Il caso

Davvero è stato «resuscitato» il Dire Wolf, il lupo estinto di Game of Thrones?

La società USA Colossal Biosciences ha presentato al mondo Romolo, Remo e Khaleesi, cuccioli di metalupo – Ma tra gli scienziati c'è scetticismo: «È solo un lupo dal manto bianco, come i cani dipinti da panda nello zoo cinese»
© KEYSTONE (Colossal Biosciences via AP)
Red. Online
08.04.2025 14:00

Una società americana di ingegneria genetica, la Colossal Biosciences, sostiene di avere raggiunto un traguardo (finora) impensabile: la «de-estinzione» di una specie estinta. Chi avrebbero «resuscitato»? Esemplari di «dire wolf», («lupo cattivo» o «lupo terribile», italianizzandolo), una specie estinta qualcosa come 13 mila anni fa. «Il 1. ottobre 2024, per la prima volta nella storia dell'umanità, Colossal ha ripristinato con successo una specie un tempo eradicata attraverso la scienza della de-estinzione. Dopo oltre 10.000 anni di assenza, il nostro team è orgoglioso di restituire al dire wolf il posto che gli spetta nell'ecosistema», si legge in un comunicato. Per intenderci, la creatura è quella della serie TV Game of Thrones, in italiano definito come «metalupo».

Il lavoro è durato più di dieci anni e ha visto i ricercatori ricostruire il genoma dell'animale partendo da ritrovamenti di DNA in fossili «risalenti a 11.500 e 72.000 anni fa», come ha sottolineato la stessa azienda nell'annuncio. Per poter conseguire questo importante risultato, i ricercatori hanno modificato 20 geni di lupi grigi per conferire agli animali le caratteristiche chiave del dire wolf. Hanno quindi creato embrioni dalle cellule di lupo grigio modificate, li hanno impiantati in madri surrogate di cane e hanno aspettato che partorissero. Il risultato sono tre lupi sani – due maschi di 6 mesi e una femmina di 2 mesi, chiamati Romolo, Remo e Khaleesi – che presentano alcuni tratti dei dire wolf. Sono grandi, per esempio, e hanno un mantello denso e chiaro che non si trova nei lupi grigi. Colossal, che a gennaio è stata valutata 10 miliardi di dollari, tiene gli animali in una struttura privata di 2.000 acri in una località non rivelata nel nord degli Stati Uniti.

Non del tutto «uguali»

La dottoressa Beth Shapiro, biologa evoluzionista responsabile scientifica di Colossal, ha descritto al New York Times i cuccioli come il primo caso riuscito di de-estinzione. «Stiamo creando queste copie funzionali di qualcosa che un tempo era vivo». Gli animali rimarranno in cattività (e sarà quindi difficile scoprire le caratteristiche del comportamento dei loro antenati). Ma la tecnologia sviluppata dall'azienda americana potrebbe potenzialmente aiutare a conservare le specie che non si sono ancora estinte, come il lupo rosso, in pericolo di estinzione. Gli animali «rinati» non sarebbero geneticamente identici alle specie estinte, ma lo sarebbero in «aspetti cruciali».

Nel 2023, il team di Colossal ha iniziato a concentrarsi sul dire wolf come specie potenzialmente «più facile» da raggiungere. I dire wolf sono infatti «imparentati» con i cani, quindi gli scienziati possono sfruttare anni di ricerca sulla clonazione dei cani e sull'impianto di embrioni di cane. La dottoressa Shapiro, che si è unita a Colossal nel 2024, ha fatto parte del team che nel 2021 aveva recuperato per la prima volta il DNA di un dire wolf dai fossili. Ma quel lavoro ha recuperato solo tracce di materiale genetico. Al Colossal, i ricercatori hanno deciso di cercare altro DNA, nella speranza di comprendere meglio la biologia della specie estinta e, forse, di riportare in vita l'animale. «Era la strada più semplice per ottenere un risultato».

