Stati Uniti

Davvero Matthew McConaughey vuole diventare presidente?

Su alcuni media americani è apparsa la notizia: l'attore premio Oscar starebbe mettendo insieme una squadra per gestire le finanze e la strategia per una candidatura nel 2028
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Red. Online
17.02.2023 08:54

L'astronauta, il broker, lo spogliarellista. A Matthew McConaughey, negli anni, abbiamo visto indossare diversi panni sul grande schermo. Mai quelli da presidente. Eppure, pare che l'attore premio Oscar faccia sul serio, e non al cinema. Nelle ultime ore circola infatti la notizia che il 53.enne sia intenzionato a conquistare la Casa Bianca nel 2028. Alcune fonti hanno rivelato ai media americani che avrebbe addirittura già messo insieme una squadra per gestire le finanze e la strategia per una candidatura fra sei anni.

Nessuna sfida alla coppia Biden-Trump per il 2024 dunque, i suoi sarebbero piani a più lungo termine. Che però non sembrano così lontani, visto che l'ipotetica creazione di una «squadra» renderebbe il tutto molto più vicino e concreto.

L'impegno per «un cambiamento» sulle armi

McConaughey, nel 2021, aveva pensato all'idea di correre per la carica di governatore in Texas. Ma ora sembra puntare più in alto. Nato a Uvalde nel 1969, lo scorso giugno si è reso protagonista di un emozionante intervento alla Casa Bianca, dopo la strage del 24 maggio nella scuola elementare. Aveva indicato un paio di scarpe da ginnastica verdi con disegnato un cuore, utilizzate per identificare una delle vittime uccise dal killer. Un fuori programma andato in scena durante il tradizionale briefing, più affollato del solito. In quell'intervento, aveva invocato una riforma sulle armi. Ammettendo di possederne lui stesso, aveva spiegato di «avere imparato a Uvalde a essere un possessore responsabile». «Chiedo - aveva quindi aggiunto - che si chieda responsabilità a chi possiede armi, a chi ha quindici o ventuno fucili». L'attore aveva pure sostenuto la necessità che venissero rinforzati i controlli sugli acquirenti, tolte le armi a chi ha problemi mentali e può mettere a rischio se stesso o gli altri. «Siamo in una finestra di opportunità mai avuta prima. Una finestra dove sembra che un reale cambiamento un reale cambiamento sia possibile. Io sono qui oggi nella speranza di mettere l'energia, la ragione e la passione che ho nel cercare di trasformare questo momento in realtà. Perché, come ho detto, questo momento è differente».

McConaughey non aveva usato mezzi termini: «Abbiamo l'occasione di raggiungere un livello più alto di discussione, che vada sopra la nostra appartenenza politica. Una possibilità che vada oltre l'idea di proteggere il nostro partito, ma protegga il nostro Paese ora e per le generazioni future. Ti garantisco, America che non siamo così divisi come ci vogliono rappresentare. L'attore^- che prima aveva incontrato brevemente il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e alcuni rappresentanti del Congresso - era poi andato via, senza rispondere alle domande dei giornalisti.

Problemi in famiglia?

Se è vero che il 2028 è ancora lontano, sempre stando ai media americani a Matthew McConaughey mancherebbe l'appoggio in famiglia in vista di un'eventuale candidatura alla presidenza. La moglie, infatti, non sarebbe molto d'accordo, per paura che il loro matrimonio ne soffra. «Camila Alves ha convinto Matthew ad allontanarsi dalla recitazione in modo che potesse essere un padre più presente, e ora teme che la candidatura alla presidenza lo consumerebbe, rischiando di fare a pezzi la loro famiglia», ha spiegato una fonte. La coppia ha tre figli, Levi, 14 anni, Vida, 13, e Livingston, 10.

McConaughey non recita in un film «di primo piano» dal 2019. La sua carrierea è iniziata nei primi anni Novanta con La vita è un sogno (1993). Ha lavorato poi in Non aprite quella porta (1994), Il momento di uccidere (1996), Amistad (1997, Steven Spielberg), Contact (1997) e EdTv (1999). Dal 2000 è considerato un sex symbol, protagonista di numerose commedie leggere e romantiche, fra le quali Prima o poi mi sposo (2001), Come farsi lasciare in 10 giorni (2003), A casa con i suoi (2006) e La rivolta delle ex (2009).  Dal 2010 si è dedicato a ruoli più impegnati e acclamati dalla critica, in Bernie (2011), Killer Joe (2011), Mud (2012), Interstellar (2014) e nella prima stagione della serie TV True Detective (2014). Nel 2013 l'interpretazione del cowboy affetto da AIDS in Dallas Buyers Club gli è valsa il Golden Globe come miglior attore di un film drammatico, lo Screen Actors Guild Award e il Premio Oscar come miglior attore protagonista.