Il personaggio

Daniel Carr: «Lugano ormai è casa mia, quando torno qui sono felice»

L'attaccante canadese lancia la stagione bianconera a poche ore dall'esordio a Zugo
Daniel Carr è alla sua quarta stagione con la maglia del Lugano. ©CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
17.09.2024 06:00

Sta per iniziare la sua quarta stagione in maglia bianconera. La quarta e un po’, considerando le 8 partite disputate nella stagione 2020-2021. Daniel Carr, dopo un ottimo campionato, vuole ripetersi: «Per me sta per iniziare una nuova sfida, che non vedo l’ora di affrontare con questo nuovo Lugano. Per noi sarà importante ottenere una migliore posizione di classifica, in vista dei playoff», spiega il canadese.

È ormai diventato un mezzo ticinese, Daniel Carr. O quasi. Sta per cominciare la sua quarta stagione «piena» in maglia bianconera, ha imparato l’italiano e soprattutto – tra un allenamento e una passeggiata con il suo adorato cane Judge – a Lugano l’attaccante canadese ha trovato una seconda casa. È felice e non lo nasconde: «Mi è sempre piaciuta Lugano – spiega Carr – e ho sempre desiderato rimanere qui il più a lungo possibile. Sì, ormai mi sento a casa quando sono in Ticino. Durante l’estate passo ovviamente un po’ di tempo in Canada, ma quando arriva il momento di rifare le valigie sono contento. Qui ho tanti amici anche al di fuori dell’hockey e mi piace molto lo stile di vita alla ticinese». Non ha comunque rinnegato il suo Canada, il 32.enne dell’Alberta: «L’estate nel mio Paese è importante per ricaricare le batterie. Al tempo stesso bisogna prepararsi per la stagione a venire: in Canada lavoro con lo stesso preparatore fisico da ormai otto anni. Quando sono in Nordamerica ne approfitto per occuparmi un po’ delle mie cose private e cerco di passare del tempo con mia mamma. Faccio in modo che tutto sia a posto: per me è fondamentale avere la mente libera durante la stagione».

Testa ed esperienza

L’estate però sta finendo, come cantavano i Righeira. E a Zugo per il Lugano comincia un nuovo campionato. Sono giorni particolari, per Carr: «Le ore che precedono l’inizio di un campionato sono sempre speciali. La preparazione estiva è lunga e le amichevoli – comunque importanti – non possono essere paragonate alle partite che contano per davvero. Siamo tutti eccitati all’idea di scendere in pista alla Bossard Arena. La prima uscita stagionale implica anche un salto di qualità a livello di mentalità, individuale e di gruppo. Bisogna ricominciare a pensare costantemente alle piccole cose che portano al successo, a ciò che si può e si deve controllare. L’esecuzione, il giusto timing, i movimenti sul ghiaccio: tutti fattori che fisiologicamente cambiano dalla fase di preparazione al campionato». È un Lugano fisicamente più prestante, quello che si appresta ad esordire sulla pista di una delle squadre favorite alla conquista del titolo. Dahlström, Sekac e Zohorna hanno portato tanti chili in più: «Le sensazioni sono buone e credo che i tre nuovi stranieri potranno dare molto a questa squadra. Calle Dahlström ha un’esperienza incredibile sul ghiaccio ed è una persona molto positiva. Jiri Sekac porta pure tanta esperienza e conosce alla perfezione questa Lega: sa esattamente cosa ci si attende in Svizzera da uno straniero. La sua intesa con Zohorna cresce giorno dopo giorno: anche Radim ha tutte le carte in regola per fare bene. D’altro canto fino a pochi mesi fa giocava ancora in NHL con Pittsburgh».

L’importanza di Dahlström

La dirigenza bianconera non si è nascosta. Il primo obiettivo stagionale è un posto nei top 6 della regular season: «Sì, per noi sarà importante ottenere una classifica migliore rispetto agli ultimi anni. Chissà come sarebbe andata, se avessimo incontrato il Friburgo in gara-7 alla Cornèr Arena e non in trasferta. Non ricordo i risultati nel dettaglio, ma so benissimo che l’anno scorso non eravamo affatto partiti bene. In questo campionato, molto equilibrato, è poi difficile recuperare posizioni. Ritengo che tutto il gruppo debba esserne cosciente: c’è la consapevolezza di dover subito entrare nel torneo con la mentalità giusta. L’hockey è uno sport di errori, ce ne saranno sempre durante una partita. L’importante per noi, rispetto alla passata stagione, è capire dove e quando si può anche sbagliare e quali sono invece le situazioni e le circostanze in cui non si possono assolutamente commettere errori. In questo senso la presenza di Dahlström sarà utilissima: Calle gioca un hockey solidissimo e – come ho già detto – la sua esperienza ci farà un gran bene».

La linea e la sfida

Ci sarà ancora bisogno delle magie del terzetto che nella scorsa stagione ha fatto impazzire le difese avversarie: Carr, Thürkauf, Joly: «È una sfida che personalmente raccolgo con motivazione. Le cose nell’hockey possono però cambiare molto rapidamente: chissà, magari il nostro allenatore un giorno potrebbe anche decidere di separarci. Non si sa mai ciò che può accadere nel corso di una stagione così lunga. A Zugo, per esempio, Calvin non ci sarà: il capitano ha deciso di prendersi una giornata in più di vacanza (ride, NdR) e dovremo quindi essere bravi noi ad adattarci e a trovare le soluzioni giuste».

Luci a San Siro

Intanto sabato scorso Carr ha fatto una capatina a San Siro per Milan-Venezia: «Un mio amico canadese fa parte di un gruppo di tifosi del Venezia. La mia compagna ed io abbiamo allora deciso di accompagnarlo a San Siro per la partita contro i rossoneri. Il calcio? Mi piace guardare le partite, ma devo essere sincero: ci capisco davvero poco (ride, NdR). Apprezzo però la passione dei tifosi. In passato sono stato anche a Cornaredo, a sostenere i cugini bianconeri del pallone. E mi sono divertito».

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