L'équipe si è quindi nuovamente concentrata sui fossili di dire wolf, utilizzando nuovi metodi per isolare il DNA. Hanno quindi trovato «una grande quantità di materiale genetico» in due fossili: un dente di 13.000 anni fa proveniente dall'Ohio e un cranio di 72.000 anni fa dall'Idaho. I genomi dei dire wolf hanno permesso alla dottoressa Shapiro e ai suoi colleghi di ricostruire la storia degli animali in modo più dettagliato. I dire wolf sono risultati appartenere alla stessa stirpe che ha dato origine ai lupi, agli sciacalli e ai cani selvatici africani di oggi. «Il dire wolf si è separato dal ramo principale circa 4,5 milioni di anni fa. Successivamente, circa 2,6 milioni di anni fa, si è incrociato con altre specie, tra cui gli antenati degli attuali lupi grigi e coyote. I dire wolf e i lupi grigi sono praticamente geneticamente identici: oltre il 99% del genoma di questi animali appartiene al lupo grigio. Ottanta geni sono risultati nettamente distinti, alcuni di essi sono noti per influenzare le dimensioni» dell'animale.

Quando sono nati i quattro cuccioli – uno è morto dopo 10 giorni per la rottura dell'intestino, ma l'autopsia ha dimostrato che la causa non è attribuibile a una mutazione dannosa –, è stato il manto bianco a far dire all'azienda che «gli esperimenti sono un successo».

© Colossal Biosciences
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C'è scetticismo

Romolo e Remo prendono il nome dai leggendari fondatori di Roma, allevati da una lupa. Khaleesi prende il nome proprio dal personaggio di Game of Thrones. I tre cuccioli sono di circa il 20% più grandi dei lupi grigi alla loro età. La loro pelliccia è bianca e folta e presentano anche code insolitamente folte. I ricercatori attendono di vedere quanto diventeranno grandi e tengono d'occhio eventuali cambiamenti inaspettati nella loro biologia.

Il dottor Adam Boyko, genetista della Cornell University che non è stato coinvolto nel progetto, ha dichiarato al New York Times: «È emozionante poter creare versioni funzionali di specie estinte». Ma non ritiene che Romolo, Remo e Khaleesi siano veri e propri dire wolf «resuscitati». Non sono stati allevati in branchi che «insegnano» loro il comportamento. Inoltre, non seguono una dieta antica e il loro intestino è per forza di cose diverso. Gli animali sono portatori di 20 geni di dire wolf, che potrebbero rivelare qualcosa sulla biologia della specie estinta. Ma ci sono altri geni che contribuiscono a distinguerli. «Potrebbe essere 20, ma anche 2.000». E se i «resuscitati» dire wolf venissero effettivamente un giorno introdotti in natura, dovrebbero sopravvivere in un mondo drasticamente diverso da quello dell'era glaciale.  

Jeremy Austin, dell'Australian Centre for Ancient DNA, ha dichiarato a ScienceAlert che «tutto ciò che Colossal Biosciences ha fatto è stato creare un lupo grigio geneticamente modificato che assomiglia a quello che l'azienda ritiene potesse essere l'aspetto di un dire wolf». Ma l'aspetto non è tutto. «La ricerca è preziosa, con applicazioni reali in tema di conservazione, genetica e sviluppo evolutivo degli organismi. Ma uno scienziato non può dire "so che abbiamo un dire wolf perché è bianco". Così è una semplificazione». Lo specialista critica pure la dichiarazione della società secondo cui è «orgogliosa di restituire al dire wolf il posto che gli spetta nell'ecosistema». «Esiste un posto per i dire wolf nel mondo moderno?», si chiede Austin. «Oppure sono solo "animali da zoo" che la gente pagherà per vedere? Non stai guardando un dire wolf, stai osservando un lupo bianco. È un po' come il tizio dello zoo cinese che ha dipinto i cani come panda. E tutti si sono innamorati di quella storia».

Insomma, quella della Colossal Biosciences potrebbe effettivamente essere una scoperta grandiosa, o perlomeno un esperimento di successo. Ma «le affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie», conclude il divulgatore scientifico statunitense Carl Sagan.

© Colossal Biosciences
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