt degli Nih. «In meno di un anno abbiamo raccolto circa 85 casi e stiamo lavorando per aumentare i nostri sforzi».