Lugano

Davvero il Municipio dialoga con il Molino per convenienza?

Qualcuno sospetta che la volontà del Comune di trattare con gli autonomi sia legata alla sentenza che ha riaperto le indagini sulla demolizione del centro sociale - Il procedimento penale andrà avanti in ogni caso, ma se ci sarà un altro decreto d’abbandono...
©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
08.07.2023 06:00

Il Municipio coi molinari senza procedimento penale in corso: un cagnolino che mostra i denti ed è pronto a mordere. Il Municipio coi molinari con procedimento penale in corso: lo stesso cagnolino che sorride e fa gli occhi dolci. È la trascrizione di un «meme» – una di quelle vignette divertenti che circolano spesso online – apparso nei giorni scorsi su Facebook. Pur essendoci un errore di forma – un procedimento penale, dopo la demolizione del centro sociale, è sempre stato aperto – la tesi di fondo è abbastanza chiara: l’Esecutivo luganese, secondo l’autore della trovata satirica, starebbe dialogando con gli autogestiti solo perché spinto dalla sentenza con cui la Corte dei reclami penali ha annullato il decreto d’abbandono del procedimento sulla demolizione del Molino, magari nella speranza che gli autogestiti del SOA, che in quel procedimento sono accusatori privati come associazione ALBA, facciano un passo indietro a livello giuridico. Una tesi di questo tipo è stata avanzata dagli stessi anarchici, nemmeno troppo fra le righe, nel loro comunicato stampa sull’occupazione delle scuole di Viganello, terminata martedì sera: «Non sappiamo con certezza se l’avvicinamento di una municipale di Lugano (Karin Valenzano Rossi, ndr) nel cuore della notte sia dovuta alla recente decisione di riapertura dell’indagine sull’abbattimento di parte dell’ex Macello».

Ma è davvero così? Se l’associazione ALBA deponesse le armi legali, o se i Verdi ritirassero la denuncia fatta nei giorni successivi alla controversa distruzione del centro sociale, il procedimento penale a carico della municipale Valenzano Rossi, del vicecomandante della Polizia cantonale Lorenzo Hutter e di ignoti s’interromperebbe? Le cose non stanno proprio così, ma andiamo con ordine.

Dentro o fuori

A prescindere dalla denuncia dei Verdi, il cui ritiro quindi non cambierebbe nulla, i reati ipotizzati inizialmente dal procuratore generale Andrea Pagani erano quattro. Uno, quello di danneggiamento, è perseguibile solo a querela di parte, cioè se il danneggiato denuncia. Così hanno fatto gli autogestiti, che all’interno dello stabile demolito avevano diversi loro effetti personali. Se il SOA rinunciasse al suo ruolo di accusatore privato, quindi, questa accusa cadrebbe. Le più pesanti, almeno politicamente, sono però le altre tre: abuso di autorità, violazione delle regole dell’arte edilizia e infrazione alla Legge federale sulla protezione dell’ambiente.

Queste vengono approfondite d’ufficio, quindi non c’è passo indietro che tenga; il procuratore generale dovrà ripercorrere l’inchiesta sentendo, come indicato dalla CRP, diverse altre persone informate sui fatti, per poi arrivare a una nuova decisione. Se quest’ultima dovesse essere un altro decreto d’abbandono, le parti avrebbero ancora la facoltà di appellarsi alla Corte dei reclami penali. Ma attenzione: quali parti?

Gli accusati di certo non lo farebbero. Resterebbero gli accusatori privati. Questo significa che se l’associazione ALBA si ritirasse dal procedimento ora, un eventuale nuovo decreto d’abbandono non sarebbe contestato da nessuno e la vicenda, dal punto di vista penale, si chiuderebbe definitivamente. Tutto questo solo per fare chiarezza. Non sappiamo se il Municipio di Lugano abbia chiesto o chiederà mai agli autogestiti di rinunciare alla contesa in tribunale, né tantomeno se gli autogestiti sarebbero disposti a scendere a un tale compromesso. Una cosa è sicura: i nuovi approfondimenti imposti dalla CRP richiederanno mesi. È ancora lunga.

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